LA PECULIARE SITUAZIONE DI CARIFE
SBAGLIATO FOTOGRAFARE LA SITUAZIONE DI CARIFE AL 22 NOVEMBRE 2015
Il Governo continua a giustificare il decreto 183 del 22 Novembre 2015 sostenendo che in tale data non esistevano altre soluzioni se non la risoluzione della Cassa di Risparmio di Ferrara, ma “fotografare” la situazione della banca al 22 Novembre 2015 è scorretto nel caso di Carife: una serie di fatti, che di seguito si elencano, dimostrano che Carife aveva una situazione del tutto peculiare, rispetto alle altre banche colpite dal decreto, che non è stata tenuta in considerazione dal governo.
COME PUO’ FALLIRE UNA BANCA VIGILATA DAL 2009 E COMMISSARIATA DAL 2013?
SINTESI CRONISTORIA CARIFE
2009 – I clienti di Carife vengono a sapere di forti sofferenze dai crediti della banca assegnati fuori dal territorio. Allontanato il direttore generale. Il valore delle azioni comincia a diminuire. Inizia la vigilanza di Banca d’Italia.
2010 – Cambia il CDA. Il controllo di Banca d’Italia passa da “vigilanza” a “vigilanza rafforzata”
2011 – Il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo direttore chiedono alla clientela di sostenere il rilancio della banca sottoscrivendo l’aumento di capitale di 150 milioni, sollecitato anche da Banca d’Italia.
2011. L’AUMENTO DI CAPITALE. Banca d’Italia, prima “raccomanda”, poi autorizza l’aumento di capitale di Carife per 150 milioni di Euro (azioni vendute per la maggior parte a risparmiatori profilati retail), stimato come risolutivo per il rilancio; una soluzione risultata inefficace a distanza di sole poche settimane dalla chiusura dell’operazione, quando il valore delle azioni ha cominciato a crollare irrimediabilmente.
Su questo aumento di Capitale è in corso un processo a Ferrara la cui udienza preliminare si è tenuta il 20 settembre 2017.
Agosto 2012. OBBLIGAZIONI DA RITIRARE. Il 23/01/16 il quotidiano Il Resto del Carlino ha dato pubblica notizia, di un documento che prova come l’ultimo CDA avesse chiesto (dopo apposita Delibera) a Banca d’Italia il 10 Agosto 2012 (1 anno prima del Commissariamento!!) di poter riacquistare Obbligazioni Carife emesse tra il 2006 e 2007 dal precedente CDA, perché particolarmente rischiose (Si legge testualmente «Le condizioni di buon favore al momento dell’emissione risultano oggi penalizzanti anche in considerazione del livello di subordinazione»), eventualmente da sostituire con prodotti adeguati alla normativa MIFID sul profilo di rischio dei risparmiatori-investitori nel frattempo introdotta nel 2008 («…e più coerenti con l’attuale situazione dei mercati finanziari»). Ebbene, a quanto risulta, il CDA non ha mai ricevuto alcuna la risposta!! E’ un dato di fatto quindi, che tre anni prima del decreto “Salvabanche”, che le ha mandate in fumo, le obbligazioni subordinate avrebbero potuto essere rivendute a Carife (in cambio magari di bond ordinari che oggi sarebbero garantiti). I ferraresi avrebbero risparmiato 50 milioni di euro!