Argenta
26 Agosto 2016
Giovedì incontro con la cittadinanza alla Casa del Volontariato, non sono mancate le critiche

Due strutture per accogliere 18 migranti ad Argenta

di Redazione | 3 min

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Presso l’Aula Magna della Casa del Volontariato, ad Argenta, nella giornata di giovedì 25 agosto, si è tenuto un incontro per illustrare alla cittadinanza il progetto di accoglienza sul territorio di richiedenti asilo e rifugiati. Sono intervenuti Samulea Pamini, Assessore ai Servizi Sociali e alle Pari Opportunità, Federico Tsucalas, responsabile del settore accoglienza di Camelot e Guendalina Mantovani, referente per il territorio per la medesima associazione.

La prima cosa che salta agli occhi all’arrivo è la presenza delle forze dell’ordine che schierano tre macchine dei carabinieri, una della polizia e una della polizia municipale. Gli strascichi di Gaibanella e la grande polemica che ultimamente suscita il tema accoglienza nel territorio ferrarese si possono, così, notare fin da subito. In realtà durante tutto l’incontro il tono è stato pacato nonostante alcuni interventi, piuttosto circoscritti, evidentemente in contrasto con la politica di accoglienza.

Durante la prima fase Samuela Pamini e Federico Tsucalas hanno esposto dettagliatamente il progetto spiegando le modalità di accoglienza – che verrà divisa tra due strutture – e senza tralasciare le problematiche che indubbiamente questa può causare. I nuovi migranti accolti saranno diciotto, tutti di seconda accoglienza, non si parla quindi di nuovi arrivati ma di persone che si trovano già in territorio italiano. Inoltre, sottolinea Tsucalas, “nel caso del territorio di Argenta le persone accolte hanno una protezione, sono già passate dalle commissioni territoriali e sono titolari di permesso di soggiorno o per motivi umanitari o per motivi di protezione sussidiaria”. Si tratta di un progetto inserito nell’ambito Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che ha tre linee guida fondamentali: l’accoglienza, la protezione e l’integrazione. Viene quindi sottolineato che non si tratta di una situazione emergenziale, ma di una proposta strutturata che alla basilare accoglienza (vitto e alloggio) affianca la protezione che prevede la tutela legale e l’accompagnamento durante il processo di richiesta di asilo, e l’integrazione per cui si promuovono corsi di italiano, attività socializzanti, formazione e supporto al lavoro e volontariato.

Terminata la presentazione è stato il momento delle domande che spaziavano da richieste come la descrizione di una giornata tipo a asserzioni su una presunta inagibilità di uno degli stabili in cui verranno accolti, da esternazioni preoccupate riguardo alla sicurezza fino a richieste riguardo alla quantità di soldi investiti per l’intero progetto e per ciascun migrante. In sala era presente anche Nicola Lodi (Lega Nord) che interviene criticando il progetto non in base alle proposte avanzate (“un assessore che fa una premessa di questo tipo credo sia da promuovere in tutta Italia perché se quello che è stato detto fosse rispettato sarei il primo a dire ad Argenta portiamone quaranta invece di venti”) ma in quanto, a suo parere, destinato a fallire come altri progetti del territorio ferrarese e nazionale.

Si è discusso molto dell’inagibilità di uno stabile che ha però ottenuto l’agibilità dall’ufficio tecnico comunale. Per quanto concerne il problema sicurezza l’assessore Pamini invita a non pensarlo con il classico contrasto noi-loro ma a capire che si tratta di una problematica che va oltre la nazionalità della persona. Afferma quindi che “non si può essere certi della buna fede o della mala fede di uno qualsiasi di questi nuovi accolti cosi come non lo si può essere di una qualsiasi altra persona di cui non si ha una conoscenza approfondita”.

L’ultima delle problematiche dibattute riguarda l’aspetto economico; quelli spesi sono e saranno soldi stanziati dal Ministero dell’Interno fino al 31 dicembre 2017, si tratta di trentasette euro giornalieri a migrante che serviranno al pagamento delle utenze, di vitto e alloggio e una minima parte, tre euro, comporrà il cosiddetto pocket money.

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