Lettere al Direttore
28 Maggio 2017

Gruppo di fedeli invia a Manchester la lettera del vescovo: “Delirante visione del mondo”

di Redazione | 7 min

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Gentili Dottori e Personale Sanitario del Pronto Soccorso e del Reparto di Medicina Interna dell'Ospedale di Cona, Mi rivolgo a Voi con un cuore colmo di gratitudine e ammirazione per il vostro straordinario impegno e dedizione nel salvare la vita della mia adorata...

Oltre il danno, la beffa, verrebbe da dire.. Non solo abbiamo assistito pochi giorni fa alla tragica morte di 22 persone mentre godevano di uno spettacolo musicale in una lontana città inglese (lontana? quanti sono i figli di italiani che studiano e/o lavorano in Regno Unito?) ma abbiamo sopportato anche che il nostro vescovo locale, sfruttando l’occasione di un evento così drammatico in modo da garantirsi il massimo della rilevanza mediatica, ci dispensasse per l’ennesima volta la sua delirante e soprattutto caricaturale visione del mondo e della storia.

Sarebbe interessante tradurre in inglese la lettera che il vescovo di Ferrara-Comacchio ha scritto dopo la strage di Manchester per poi inviarla al Manchester Evening News e al theguardian.com affinché i genitori e i parenti dei ragazzi rimasti uccisi nell’attentato possano – loro stessi attraverso la loro reazione – farci capire se ciò che stiamo affermando è sbagliato poiché nelle parole del nostro vescovo avranno sentito vicinanza, compassione e solidarietà.

Oppure – al contrario – qualora al già immane dolore che li attanaglia, se ne dovesse aggiungere altro a causa delle tristi, lontane, accusatorie e offensive episcopali parole, capiremo che la nostra analisi è giusta.

Infatti, ci chiediamo: veramente è spinto da amorevole e paterna comprensione colui che, rivolgendosi alle giovani vittime dell’attentato, scrive loro queste belle parole “Carissimi figli,…mi sento di chiamarvi così anche se non vi conosco……..vi ho sentiti legati a me in un modo speciale…” e poi, poche righe dopo, dice loro:

siete venuti al mondo, molte volte neanche desiderati, e nessuno vi ha dato delle ‘ragioni adeguate per vivere’

vi hanno messo nella società con due grandi principi: che potete fare quello che volete perché ogni vostro desiderio è un diritto; e l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo.

siete cresciuti così, ritenendo ovvio che aveste tutto. E quando avevate qualche problema esistenziale/c’era già pronta la seduta psicanalitica per risolvere questo problema.

si sono solo dimenticati di dirvi che c’è il Male.

siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto

non vi hanno aiutato a vivere • (n.d.r. la) Madonna $stringendovi nel suo abbraccio, vi consolerà di questa (n.d.r. vostra) vita sprecata, non per colpa vostra ma per colpa dei vostri adulti

I vostri adulti non dimenticheranno di mettervi sui marciapiedi i vostri peluche, i ricordi della vostra infanzia, della vostra prima giovinezza. E poi tutto sarà archiviato nella retorica di chi non ha niente da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita.

Scrivere la lettera rivolgendosi direttamente alle vittime morte è un artificio retorico molto furbo. E’ chiaro che le giovani vittime non sentiranno mai (per fortuna!) quelle parole.

Ma tanto quelle parole, anche se strategicamente il vescovo usa un furbesco “impersonale” per declinare i verbi e non usa mai le parole “i vostri genitori” ma usa più cautamente l’espressione “i vostri adulti”, non sono rivolte alle giovani vittime morte ma sono gravemente rivolte ai loro genitori .

Quei genitori sono quindi indirettamente e gravemente accusati di non avere allevato i figli secondo il giusto senso della vita: non li avrebbero portati – si desume – ad un concerto di una pop star internazionale altrimenti!

E’ questo l’unico collegamento logico che – con tutti gli sforzi cognitivi possibili – si riesce a ravvisare tra le episcopali invettive e l’inutile morte, come inutile era la loro vita, di queste 22 povere persone.

La cosa deprimente da un punto di vista umano (ancora prima che cristiano) è che il vescovo sa che i genitori delle vittime si stanno letteralmente liquefacendo di dolore in questo momento: ha ben presente che qualsiasi persona sedicente cristiana (figuriamoci un vescovo!) non può infierire sul dolore di chicchessia anche qualora colui che soffre, soffre a causa delle colpe di cui si è macchiato.

Ma no! il pastore non rinuncia all’occasione di sfruttare la situazione di estrema tensione sociale e dolore per cercare di convincere tutti riguardo a quello che lui da sempre va predicando.

Con quelle tristi parole in una finta lettera, il vescovo sta indirettamente dicendo a quei poveri genitori (e anche a tutta la società ) le seguenti cose: “vedete ?! voi state piangendo i vostri figli, la carne della vostra carne!! ciò che è successo è colpa anche vostra perché se aveste.

messo al mondo i vostri figli desiderati, e aveste dato loro delle ‘ragioni adeguate per vivere’

messo i vostri figli nella società con due grandi principi: che non possono fare quello che vogliono perché ogni loro desiderio non è un diritto; e l’importanza non è di avere il maggior numero di beni di consumo.

fatto crescere i vostri figli ritenendo ovvio che non avrebbero potuto avere tutto. E quando avevano qualche problema esistenziale/..non ci fosse stata per loro già pronta la seduta psicanalitica per risolvere questo problema ma li aveste portati in Chiesa per trovare una risposta

detto ai vostri figli che c’è il Male, il demonio in carne ed ossa (forse col forcone in mano ci viene da chiedere?)

fatto vivere ai vostri figli una vita sensata, insegnando loro il senso della vita avendo chiaro prima di tutto voi quale è il senso della vita.

se in definitiva aveste aiutato i vostri figli a vivere (quindi che razza di genitori siete se non lo avete fatto ?!)

tutto ciò non sarebbe successo !! non ci troveremmo a piangere i vostri figli così quasi senza ragione, perché tutta la società sarebbe diversa..e tutti sarebbero consapevoli che siamo dentro e dobbiamo combattere, una guerra di religione…!!”

La parte finale della lettera è poi sconcertante: vengono giudicate e condannate a priori eventuali forme e modi di esprimere la pietà verso i propri piccoli defunti….

Si parla di non liturgici funerali celebrati all’aria aperta; si condannano quegli amici e quei genitori delle giovani vittime che aggrappandosi a qualsiasi cosa che possa dare loro un po’ di consolazione (che -è vero!- a volte può prendere forme discutibili) piegati e inebetiti dalla disperazione metteranno il peluche preferito del proprio piccolo figlio saltato in aria e fatto a pezzi nel luogo stesso dove questo è accaduto….

La frase “E poi tutto sarà archiviato nella retorica di chi non ha niente da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita” è il suggello di chi ha in disprezzo le persone nonostante il Signore o per meglio dire la Vita (poiché il Signore non vuole certo la morte dei suoi figli) quelle stesse persone le stia mettendo a dura prova attraverso la perdita di un figlio.

Di fronte a tanta insensibilità e disumanità ci sentiamo disarmati ma allo stesso tempo ci domandiamo come possa la Chiesa ancora oggi sopportare che il popolo di Dio – troppo spesso abituato all’obbedienza, alla passività e poco al discernimento secondo coscienza – rischi di credere a quelle parole che – seppur vergate da un successore degli apostoli – non esprimono affatto la “visione cattolica” sul bene e sul male, sul mondo e sulla storia. Chiederemmo ai già citati giornali inglesi – ai quali potremmo inviare perché venga pubblicata la versione inglese della lettera del vescovo di Ferrara – di poter avere le eventuali lettere di risposta.

Saremmo curiosi di sapere cosa potrebbe scrivere in risposta a tanta insensatezza, un generico cittadino di Manchester, oppure un genitore di qualche vittima; un marito che ha perso la propria moglie insieme alla quale, ogni santo giorno e con fatica, stava crescendo dei figli sforzandosi di educarli al meglio.

Per concludere i ragionamenti intorno a questa (doppiamente) triste vicenda …e per buttarla un po’ sul leggero, oltremodo confortati dal sapere che una parte del clero della diocesi di Ferrara e Comacchio si dissocia dalle esternazione del suo pastore, ci sentiamo di liquidare la questione attraverso una sola ed efficace citazione cinematografica tratta dal film “ un sacco bello” del più noto regista comico romano tuttora vivente Carlo Verdone. Rivolgendosi al nostro ormai emerito vescovo ci viene da dire: “manco le basi del mestiere te ricordi$..!!!!“ e poi passeremmo oltre come oltre è già oggi la Chiesa di Ferrara e Comacchio!

Gioacchino Leonardi

Luca Marzola

Anna Zonari

Licia Baiesi

Teresa Cavalletti

Riccardo Gavioli

Cristina Simonato

Lella Moretti

Quratulain Shafqat

Paolo Pasini

Silvia Romagnoli

Rita Beltrami

Carola Ruggeri

Alessandro Leonardi

Sofia Leonardi

Raffaele Rinaldi

Antonietta Marchetti

Umberto Scopa

Francesca Rinaldi

Caterina Crea

Andrea Leonardi

Carlo Bartocci

Alessandro Tagliati

Pilitta Francesca

Susi Testoni

Genesio Nardoni

Silvana Onofri

Damiano Ansaloni

Cristina Michelazzo

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