Economia e Lavoro
6 Dicembre 2016
Il presidente Maiarelli: “Non ci sono giudizi sul ravennate, la nostra è una logica progettuale”

Unindustria: “Guardiamo a Modena per l’accorpamento”

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

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Roberto Bonora e Riccardo Maiarelli

Roberto Bonora e Riccardo Maiarelli

di Silvia Franzoni

Il processo di riassetto della Camera di Commercio di Ferrara, obbligatorio con la riforma che prevede l’accorpamento di quelle con meno di 75.000 imprese iscritte, come Ferrara appunto, vede ormai due fronti contrapposti. È da tempo che le associazioni discutono se individuare l’ente con cui fondersi in Emilia o in Romagna, ma non si riuscirebbe oggi – parola del presidente Unindustria Riccardo Maiarelli – a dire quanti dei 28 voti del consiglio camerale propendano per l’una o l’altra risoluzione. Confartigianato ha recentemente ribadito di preferire Modena a Ravenna, e il sostegno ad una fusione con la città emiliana arriva anche da Unindustria – e dai consiglieri Luca Zaghi, Luciano Pollini, Domenica La Valle e Adriano Paltrinieri.

“Non vogliamo rompere l’unità della Camera di Commercio – annuncia preventivamente Maiarelli –, ma noi abbiamo fatto valutazioni diverse dalle altre organizzazioni: è una scelta che avrà ripercussioni ad ampio raggio, nel lungo periodo, e noi guardiamo all’Emilia, e a Modena”.

La riforma degli enti – “nel testo c’è poca chiarezza nelle destinazioni”, lamentano in conferenza stampa –  non tocca la Cciaa di Bologna, che persiste in qualità di ‘città metropolitana’, e quindi la esclude dalla rosa di soluzioni papabili. Modena è sopra soglia e non ha per tanto alcuna necessità di fondersi; nel caso lo facesse, la scelta più facile sarebbe guardare a Reggio Emilia. Il contesto in cui si muove la preferenza di Confartigianato e Unindustria è quindi complesso: “ci sono state difficoltà, ma recentemente Modena sta prendendo in considerazione che accorparsi con Ferrara sia più un’opportunità che un obbligo”.

indexA volgersi verso Modena è una somma di considerazioni “che non sono dimensionali, ma sono guidate da una logica progettuale”, continua Maiarelli, “perché le assi dello sviluppo per il territorio sono quelle emiliane”. Quello che si configura come un vero e proprio corteggiamento è insomma dettato da diversi “aspetti economici”. Anzitutto le relazioni delle imprese ferraresi, che “per oltre l’80% hanno rapporti commerciali stabili con l’Emilia”, e la loro natura, “un sistema manifatturiero a vocazione metalmeccanica”; ad indicare come destinazione naturale l’Emilia ci sarebbero poi i collegamenti infrastrutturali già in essere, le già esistenti aree vaste con Bologna (sanità e trasporti), e il profilo turistico-culturale che il Ducato Estense sta disegnando per Ferrara, sempre più vicina a Modena e Reggio Emilia. Si aggiunga poi la maggior facilità con cui, in ragione della natura omogenea delle imprese emiliane, la Camera di Commercio di Ferrara saprebbe rispondere al compito di gestione dell’alternanza scuola lavoro, come è chiamata a fare dalla recente riforma della ‘Buona Scuola’. “Le università della Romagna – continua Maiarelli – sono poi tutte succursali di quelle dell’Emilia”.

“Non ci sono in essere valutazioni sul territorio del ravennate, la ragionevolezza delle situazioni presenti ci spinge ad individuare Modena come destinazione naturale”, aggiunge il direttore Unindustria Roberto Bonora. La costruzione del consenso – perché sono 19 i voti necessari al consiglio camerale per votare la decisione – passa poi per la replica alle ragioni della scelta ravennate, ovvero dell’attenzione che si dovrebbe al turismo quale settore trainante: “cosa che non è affatto in contraddizione con la nostra scelta – fa sapere in conclusione Bonora – perché è indubbia l’importanza del turismo, ma per questo è già in essere un’area vasta con la Romagna”.

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