Continua ad essere vivo il dibattito – inaugurato da un intervento di Luigi Marattin su Estense.com – sul conflitto d’interessi Atersir-Hera, che riguarda da vicino il Comune di Ferrara.
E dopo la risposta del sindaco e presidente di Atersir, Tiziano Tagliani, arriva via Facebook la risposta dello stesso consigliere economico del Governo che rileva alcuni errori nel suo ragionamento fino a dire che sul conflitto d’interessi «mi sembra non risponda affatto».
«Mi ha un po’ colpito il tono stizzito e persino alcune accuse (quando – una volta tanto – non ero stato polemico e anzi l’avevo persino lodato), ma ormai Tiziano da qualche anno ci ha abituato a incazzarsi un po’ quando qualcuno non la pensa esattamente come lui – scrive Marattin -. Tornando al merito, commette due errori piuttosto evidenti nel suo ragionamento».
Gli errori sarebbero relativi ai presunti limiti portati dal patto di stabilità per lo sfruttamento dei ricavi derivanti dalla vendita delle azioni Hera e poi il paragone con il conflitto d’interessi che lo Stato avrebbe con le sue partecipate.
Il primo errore, dunque, Tagliani lo compie «quando dice che le entrate da vendita di azioni Hera non sarebbero tutte utilizzabili per investimenti a causa dei “vincoli del Patto di Stabilità”. Il Patto di Stabilità – rileva Marattin – non esiste più da due anni (è stato sostituito dal pareggio di bilancio), ma questa affermazione non corrisponde a verità. Le entrate da riduzione di attività finanziarie (le somme che il comune incasserebbe se vendesse le azioni di Hera) sono perfettamente all’interno del saldo del pareggio: se entra 100, posso spendere 100. Nessun effetto quindi sul saldo della regola fiscale».
Secondo errore del sindaco «quando dice che lo stesso conflitto di interessi in capo ai Comuni ce l’ha lo Stato con le sue partecipate. Lo Stato – rileva ancora l’ex assessore comunale al Bilancio – ha numerose partecipazioni azionarie, è vero (e anche per me sono troppe). Ma in nessun caso di quelli citati da Tiziano lo Stato è allo stesso tempo regolatore e regolato. Non lo è in Eni o Ferrovie (dove esistono Authority indipendenti che – come sottolinea Eric Zaghini nel suo intervento – non esistono a livello locale), non lo è certamente in Finmeccanica (non è un monopolio naturale, quindi non esiste autorità di regolamentazione). Nel caso da me sollevato invece, un sindaco e’ allo stesso tempo azionista-regolato e regolatore. Qui sta il cuore del conflitto di interessi, al quale comunque Tiziano mi sembra non risponda affatto».
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