Copparo
19 Marzo 2017
Fiom Cgil: "L'infortunio sul lavoro è sempre il fallimento della politica della sicurezza"

Operaio perde il braccio, destino o mancata prevenzione?

di Redazione | 2 min

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(foto di archivio)

Tamara. Vicinanza e solidarietà per l’operaio che ha perso il braccio nel nastro trasportatore e sgomento, indignazione e preoccupazione per la potenziale pericolosità che è ancora presente nei luoghi di lavoro. E’ il doppio binario, umano e sindacale, su cui viaggia la Fiom Cgil dopo il grave incidente occorso mercoledì scorso presso l’impresa Zoffoli Metalli a Tamara.

“L’infortunio in occasione di lavoro è sempre il fallimento della politica della sicurezza e della prevenzione e lo è ancor di più quando le conseguenze patite come in questo caso pongono le cure sanitarie nella impossibilità di poter limitare i danni di una menomazione permanente” dichiarano i sindacalisti Samuele Lodi e Riccardo Grazzi, secondo cui, “con il dovuto rispetto per la penosa esperienza personale dell’uomo e del lavoratore, c’è bisogno di sollevare la vicenda perché essa chiede di vedere riconosciuta l’ingiustizia subita che in fondo è il primo grande risarcimento, la vera riparazione al danno fisico e morale”.

Per questo la Fiom Cgil annuncia che “seguirà con interesse l’evoluzione delle indagini e le determinazioni a cui gli organi di controllo e di garanzia perverranno, con la fiducia che riponiamo nella giustizia e nei soggetti che la debbono amministrare”, auspicando che “questo infortunio, come tutti gli altri, sia affrancato dal dubbio che il suo verificarsi possa essere addebitabile al destino, in quanto il destino è il nome comune che noi diamo a tutti gli eventi su cui non riusciamo ad esercitare la nostra influenza, quelli su cui non abbiamo il controllo, semplicemente perché non sono frutto delle nostre scelte”.

“La prevenzione della sicurezza deve invece essere il risultato di scelte ed azioni congegnate per migliorare le condizioni di salvaguardia di chi lavora o al minimo per valutare anticipatamente i rischi e contenerli – asseriscono Lodi e Grazzi – e quindi non ha nulla a che fare con il destino, ma interagisce più concretamente con le norme di legge, gli adempimenti obbligatori previsti dalle normative e persino quelli suggeriti dai principi della precauzione e dell’etica”.

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