Attualità
14 Settembre 2017
Licenziamento collettivo alla cooperativa Il Germoglio dopo la perdita dell'appalto. Confcooperative: "Caso di irresponsabilità sociale dell'Ausl"

Il risparmio che divora l’etica, 10 disabili perdono il lavoro

di Elisa Fornasini | 4 min

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Oltre duecento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

La concorrenza che schiaccia la dignità, il valore economico che spazza via quello umano, il risparmio che divora l’etica. È una logica perversa quella che ha portato al licenziamento collettivo di 14 lavoratori, di cui 10 disabili, dipendenti della cooperativa Il Germoglio nel servizio di gestione e manutenzione di  ausili protesici.

La cooperativa sociale ferrarese ha perso per un soffio l’appalto che aveva sottoscritto 12 anni fa con l’Ausl per la fornitura di questi ausili. A vincere la gara pubblica, in cui Il Germoglio era l’unica  cooperativa in gara, è stata una ditta di Roma che ha offerto il maggior ribasso economico (225mila euro su una base d’asta di 300mila euro) a fronte dei 250mila euro offerti dalla coop ferrarese.

La differenza algebrica è di pochi decimi di punto: “Noi siamo arrivati primi sulla qualità e terzi sul prezzo – puntualizza il direttore Biagio Missanelli – mentre la ditta romana è arrivata ultima nell’offerta qualitativa (4° posto) e prima per quella economica, aggiudicandosi la gara con un ribasso di 25mila euro. È tutto in regola, certo, ma i criteri non hanno tenuto conto del valore sociale e civile della nostra cooperativa, prima in Regione per la rigenerazione degli ausili (89% quelli recuperati), con un solo richiamo in 12 anni su 6mila ausili consegnati all’anno e tantissima empatia per le persone che si rivolgono a noi, quella non possiamo quantificarla”.

A fine mese, i 14 dipendenti impiegati in questo servizio (13 a tempo indeterminato e uno indeterminato) di cui 10 svantaggiati (con varie forme di disabilità o disagio psichico), tutti del territorio, perderanno il lavoro. La clausola sociale permetterebbe di reinserirli nella ditta capitolina (che svolgerà il servizio in un magazzino a Ferrara Nord) ma l’azienda, che conta un fatturato di 60 milioni e 150 dipendenti, ritiene di poter lavorare con meno della metà delle persone attualmente assunte: 4 lavoratori al massimo. Tra l’altro, l’incontro tra sindacati e ditta è ancora da fissare.

“È un caso di irresponsabilità sociale dell’Ausl perché avrebbe potuto agire diversamente, utilizzando altre modalità di gara o garantendo le clausole sociali” tuona il direttore di Confcooperative Ferrara, Ruggero Villani, elencando le criticità di questa situazione: “C’è meno occupazione, la ricchezza se ne va a Roma, si perde la dignità di persone fragili, con un unico risultato: nessun risparmio. Anzi, si spenderà di più, perché queste persone che prima erano autonome torneranno a carico dell’Azienda Usl e quindi aumenteranno gli oneri di assistenza”.

Uno stravolgimento totale. “Sono 10 anni che lavoro qua, ho rimparato a vivere dopo un gravissimo incidente – racconta Marino Travagli, corriere vittima di uno schianto contro un tir, in cui ha perso la gamba e lo stomaco -. Ci ho messo due anni per rimettermi in piedi, ho una figlia di 25 anni da mantenere, l’affitto da pagare, Equitalia che mi sta col fiato sul collo…- rivela Marino -. Con questo lavoro non ci sentiamo disabili ma diversamente abili, è il senso di sentirsi utili che verrà a mancare. E poi ho preso per mano questa gente e mi sento responsabile per loro”. Tra loro c’è Antonella Guarnieri, anche lei dipendente storica “in questa casa che è la mia famiglia, e con lo stipendio mantengo mio padre e mio fratello, entrambi disabili”. “Anche io mi trovo bene qui, non so cosa faremo quando andremo via…” sussurra la sua collega Stefania Volta.

Mentre la cooperativa si prepara a sgomberare il magazzino entro il 2 ottobre (data di inizio del nuovo appalto), i lavoratori scendono in piazza per far sentire la propria voce. Venerdì, sabato e domenica – dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 – il banchetto nei pressi del listone raccoglierà le firme dei ferraresi solidali, “da consegnare al sindaco, all’assessore regionale alle politiche per la salute, al ministro Poletti, a Cantone – avverte Nicola Folletti, presidente di Alleanza Cooperative -. Mettere sullo stesso piano macchine e persone non è un aspetto lungimirante né in linea con il codice degli appalti. Ci batteremo per rimettere al centro le persone, la logica del risparmio non può sovrastare l’etica”.

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