Recensioni
7 Settembre 2017
Il film è sconcertante. Il regista: "Una risposta a tutto quello che di orribile sta succedendo nel mondo"

Fischi per la ‘madre’ di Darren Aronofsky

di Redazione | 2 min

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Il regista americano Darren Aronofsky ha presentato in conferenza-stampa la nascita del suo ultimo film, Mother, in concorso alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

“E’ stato un grande innamoramento – ha dichiarato – L’ho scritto di getto in soli cinque giorni, con l’intento di dare una risposta a tutto quello che di orribile sta succedendo nel mondo e verso cui non possiamo fare nulla”.

In sala non è stato accolto con ‘eccessivo entusiasmo’, anzi son stati più i fischi, in realtà.

Ma è una storia che sconcerta – a dir poco – già dai fotogrammi iniziali: una certa aria di disagio è perfettamente avvertibile, l’inquietudine – voluta provocatoriamente da Aronofsky – serpeggia da subito.

La coppia Jennifer Lawrence e Javier Bardem, unita-divisa da una notevole differenza di età, vive isolata in una bellissima villa (il surrogato di un utero materno?) ed è apparentemente felice, ma a lui, grande scrittore ormai in disarmo, manca qualcosa… All’entrata in scena del primo ospite, Ed Harris e poco dopo della moglie, una sempre affascinante Michelle Pfeiffer, la tensione inizia a salire e da lì sarà un crescendo davvero emozionante, pur pervaso da un fastidio altrettanto palpabile.

Molti i riferimenti: Cortesie per gli ospiti, un vecchio film del 1990, del già attivo Paul Schrader, su soggetto e sceneggiatura rispettivamente dei grandi Ian McEwan e Harold Pinter ( generazione Angry young men writers della Swinging London degli anni Cinquanta), adombrava molto da vicino una situation similare.

Ma, più probabilmente, un’ispirazione non minimale è arrivata ad Aronofsky da uno dei classici più classici, la archetipica storia del Faust, e di Marlowe e di Goethe, con una strizzatina d’occhi al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, perché, no?

In ogni caso, nessi a parte, il film è da vedere, alla luce di un altro commento del regista in sala che si può anche non condividere: “ (…) Credo comunque che Mother sia il mio urlo alla luna piena di stasera alle tre di notte. E’ come un percorso sulla montagne russe e non tutti sono disposti ad andare sulle montagne russe…”.

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