E’ stato convocato per il 20 settembre il tavolo nel quale esperire l’esame congiunto della situazione dei 14 lavoratori (di cui 10 disabili) della cooperativa Il Germoglio che rischiano il lavoro a causa della perdita da parte della stessa coop sociale dell’appalto sottoscritto 12 anni fa con l’Ausl per la fornitura di ausili protesici.
Sono stati i sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl a chiedere alla Direzione Territoriale del Lavoro di farsi promotrice con tutti i soggetti coinvolti, compresa la ditta aggiudicatrice dell’appalto (la subentrante Tecnologie Sanitarie Spa di Roma), del tavolo di confronto.
“Vedremo con quale esito”, dicono i segretario delle sigle sindacali Luca Greco (Fp Cgil), Francesco Bertelli (Cisl Fp) e Sabrina Cerini (Uil Fpl). L’obiettivo dei sindacati “non può essere che l’assunzione da parte di Tecnologie Sanitarie Spa di tutto il personale coinvolto nell’appalto e il mantenimento integrale, sia da un punto di vista economico che normativo, di quanto in precedenza i 14 lavoratori coinvolti avevano maturato”.
“Con regole chiare e certe questo obiettivo sarebbe più facilmente raggiungibile”, spiegano i tre sindacalisti riferendosi al fatto che “i cambi di appalto sembrano essere diventati i luoghi in cui la perdita di lavoro, salario e diritti pare essere divenuta la regola”. Infatti “i cambi di appalto subiscono l’assenza di regole che ne determinino il perimetro”, perché “clausole sociali meno vincolanti di quanto potrebbero e dovrebbero essere, permettono ai soggetti gestori una libertà di azione che mal si concilia con le garanzie occupazionali che tutti, a parole, sembrano voler ricercare”. “Datori di lavoro – incalzano i sindacati – che, quando va bene, convocano le parti sindacali solo in prossimità del cambio di appalto impediscono di fatto ai sindacati di agire fino in fondo il loro ruolo di rappresentanza. Con il Jobsact a corollario di tutto. In assenza di accordi, infatti, tutti i lavoratori soggetti a cambi di appalto rischiano di venir considerati come nuovi assunti e di perdere i diritti precedentemente maturati. Pur continuando a lavorare nello stesso luogo di lavoro e pur essendo stati assunti quando il Jobsact non era stato neanche pensato”.
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