Attualità
25 Settembre 2017
Ispirato a lui è Vlad, ‘l'uomo con la balestra’, protagonista de ‘L’ospedale fantasma’ di Federico Berti

E Igor il killer diventa protagonista di un romanzo

di Redazione | 3 min

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Era solo questione di tempo: a pochi mesi dagli efferati crimini e dall’inizio della sua fuga a tratti leggendaria, il fuggiasco Norbert Feher alias Igor Vaclavic inizia ad ispirare autori e soggettisti, forte di quella sorta di fascino criminale e brigantesco che il racconto di cronaca recente ha contribuito a creare.

Ispirato a lui è Vlad, ‘l’uomo con la balestra’, protagonista del romanzo ‘L’ospedale fantasma’ di Federico Berti, cantastorie bolognese che in una dimensione quasi onirica immagina di chiacchierare con colui che “sembra uscito da un fumetto del secolo scorso”. Occhiali scuri, lunga tracolla dietro la schiena e bocca stretta nel passamontagna: “Ho un sussulto – scrive Berti – Ben ti conosco! La tua foto è sul giornale, da mesi ti stanno cercando intorno al Lago Maggiore. Uno schieramento di mille uomini che giorno e notte si danno il cambio per catturare l’ormai leggendario Lupo di Valacchia”.

Dalle valli argentane al Lago Maggiore, da Igor al lupo di Valacchia, il riferimento a persone e fatti reali è puramente casuale, direbbero i titoli di coda. “Il romanzo – ci tiene a specificare Berti a Estense.com – è un’opera di fantasia, che contiene vaghi riferimenti alla realtà ma vi ricama sopra una storia inventata. La satira sull’uomo con la balestra è in affiancamento alla nota in cui la Procura fa notare che la taglia ‘vivo o morto’ è in contraddizione con lo stato di diritto”.

“Sicari di tutto il mondo cercano me – dice Vlad-Igor in un italiano stentato -, portare mia testa per venti milioni e nessuno protesta. Loro assasini, non me. Poco buono sparare in casa d’altri, quello morto è solo incidente, lui vede me non scappa ma prende subito pistola, spara a mie gambe. Non posso aspettare”.

“Vlad è in realtà un imbranato che fa rapine in costume proprio per non sparare. Una versione ridicolizzata anche nell’intenzione di esorcizzare la paura” sottolinea Berti, nel tentativo di “richiamare l’attenzione sul l’importanza di mantenere la calma e aver fiducia nelle istituzioni, pur comprendendo lo stato di terrore in cui vive la gente, generato più dal riverbero mediatico che dal fatto in se”.

Sulle forze dell’ordine mobilitate Vlad svela: “Loro detto me stare tranquìelo, non detto a nessuno me scappato lontano perché vuole che tutti hanno paura. Per questo loro detto a giornali che Vlad dorme ancora dentro bosco”.

L’autore ci tiene a non urtare la sensibilità dei lettori: provocare riflessioni e suscitare interesse sono le sue intenzioni primarie. Ma la sua ‘opera’ non si ferma qui: con ‘L’ospedale fantasma’ Berti presta la sua creatività ad una causa reale, quella dell’Ospedale di Loiano (Bologna), struttura per cui si teme la riconversione in Osco per effetto del Decreto Balduzzi.

Al romanzo, ambientato in un ospedale ridotto a carcere senza medici né infermieri, è associata infatti una campagna di sensibilizzazione sul presidio ospedaliero, a sostegno della mobilitazione comune in sua difesa che vede impegnati parti sociali e le amministrazioni provinciale e regionale. “La residenza giudiziaria per fortuna non esiste, essa rappresenta come non vorremmo mai che diventassero i nostri ospedali, dalle Alpi alle isole”.

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