Politica
25 Novembre 2018
Balboni a confronto con associazioni di categoria e cooperative: "Valorizzare le attività produttive rimaste in trincea"

FdI incontra le imprese: “Ci prepariamo alla vittoria”

di Redazione | 4 min

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“Tutti i consigli che riceveremo li metteremo nel nostro programma elettorale: Ferrara è maglia nera dell’occupazione giovanile in regione con oltre il 14%, sarà difficile vincere ma ancora di più governare”. È questo il senso dell’incontro tra Fratelli d’Italia e i rappresentanti dei vari settori e delle varie categorie economiche, che si sono ritrovati a confrontarsi sabato mattina in un incontro pubblico alla Camera di Commercio: prendere atto della “vittoria ormai imminente” — viene detto chiaramente diverse volte — e iniziare il prima possibile nel centrodestra la metamorfosi (in città mai avvenuta) tra partiti di opposizione e di governo, con tutte le responsabilità del caso che arriveranno.

E un esempio del fatto che questo non sia un incontro puramente di posizionamento a favore delle imprese da sfruttare in campagna elettorale quanto un vero cambio di paradigma nella gestione del potere ferrarese lo porta la lista degli invitati: a parlare con i due Balboni — Alberto e Alessandro, senatore e consigliere comunale —, oltre ad associazioni d’area moderata come Confidustria, Cna, Ascom, Confartigianto, Confesercenti e Ordine dei Commercialisti ci sono anche il presidente provinciale di Legacoop Andrea Benini (“con cui i rapporti non sono sempre stati idilliaci”, scherza il Balboni senatore) e il direttore di Confcooperative Ruggero Villani.

“Credo che FdI sia la prima forza politica che abbia preso quest’impegno nei confronti delle categorie economiche. Siamo convinti che questa città, che ha grandi tradizioni ma da troppo tempo conosce un inesorabile declino, ha una speranza di tornare a essere grandi, la chance da giocare è quella di valorizzare le attività produttive che sono rimaste in trincea in questi anni difficilissimi. Bisogna tornare a partire dagli imprenditori”, spiega in avvio di seduta Alberto Balboni.

“Solo impegnandoci moltissimo riusciremo a perdere le prossime elezioni, basta andare al bar a prendere un caffè per rendersi conto che c’è una delusione nei confronti di chi ha governato forse troppo a lungo questa città senza riuscire a dare risposte alla domanda di lavoro, di sicurezza e di protezione sociale. Di converso – secondo Balboni senior – c’è una grande aspettativa nei confronti del cambiamento che a Ferrara può rappresentare solo il centrodestra unito con la massima apertura ai contributi di chi vorrà fare il bene della città. La vera sfida sarà governare, dal giorno dopo l’aspettativa si trasformerà in domande e in pretese di soluzioni concrete, specialmente in materia di lavoro”.

“Noi non siamo tra coloro che hanno la cultura del pareggio di bilancio e si strappano le vesti se il governo decide di fare extra-debito”, continua poi il senatore, “ma dobbiamo essere consapevoli che quando facciamo debito impegniamo i nostri figli, sono debiti che qualcuno dovrà ripagare, e quindi si spende a debito per fare infrastrutture, per creare posti di lavoro, per lasciare qualcosa a chi verrà dopo di noi”.

“La nostra provincia sconta un’arretratezza causata da una serie di condizioni che pongono l’industria in una posizione debole. Le imprese importanti sono poche anche se abbiamo diverse eccellenze e questo non è ascrivibile semplicemente a qualche amministrazione precedente al 2019. A febbraio è stato sottoscritto un patto per il lavoro ed è un documento che è ancora attuale, da lì forse alcuni spunti di riflessione si possono prendere, come il fatto che questo territorio ha bisogno di rilanciare crescita e occupazione permettendo una maggiore attrattività delle nostre imprese non solo con infrastrutture viarie ma anche digitale e contrastando il calo demografico e la dispersione scolastica”, è l’analisi del responsabile provinciale di Confindustria Davide Pirazzoli, che poi consiglia — perché “non esistono vere ricette” — uno sforzo verso la sburocratizzazione e gli investimenti sul territorio.

Diverse invece le richieste di Benini di Legacoop che arrivano dopo una disamina sulle università di Alessandro Balboni: le coop vogliono un programma strategico di sviluppo con larghi orizzonti, mirando al 2030 ad esempio con una visione di lungo periodo; un luogo di confronto permanente con competenze condivise tra Comune e coop; un tavolo con le maggiori imprese del territorio in quanto le uniche in ripresa sul territorio; una riflessione sul volontariato perché non venga usato come spesso accade oggi come lavoro gratuito e sui centri per l’impiego e una gestione migliore del welfare con una più attenta analisi degli orari di offerta dei servizi incompatibili ora con chi fa impresa oltre a una valorizzazione e tutela delle cooperative. Ultimo punto questo sul quale arriva a stretto giro la risposta di Alberto Balboni che ricorda come si appena stato approvato l’emendamento di Fratelli d’Italia che impedisce loro di finanziare i partiti, “un emendamento a tutela delle coop stesse perché non entrino in giochi politici”.

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