Politica
28 Maggio 2017
Lettera indignata di 18 operatrici della scuola sulla rimozione dell'assessore

Caso Felletti, “politica mai così in basso”

di Redazione | 3 min

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Apprendiamo in queste ore che nei seggi della giunta comunale di Ferrara si è giocata una partita a cui non avremmo mai voluto assistere. Un gioco della sedia malato che sottrae un incarico ad un’assessora senza alcuna motivazione oggettiva legata al suo operato. Anzi… Si sottrae questa sedia pur lodando il suo operato”. La partita è quella che ha portato alla cacciata dalla giunta Analisa Fellletti. Il gioco è quello messo in atto dal Pd contro la nuova entrata in Mdp.

A commentare con sdegno quanto successo in municipio la scorsa settimana sono 18 lavoratrici della scuola che firmano una lettera definendosi tutte “di sinistra” e “arrabbiati” per “questo comportamento e terrorizzate dal cambio di colore della maglia”.

Tra i nomi figurano anche quelli di Margherita Aurora, Samanta Mezzetti, Margherita Muratori, Carla Bertolini, Pina Franca Bitti, Livia Bonfà, Sabrina Passarella, Emanuela Capitani e Mafalda Pau. Che “da personale che lavora nel mondo della scuola sottolineiamo soltanto l’ultimo dei risultati raggiunti in ordine di tempo, ossia il Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate all’accoglienza ed inclusione degli alunni stranieri”.

Il protocollo cui fanno riferimento è quello “fortemente voluto dall’assessora appena rimossa dall’allenatore non è forse la dimostrazione evidente della sintonia che esisteva tra lei e l’allenatore? Tante volte sulla stampa proprio in questi ultimi anni lo abbiamo sentito parlare di “Accoglienza, integrazione ed inclusione” (sono le tre parole con cui apre il Protocollo siglato dal Comune di Ferrara e il Miur). C’è qualcosa che ci sfugge… Si toglie un giocatore che segna? Si estromette da una squadra un elemento in forma, che ha stabilito empatia con il suo pubblico, che si è guadagnato il rispetto anche degli avversari?”.

Le 18 operatrici della scuola sostengono di non sentirsi fan di Annalisa Felletti, ma “non possiamo non riconoscere il valore del lavoro fin qui svolto. La coerenza e la caparbietà con cui ha portato avanti in concretezza le deleghe del suo assessorato. E dunque no, non desideriamo la sua panchina. E sì, fischiamo l’allenatore e il presidente di questa squadra che non ne stanno perseguendo il bene. E dunque, dalla nostra postazione, applaudiamo la giocatrice uscente suo malgrado (rimanendo nella metafora)”.

Ma le domande non sono finite: “perché l’allenatore ha fatto questa scelta di sostituzione della prima giocatrice? Perché la prima giocatrice ha comprato un paio di scarpe non dello sponsor tecnico? E se le avesse scelte perché più consone a far bene il suo ruolo?”.

E la risposta non ammette repliche: “peccato che non si stia parlando di sport, purtroppo. E dunque sappia l’allenatore che non siamo tifosi, che per amor di maglia fischiano ma non mollano la squadra. Siamo cittadini e non amiamo questi beceri giochi di potere sulle nostre pelli. Quella maglia potrebbe presto avere un altro colore. Un così basso livello della politica, più attenta alle sedie degli amici che al merito non l’avevamo mai visto”. 

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