Spal
15 Agosto 2017
Per uno degli artefici della doppia promozione dalla Lega Pro alla serie A, inizia una nuova avventura a Venezia

Spal, l’amaro saluto di Zigoni

di Redazione | 6 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Andrea Magri

Giovedì sera abbiamo raggiunto telefonicamente uno degli artefici della doppia promozione della Spal, dalla Lega Pro alla serie A, Gianmarco Zigoni che aveva appena siglato un contratto della durata di tre anni con il Venezia. Zigo, ragazzo molto equilibrato, riservato e mai fuori dalle righe, chiude la sua esperienza con la maglia biancazzurra con 99 presenze e 36 gol all’attivo.

Zigo, com’è stata la trattativa tra la Spal e il Milan?
“Non c’è mai stata una vera e propria trattativa. Dopo un paio di incontri e conversazioni tra il mio procuratore e Vagnati, ho capito subito che la Spal aveva altri piani perché la tirava per le lunghe. Non dicevano mai ne sì ne no. La Spal lo sanno tutti era la mia prima scelta, però, dopo un mesetto, ho deciso di guardarmi in giro e tra le varie proposte, ho sposato il progetto del Venezia che mi ha voluto fortemente sin dal principio”.

Quanto ti dispiace non poter giocare in serie A con la Spal?
“Mi dispiace non essere lì il prossimo anno, calpestare l’erba del Mazza che sentivo mio e vedere quella stupenda Curva Ovest che mi ha sempre tifato e sostenuto. Inizialmente ero molto rammaricato, perché dopo due campionati vinti, pensavo di meritare la serie A e una riconferma da parte della Spal. E’ una maglia alla quale tenevo particolarmente e che mi è entrata dentro. Successivamente devo ammettere che me le sono messa via abbastanza in fretta perché nel calcio funziona così, è la normalità e sono stato bravo a voltare subito pagina”.

Come mai hai scelto il Venezia? Avevi tante proposte in serie B.
“Sì, avevo diverse proposte, indice che negli ultimi hanno ho fatto bene e segnato tanti gol. Ho scelto di andare al Venezia, perché c’è mister Inzaghi che mi conosce e sia lui sia il ds Perinetti mi hanno cercato da fine Giugno e mi hanno sempre rimarcato il fatto che per loro ero la prima scelta. Hanno un progetto ambizioso, salvarsi, rifare lo stadio e provare a salire in serie A nel giro di qualche anno”.

In quasi tre anni, hai segnato più di trenta gol, quale ricordi di più con piacere ed emozione?
“Sicuramente il gol più emozionante è stato quello contro l’Arezzo nel giorno della promozione in serie B. Adrenalina pura. Poi ti dico il mio primo gol in serie B, contro il Vicenza e la doppietta contro il Bari all’ultima giornata che ci ha permesso di concludere e festeggiare il campionato da primi della classe”.

In due anni, due promozioni di fila. Qual è stata la forza della Spal per centrare questo inaspettato ma prestigioso obiettivo?
“Devo dire che è stato bravo mister Semplici a inculcarci i suoi metodi e schemi e noi altrettanto bravi a seguirli e riproporli in campo. In Lega Pro eravamo la squadra più forte e l’abbiamo dimostrato vincendo il campionato con pieno merito. In serie B, abbiamo preso giocatori forti per la categoria che son stati molto bravi ad integrarsi e calarsi nei meccanismi rodati della squadra e dopo una partenza non entusiasmante, siamo riusciti a centrare anche una seconda promozione che sicuramente non era l’obiettivo chiesto dalla società a inizio anno. Tutti hanno remato dalla stessa parte, anche chi giocava poco. Nessuno ha mai creato zizzania dentro allo spogliatoio”.

Sono più i meriti di mister Semplici o di voi calciatori?
“Quando si vince il merito va ripartito tra tutti, società, allenatore e calciatori. Dal mio punto di vista, però, ti dico che il merito maggiore è di chi scende in campo, ovvio che al mister vanno dati i giusti meriti per quello che ci ha insegnato e per come ci ha plamsato e al direttore Vagnati per i calciatori che ha acquistato”.

Com’era il rapporto con Leonardo Semplici?
“Personalmente non era uno che mi parlava tanto. Non abbiamo avuto grandissime chiacchierate fuori dal campo. Penso mi stimasse tecnicamente altrimenti non avrei giocato cosi tanto. Spesso ho masticato amaro e non ho condiviso alcune sue scelte ma ho mandato giù, senza mai fare rumore. E’ un bravissimo allenatore e un gran oratore, ha dato un’identità alla squadra e gli faccio un in bocca al lupo per la serie A”.

A quasi tre mesi dalla promozione in serie A, facciamo un passo indietro, quando nello spogliatoio avete iniziato a pensare e credere nella promozione diretta in serie A?
“Penso dopo la vittoria contro il Benevento alla prima giornata di ritorno. Quella vittoria ci aveva proiettato nelle prime posizioni in classifica. Nessuno lo diceva esplicitamente, anche un po’ per scaramanzia ma internamente, secondo me, ognuno di noi ha iniziato a crederci veramente. Lo stesso Leonardo Semplici, con voi giornalisti era molto vago mentre con noi, durante le riunioni tecniche, era il primo che ci faceva capire che potevamo puntare a qualcosa di veramente impensabile a inizio anno e ci spronava quotidianamente per dare il massimo. Poi a poche giornate dalla fine del campionato, eravamo rimasti noi, il Verona e il Frosinone e a quel punto ci siamo detti, perché non provarci ed è andata come tutti sapete”.

Quali ricordi porterai con te a Venezia di Ferrara e del pubblico ferrarese?
“Vivevo in centro storico, nei pressi della piazza. Mi mancherà l’ abitare in centro a Ferrara e il fare le passeggiate in una città cosi ricca di bellezze artistiche e soprattutto a dimensione d’uomo. Mi mancherà il calore dei tifosi che mentre camminavo mi fermavano per una foto o un saluto, senza mai essere pesanti o invadenti e mi mancherà la Curva Ovest. Sono uno che ha girato molto, ma a Ferrara, dopo due anni e mezzo avevo ho trovato la mia dimensione e stabilità”.

Tornerai al Mazza, a vedere qualche partita della Spal?
(al telefono si sentono sospiri e diversi secondi di silenzio) Questo ancora non saprei dirtelo. Può darsi di sì, come può darsi di no. Al momento non me la sentirei. Sicuramente alla TV le guarderò tutte.

Stai seguendo la campagna acquista della Spal?
“Sì. Mi aspettavo che fossero comprati e sostituiti tanti giocatori. Secondo me Vagnati e Mattioli son stati molto bravi a muoversi per tempo e portare a casa degli obiettivi che volevano. Avere i giocatori prima di iniziare il ritiro è molto importante per amalgamare bene la squadra dal punto di vista tecnico. Si sono mossi beni a centrocampo mentre in difesa e davanti secondo me manca ancora qualcosa.

Secondo te riuscirà a salvarsi?
“Domanda difficile. Non riesco e non me la sento di fare pronostici, il campionato di serie A è molto competitivo e difficile. Come ti dicevo prima, la forza della SPAL è stata quella di muoversi per tempo e avere tanti giocatori già dai primi giorni del raduno. Le altre, si sono mosse dopo. La Spal se la giocherà con altre quattro – cinque squadre che ritengo di pari livello”.

Per concludere vuoi mandare un saluto al tifo ferrarese?
“Voglio ringraziare la gente per tutto il calore che mi dato in questi anni trascorsi a Ferrara. L’avevo solo trovato nelle piazze del Sud. Ferrara trasuda calcio, vive del suo storico passato che finalmente ora potrà rivivere. Son contentissimo che il mio nome sarà tra quelli che resteranno nelle memorie di molti tifosi ferraresi e sarà inciso sugli almanacchi che parleranno della storia spallina come uno di quelli che ha riportato la Spal dove merita. Questo è uno dei motivi per cui sono un po’ amareggiato, mi sarebbe piaciuto continuare a fare la storia della Spal. Pazienza, è andata così. Saluto tutti i tifosi e in particolare la Curva Ovest che mi ha dedicato anche un coro che ricorderò sempre e son contento di aver contribuito anch’io a riportare la Spal in A dopo 49 anni. Chiudo facendo un grosso in bocca al lupo per la stagione e spero di incontrarli al Mazza da avversario, ovviamente in serie A”.

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