Comacchio
20 Gennaio 2017
Lo invoca Legambiente. Mentre il M5S chiede alla Regione di costituirsi parte civile

Sentenza ‘Regina Mare’: “Ora si indaghi su 15 anni di procedure urbanistiche”

di Redazione | 3 min

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Raffaella Sensoli

Comacchio. Ha prodotto più di una reazione la condanna per abuso  edilizio per la costruzione del residence “Regina Madre” di Lido Pomposa.

Da una parte il Movimento 5 Stelle chiede alla Regione di costituirsi parte civile e tutelarsi in sede legale nei confronti dei condannati, dall’altra Legambiente invoca l’apertura di un’approfondita analisi delle procedure urbanistiche degli ultimi 15 anni nel Comune di Comacchio.

Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, ha infatti presentato una interrogazione all’indomani della sentenza di primo grado che ha condannato un gruppo di imprenditori edili comacchiesi e un dirigente del Comune del Delta per quello che i giudici hanno definito un “colossale abuso edilizio”. “Alla luce di questa sentenza di condanna – spiega la Sensoli – crediamo che la Regione non possa più restare a guardare. Visto che quanto accertato e stabilito nella condanna va contro gli obiettivi e le prescrizioni di un atto programmatorio fondamentale della Regione, attuato tramite il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), rappresentando così vulnus profondo ed evidente delle finalità di tutela e qualificazione del nostro territorio, crediamo che ci siano tutti i presupposti per poter agire”.

Per questo nella sua interrogazione la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle chiede alla Regione se non ritenga opportuno tutelarsi in sede legale nei confronti dei condannati visto che sarebbe evidente il mancato rispetto di disposizioni del piano territoriale provinciale di coordinamento, strumento attuativo della pianificazione regionale avvenuta con il Ptpr. “Inoltre, visto che in questa vicenda sono state accertate precise responsabilità da parte di un dirigente del Comune di Comacchio, la Regione dovrebbe esigere la sua immediata sospensione cautelativa. Questa condanna – conclude Raffaella Sensoli – dovrebbe far riflettere sia la Giunta comunale che quella regionale sul modello di sviluppo turistico che si vuole dare all’ormai tormentata area del Delta del Po”.

Da parte sua Legambiente commenta positivamente il risultato dell’inchiesta sul Residence “Regina Mare” a Lido di Pomposa. Una vicenda su cui Legambiente Emilia Romagna ed il circolo Legambiente di Comacchio erano coinvolti da tempo, tanto da portare l’associazione a più di una segnalazione in procura tra il 2008 ed il 2016. Un caso importante questo ma non isolato, date le numerose segnalazioni dell’associazione su più di una vicenda urbanistica e le diverse battaglie in corso sul piano legale.

“Un avvenimento, quello di ieri – commenta l’associazione ambientalista – che conferma i dubbi di Legambiente sulla gestione a dir poco opaca delle procedure urbanistiche avvenuta negli ultimi 15 anni nel Comune ferrarese. Fatto già grave in se, ma ancora peggiore se consideriamo l’importanza naturalistica e di preservazione della biodiversità di una delle aree più delicate della regione come quella del Delta del Po, da troppi anni sotto attacco del cemento”.

“Ora – invoca l’associazione – si apra subito una approfondita analisi delle procedure urbanistiche che in questi anni hanno portato troppe volte a superare i molti vincoli ambientali derivanti da norme nazionali, oltre che dallo stesso Piano Paesistico Regionale,  e hanno riguardato tanto le scelte del Comune di Comacchio quanto i pareri della Provincia di Ferrara”.

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