di Cecilia Gallotta
“Si chiama bagno di suoni perché la sensazione che dona è quella di una vera e propria immersione a chi partecipa”, come spiega il gong master Roberto Ananda Piscitelli, che presso il centro olistico Ajna Asd mette a disposizione le sue capacità e i suoi strumenti attraverso la disciplina ancora poco nota come “bagno di Gong”.
Si tratta di un “viaggio nel suono” ad occhi chiusi, dove protagonista è il Gong, che con il suo suono potente produce vibrazioni capaci di trasportare chi ascolta fuori dal ‘qui e ora’. Ad accompagnare il Gong, che “fa del suo maestro lo strumento, e non il viceversa”, ci sono tanti altri strumenti di origine orientale o africana come tamburi, cimbali, sonagli, conchiglie, koshi, kalimba o campane tibetane.
“I suoni agiscono su ogni parte del corpo, sulla pelle, sulla circolazione, sul battito del cuore e sulla respirazione”: una cosa che si può toccare con mano sperimentando la pelle d’oca provocata dal suono di particolari strumenti, o l’accelerazione del battito del cuore solitamente a seguito dei suoni più potenti. Nel momento in cui ci si lascia trasportare dalla propria interiorità è frequente un senso di straniamento, di travolgimento in una dimensione fatta soltanto di sensazioni. Una dimensione su cui non siamo certo abituati a concentrarci nella vita di tutti i giorni, e che apre la possibilità di mettere a fuoco sensazioni del nostro profondo su cui riflettere anche in un secondo momento.
Fu lo scienziato giapponese Masaru Emoto a studiare l’effetto della vibrazione del Gong applicato all’acqua, sottoponendo diverse bottiglie d’acqua ad intenti rispettivamente positivi e negativi (musica classica e armonica piuttosto che affermazioni di odio) e successivamente congelandole. Fu evidente la differenza fra i cristalli formatisi su tutte le bottiglie d’acqua: se i primi mostravano linee armoniose e belle da vedere, i secondi erano spezzati e disarmonici.
Un esperimento che è possibile tramandare anche durante il bagno di Gong, attribuendo un intento ad una propria bottiglia d’acqua prima di iniziare, successivamente esposta alle vibrazioni del gong esattamente come la persona. Il corpo si nutrirà ulteriormente delle vibrazioni ricevute bevendo l’acqua, che andrà a far parte del 75% di cui è costituito il nostro corpo.
Il bagno di Gong fu unito alla disciplina dello yoga dal maestro Yogi Bhajan, e successivamente portato in Europa dall’ex attore canadese Don Correaux: “l’ambito filosofico è certamente lo stesso: è un modo per prendersi cura del proprio corpo, della propria mente e della propria anima”. Per il resto, bisogna provare.
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