di Cecilia Gallotta
“Fra ali di folla festante e l’incessante suono delle campane, la città è adorna di drappi”: è così che Ferrara ha fatto un salto nel tempo sabato pomeriggio, in attesa dell’arrivo in piazza Municipale del corteo storico che ha rievocato l’ingresso in città della prima duchessa estense, Eleonora d’Aragona.
Una schiera di 250 figuranti del Palio di Ferrara ha marciato ininterrottamente da Palazzo Schifanoia per le vie più caratteristiche del Rinascimento ferrarese, percorrendo via Scandiana, Borgo di sotto, via Saraceno, via Mazzini, piazza Duomo per concludere trionfante in piazza Municipale. Un susseguirsi di dame e cavalieri, duchi e nobili, seguiti parallelamente da un’altrettanta interminabile schiera di visitatori che, catapultati nei suggestivi fasti di corte del 400 e 500, ha voluto percorrere gli stessi passi.
Tante diverse provenienze, accenti meridionali, del centro Italia e visi anglosassoni hanno caratterizzato la folla di gente che, come nel 1473, attendeva la futura sposa di Ercole I d’Este, in un alternarsi incessante di squilli di trombe e rulli di tamburi. Ad allietare l’attesa, il racconto della leggenda del Drago, che ogni anno faceva fuoco e fiamme della città. In cambio di pace e tranquillità, sequestrò una giovane fanciulla dalle rosse guance, che dopo varie peripezie fu messa in salvo dal giovane peregrino Lancillotto, con cui il Drago non aveva fatto i conti.
All’arrivo di Eleonora d’Aragona, che abbandona il corteo e percorre le gradinate della residenza Municipale, fanno eco le campane del Duomo, per le quali “si ringrazia la Curia, l’Associazione Campanari di Ferrara, nonché l’Ente Palio per tutto l’evento”.
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