Attualità
25 Gennaio 2017
Cerimonia per ricordare gli ebrei ferraresi deportati e i poliziotti che tentarono di salvarli

Alla caserma Bevilacqua la memoria è un dovere

di Redazione | 3 min

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Ferrara si prepara a celebrare il Giorno della Memoria in uno dei suoi luoghi simbolo, la caserma Bevilacqua, dove furono reclusi gli ebrei ferraresi nel ’44 prima di essere deportati. La cerimonia, alla quale parteciperanno autorità civili, militari e religiose, si terrà giovedì 26 gennaio alle 10.30 presso la caserma di corso Ercole I d’Este 36.

La commemorazione partirà dal cippo in ricordo delle vittime dell’Olocausto perché “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” come recita la frase di Primo Levi incisa sul monumento nel cortile della caserma. Dopo la deposizione della corona d’alloro e la presentazione del lavoro di ricerca degli studenti del liceo “Dosso Dossi”, la cerimonia entrerà nel vivo con i saluti del presidente della Comunità Ebraica Andrea Pesaro e l’intervento del questore Antonio Sbordone sul tema “Il dovere verso la legge e il dovere verso l’uomo”.

Perché si celebra la memoria presso una caserma della polizia di Stato? E’ fondamentale conservare la memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti davanti a questo cippo commemorativo, eretto nel 2013 su iniziativa della polizia e realizzato dagli studenti del liceo artistico, dedicato ai cittadini di religione ebraica che furono temporaneamente ristretti nella caserma Bevilacqua a seguito delle retate del febbraio 1944 prima di essere avviati al campo di concentramento di Fossoli e, successivamente, ai campi di concentramento e sterminio dislocati in territorio tedesco e polacco, dai quali solo pochi fecero ritorno.

L’organizzazione storica dell’iniziativa è stata curata dalla professoressa Anna Maria Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. In particolare un gruppo di studenti del liceo Dosso Dossi esporrà l’esito delle ricerche storiche compiute proprio sugli accadimenti del 1944 a Ferrara, nella caserma Bevilacqua.

Questa iniziativa, infatti, rappresenta un percorso di preparazione e di ricerca svolte dai ragazzi insieme ai loro insegnanti e ai collaboratori dell’istituto, sottolinea la professoressa, “perché l’obiettivo che ci siamo posti dall’inizio è stato evitare un’esperienza solamente emotiva, senza la componente della riflessione”.

Il progetto ruota intorno all’idea di un apprendimento critico, lontano dal ‘dovere della memoria’. Ha perciò coinvolto i ragazzi del liceo artistico Dosso Dossi attraverso cicli di incontri, lavori di ricerca sulla comunità ebraica ferrarese e sui suoi componenti, la realizzazione di mostre presso il Meis e l’approfondimento degli avvenimenti riguardanti la caserma Bevilacqua con lo scopo, spiega la professoressa Quarzi, di far conoscere ai ragazzi ciò che è successo nella loro città, il fatto che i luoghi che vivono quotidianamente sono stati teatro della privazione di diritti e che è accaduto a cittadini pienamente integrati nella vita della comunità ferrarese, di cui anzi spesso erano i protagonisti.

L’intervento del questore costituisce invece un’autentica novità nelle celebrazioni del giorno della memoria. Infatti verrà toccato il delicato tema del dovere verso la legge e il dovere verso l’uomo e quindi parlerà agli studenti di persone delle istituzioni che si sono prese la responsabilità personale di salvare cittadini italiani di origine ebraica andando contro le leggi che avrebbero dovuto rispettare: una storia sconosciuta a molti e che merita di essere raccontata, recuperando materiali e documenti che possano restituire alla memoria il sacrificio di quei poliziotti che si sono sacrificati ed impegnati a difendere i cittadini dall’oppressione del nazifascismo.

L’intervento si focalizza sulle brevi biografie di alcuni uomini della polizia di Stato che, nonostante gli ordini, favorirono i cittadini e del significato di quell’azione silenziosa e discreta dettata dalla propria coscienza e da un autentico senso del dovere nei confronti della dignità umana e delle istituzioni.

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