Una “nebulosa tecnica, normativa e procedurale” aleggia sui lavori allo stabulario Unife. La consigliera del M5S Ilaria Morghen, che aveva chiesto un sopralluogo della vigilanza edilizia per verificare la regolarità del cantiere, rimane “perplessa e insoddisfatta” per l””approssimazione” con cui è stata effettuata la visita tecnica al Polo chimico biomedico di via Fossato di Mortara.
L’ispezione avrebbe dovuto mettere in luce eventuali abusi edilizi derivati da alcuni interventi eseguiti prima del rilascio dell’autorizzazione. E invece “il verbale del sopralluogo, sottoscritto dai tre tecnici comunali incaricati, risulta essere un imbarazzante copia-incolla della ‘relazione generale’ presentata al Comune dalla ditta esecutrice dei lavori” riferisce la Morghen.
“In questo evidente copia-incolla, così come nella documentazione fotografica, non vi è traccia delle più rilevanti modifiche prospettiche apportate quali, ad esempio, la chiusura delle aperture sul fronte ovest dell’edificio. Semplice dimenticanza?” si domanda la consigliera pentastellata che continua a nutrire dubbi sulla correttezza procedurale della delibera di ‘autorizzazione al rilascio di variante al permesso di costruire in deroga alle norme del Rue vigente richiesto dall’Università di Ferrara per la realizzazione del nuovo edificio universitario’, sede della sperimentazione animale.
“Non è stato ancora chiarito se, trattandosi di una variante in deroga al Rue, come è stato esplicitamente richiesto anche durante la terza commissione consiliare, tali lavori potessero essere realizzati, come è di fatto avvenuto, ante rilascio della necessaria autorizzazione per voto di approvazione del consiglio comunale. Ma in questo caso, quel che è certo, viene richiesto al consiglio una mera presa d’atto di una situazione già esistente, non certo un voto di approvazione”.
Per questo il M5S ha presentato al segretario comunale e al presidente del consiglio comunale la richiesta di impedimento alla presa in carico della delibera da parte del consiglio, una sorta di stop alle varianti in corso d’opera perché “è indispensabile che l’amministrazione risponda in merito alla situazione normativa che condiziona la richiesta di varianti edilizie che necessitano del voto di autorizzazione del consiglio comunale. È ragione di legge e di buon senso, prima di preparare le delibere consiliari di urbanistica”.
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