Don Domenico Bedin
Formignana. Sulla vicenda dei richiedenti asilo arrivati a Formignana, che ha acceso polemiche e preoccupazioni, dopo il sindaco di Formignana è intervenuto anche don Domenico Bedin, rappresentante della cooperativa sociale Meeting Point che si è occupata dell’inserimento dei nuovi arrivati in una casa privata.
Don Bedin risponde alle critiche del responsabile Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord, Nicola Lodi, respingendo con forza l’accusa “troppo facile” di lucrare – “la parola significa in questo contesto “guadagno con mezzi illeciti o sulle disgrazie altrui” – sui rifugiati. “Quando la Coop avrà espletato tutte incombenze relative all’accoglienza ed assistenza degli ospiti – dice don Bedin – resterà forse qualche soldo che la Coop investe nel sociale come per l’inserimento lavorativo di detenuti o di giovani in difficoltà… Questo è il mio stile da sempre e Nicola lo sa bene. A proposito: caro Nicola ti ho visto per la prima volta nelle vesti di Naomo… sei sprecato! Staresti meglio a lavorare con me magari a dirigere una comunità”.
A parte le parole rivolte a ‘Naomo’, don Bedin precisa che “la Meeting Point ha partecipato ad un bando della Prefettura di Ferrara nel novembre scorso e ha messo a disposizione 50 posti”. “Ritengo – continua – che lavorare per l’accoglienza in questo momento sia un atto di grande solidarietà umana e di collaborazione con lo Stato Italiano che a differenza della maggior parte dei Paesi europei ha fatto una scelta di altissima responsabilità politica e culturale. Inoltre pensiamo di concretizzare gli inviti di Papa Francesco e del direttore della Migrantes Italiana Mons Perego. Attualmente la Coop ha già accolto 48 persone in varie comunità tra le quali quella di Formignana che ne ospita dieci. Escludo pertanto che la Meeting Point possa essere in procinto di accoglierne addirittura 40-50 tra Tresigallo e Formignana come affermato da Lodi Nicola tramite stampa. Anzi ritengo queste affermazioni “arrecato allarme sociale” e lesivo della attività della Cooperativa”.
“Purtroppo – aggiunge – sempre a causa del ripetersi di presidi e manifestazioni contro l’accoglienza (vedi Gorino che ci ha ridicolizzati ovunque), abbiamo dovuto attenerci alle indicazioni della Prefettura che ci invitava di tenere riservati i luoghi di accoglienza e che ci ha avvisati dell’arrivo dei dieci giovani africani solo 24 ore prima. Appena siamo stati avvisati, e avvisato anche il sindaco di Formignana, ci siamo resi disponibili ad ogni progetto di integrazione e collaborazione che nel corso del tempo potremo mettere in atto. Anche il Parroco della parrocchia con la sua Caritas ci ha ricevuti ed è disponibile a lavorare insieme. Penso che questo sia strategico perché il limite maggiore dell’accoglienza fin qui sperimentata in Italia consiste nel non coinvolgere a sufficienza gli ospiti in forme di volontariato-restituzione: loro cadono in una forma di limbo deprimente e la cittadinanza percepisce una situazione di ozio irritante. Tuttavia, mentre siamo disponibili e desideriamo ogni consiglio e anche richiamo nell’eventualità di problemi emergenti, riteniamo che il controllo sulla gestione rimanga a capo della Prefettura alla quale dobbiamo rispondere per contratto”.
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