Politica
23 Maggio 2017
In una lettera il commiato dell’assessora "cacciata", tra Calvino e ringraziamenti

L’addio della Felletti: “Contano più le idee delle poltrone”

di Redazione | 4 min

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Annalisa Felletti

Cita Calvino, ripercorre il lavoro svolto e invia i suoi personali ringraziamenti. In primo luogo al sindaco. Annalisa Felletti affida alla stampa una lettera di congedo dopo la revoca formale del suo incarico in giunta.

Dopo le dichiarazioni a Estense.com, che aveva scoperchiato il caso, l’ex assessore all’istruzione e pari opportunità del Comune di Ferrara era rimasta in silenzio, “perché il frastuono che sentivo dentro – spiega ora – era di per sé assordante, scelgo di intervenire ora, per rispondere all’esigenza di dire “grazie””.

E il primo grazie è diretto a Tagliani, “che mi ha dato l’opportunità di fare quest’esperienza in questi 3 anni, in funzione della quale sono cresciuta non solo come donna, ma anche come cittadina. Un grazie poi va “a tutte le persone che militano nelle più diverse associazioni cittadine con le quali credo abbiamo costruito importanti relazioni e percorso un pezzo di strada assieme sul sentiero dei diritti, che necessariamente devono essere per tutti, perché altrimenti non sono diritti, ma privilegi”. Infine un grazie “a tutti i dipendenti del Comune di Ferrara, che mi sono sempre stati al fianco, che mi hanno sempre offerto supporto e sostegno, trovando in ciascuno di loro competenza, umanità, disponibilità e partecipazione”.

Mancano, non a caso, ringraziamenti diretti a componenti del consiglio comunale. Ma la Felletti prosegue la sua lettera citando un passo de “Le città invisibili” di Italo Calvino per spiegare “tutto ciò che è capitato negli ultimi giorni della mia esperienza di assessora”: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, se c’è n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

“Ho fatto la mia scelta sin dal primo giorno di giugno di quasi tre anni fa – riprende la Felletti -, durante i quali ho sempre cercato di riconoscere chi e cosa non era l’inferno, farlo durare e dargli spazio”.

Per quanto concerne il “chi”, “la risposta è facile: le oltre 3.000 bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle scuole della città che in questi 3 anni hanno salito lo “scalone” per entrare in municipio e renderli partecipi della vita delle Istituzioni cittadine, in una sorta di educazione civica sul campo. Penso poi alle famiglie, e a singoli cittadini ai quali ho cercato di offrire se non sempre soluzioni, almeno risposte alle questioni che mi venivano sottoposte”.

Per quanto concerne invece il “cosa” non era l’inferno, “la risposta è necessariamente più articolata, e penso a tutte le politiche agite e le azioni promosse per rendere più prossima l’amministrazione comunale alle famiglie ferraresi, penso ai progetti per rendere la comunicazione con gli utenti più performante, come la creazione dell’apprezzato servizio di newsletters; così come il progetto del nuovo sito internet dell’Istituzione Scuola che presto sarà attivato. Penso poi a tutte le politiche messe in campo per rendere le nostre scuole più accessibili e inclusive, all’interno delle quali l’integrazione sociale e culturale dei minori sia maggiormente esigibile”.

In questo senso vengono ricordati il corso di progettazione senza barriere attivato in collaborazione con gli istituti Dosso Dossi e Aleotti; così come il Protocollo per l’integrazione scolastica degli alunni stranieri condiviso e sottoscritto con tutto il mondo della scuola cittadino e con le parti sociali; l’aver stabilito la soglia di esenzione dal pagamento delle rette e tariffe di servizi educativi e scolastici, di importo più alto nel panorama regionale; il nuovo servizio di fornitura dei testi scolastici direttamente in classe il primo giorno di scuola.

“Penso infine – aggiunge – che non era l’inferno (anche se sono certa che per qualche integralista ed oscurantista, forse è lì che dovrei bruciare) tutto ciò che è stato fatto per rendere la nostra città, più plurale e rispettosa di ogni differenza. Penso ad esempio all’aver programmato in accordo con Udi per il prossimo novembre, il Premio nazionale “Immagini Amiche”, che metterà Ferrara al centro della riflessione sulla proposizione di un’immagine della donna nella comunicazione, più rispettosa della sua dignità. Oppure al quaderno “Oltre gli stereotipi di genere” per i professionisti della Salute, per promuovere buone prassi, non giudicanti, nei confronti delle persone lgbti”.

Ora la Felletti cercherà di portare avanti gli stessi argomenti all’interno del nuovo contenitore politico “Articolo1”, che si sta strutturando in provincia di Ferrara, “un luogo in cui contano più le idee delle poltrone”..

E qui arriva la frecciata: “infatti, probabilmente, uno “strapuntino” già mi era stato offerto ma l’ho prontamente rifiutato: queste dinamiche le lascio volentieri ad altri o altre… che solo perché sono “fedelissime” al “capo” sono così ricompensate. Un brutto messaggio da dare ai giovani, soprattutto se praticato da giovani: perché sembra che conti più la fedeltà della lealtà”.

La lettera si conclude con gli” auguri di buon lavoro a chi mi succederà”.

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