di Mattia Vallieri
“Ferrara è una città sostanzialmente morta, sotto il controllo della Chiesa che non è in grado nemmeno di ribellarsi di fronte al fallimento della sua banca”. È un Vittorio Sgarbi come sempre molto diretto e polemico quello che si presenta all’incontro organizzato all’Ibs per presentare il libro di Paola Bassani, ricco di aneddoti sulla vita del padre, dal titolo ‘Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia’.
Secondo il critico d’arte “i turisti vengono a Ferrara per vedere il giardino dei Finzi Contini di Bassani che in realtà non si trova in Ercole I d’Este ma a centinaia di km da Ferrara vicino a Latina nel giardino di Ninfa”.
Ma le stoccate alla città non finiscono qua: “Il Meis lo ho ideato e pensato io quando ero sottosegretario del governo Berlusconi, considerato fascista perché ancora doveva arrivare Renzi – tuona Sgarbi -. Nonostante nasca da un mio progetto nessuno mi ha mai invitato, chiesto pareri o inserito in qualche comitato”.
Venendo alla figura di Giorgio Bassani il critico d’arte ricorda come “un terzo del libro di mio padre è dedicato alle conversazioni con Zurlini e Bassani. Tutti ritenevano sarebbe stato meglio fare girare ‘Il giardino dei Finzi Contini’ proprio a Zurlini anziché a De Sica”. A dargli manforte nel ricordo è proprio Paola Bassani: “Spesso andavamo a trovare la famiglia Sgarbi nella loro casa di Ro – sottolinea la presidente della Fondazione Bassani -. Ho un’immagine bellissima di casa loro con i nostri genitori che parlavano e noi rimanevamo zitti ad ascoltare”.
“Proust raccontava cose che si esaurivano nel suo cuore, le storie di Bassani invece entrano nel cuore di tanti e ‘Il giardino dei Finzi Contini’ si immette di diritto all’interno dei più grandi libri del 900” afferma Sgarbi, non facendo mancare qualche polemica al libro di Paola Bassani: “Nel suo lavoro non ho trovato nemmeno una parola su un grande critico letterario come Contini che manifestò il suo odio verso Bassani ed infatti i due non si sono mai frequentati – afferma l’ex sottosegretario -. Lo stesso Contini affrontò la critica sul ‘Gattopardo’ solamente all’interno delle tre righe in cui parlava del ‘Giardino dei Finzi Contini’”.
Proprio ‘Il gattopardo’ uno dei meriti di Bassani: “Fu lui a capire che eravamo di fronte ad un capolavoro e riuscì a farlo uscire dall’embargo comunista degli editori del tempo come fece anche con ‘Il dottor Zivago’ di cui aiutò la divulgazione in Italia”. “La famiglia Bassani é stata felice a suo modo, Bassani amava la mondanità ed il tennis, infatti era uno dei soci del circolo esclusivo Parioli” racconta Filippo La Porta, sostenendo che “lo scrittore era una via di mezzo tra impegno civile e misantropia, vista però come odio delle dinamiche di potere della vita sociale”.
La Porta cita infine alcune parti del libro: “Una delle immagini più belle é quando la figlia chiede al padre se fosse ateo e Giorgio Bassani le rispose di essere laico e di avere una propria visione della religione – spiega il saggista -. Molto commuovente le pagine dedicate alla pedagogia in cui il padre Giorgio influenza il pensiero della figlia senza mai oltrepassare un certo limite e mi ha ricordato la scena di Dante e Beatrice che superano la luna”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com