Politica
28 Maggio 2016
La frustrazione di un artigiano: "Così Ferrara è un dormitorio, non una città turistica"

La ‘disordinanza’ per il commercio in centro. E Serra fa marcia indietro

di Daniele Oppo | 5 min

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Via Carlo MayrUna ordinanza che suona coma una ‘disordinanza’ con tratti di illogicità e di disciminazione per alcune tipologie di soggetti. Tanto che lo stesso assessore al commercio, dopo le polemiche seguite immediatamente alla sua divulgazione fa marcia indietro.

Spiazzati quando va bene, preoccupati per gli affari di quest’estate quando va male. Gli esercenti pubblici e gli artigiani del centro storico sembrano essere stati ‘colpiti’ in tutti i sensi dall’ordinanza del sindaco sulla sicurezza che, in qualche modo, limita le loro attività.

Il provvedimento, che non riguarda solo la Gad, pur facendo salvi gli orari di apertura e chiusura degli esercizi pubblici e formalmente la loro libertà di vendita di alcolici, impone – nel centro storico – dei limiti al consumo di alcol e, almeno indirettamente, anche alla vendita: vietato bere alcolici sulla pubblica via dopo le 24. Un limite orario al consumo in strada che rischia così di colpire gli esercizi che non hanno una distesa e che dunque avranno difficoltà ad attirare una clientela poco incline a stare al chiuso d’estate e che avrà poca voglia di vedersi multata per una birra bevuta fuori dal locale dopo le 24. Più facile allora scegliere a priori un locale con distesa all’aperto.

“Esistono già le leggi per punire gli imbecilli – commenta Matteo Musacci, presidente della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi (Fipe) e a sua volta un esercente del centro storico -. Mi auguro che gli organi di controllo usino tutta la volontà per capire le situazioni e fare delle differenze tra chi si comporta bene e chi no”. Su Facebook rincara poi la dose: “Questa è un’ordinanza sbagliata laddove dice che non si può consumare su suolo pubblico alcolici dopo le 24 (in soldoni, se vuoi bere una birra in via Mazzini alle 24.01 minuto vieni multato), che se approvata porterà Ferrara a tornare indietro culturalmente e socialmente rispetto al tanto lavoro fatto. Metterà in crisi imprenditori e lavoratori dei pubblici esercizi dell’entro mura, e chiuderà le porte ai tanti che vorranno viversi la città dopo mezzanotte con una birra, senza far fastidio a nessuno. Le leggi per contrastare il degrado ci sono: basta metterle in pratica. Sono fortemente contrario come cittadino, imprenditore e presidente di categoria e lotterò sino all’ultimo per farla cambiare e se non ci riusciremo andremo oltre le parole”.

“Per principio dico che il proibizionismo non ha mai dato grandi effetti”, afferma Alessandro Osti di Confesercenti, che ammette però di non avere ancora avuto l’opportunità di leggere l’ordinanza. “Magari ci sono effetti temporanei se è una cosa di breve periodo nell’ambito in cui si adottano le soluzioni per porre fine ai problemi”.

Il provvedimento del Comune impone misure più drastiche invece per gli esercizi di vicinato (un modo per non dire esplicitamente mini-market) e medie-grandi strutture, che dovranno chiudere dalle 23 alle 6; e per gli esercizi artigianali (piadinerie, venditori di kebab, pizzette, gelaterie) che dovranno tenere chiuso dall’1 alle 6. Nessuno di questi operatori potrà vendere alcolici a partire dalle 24. Un provvedimento, quest’ultimo, che per le attività artigianali sembra essere un po ‘schizofrenico’, dato che potranno tenere aperto per un’ora in più (fino all’1) e che alcuni sono dotati di distese dove, teoricamente, i clienti potrebbero bersi anche una birra in santa pace fino all’orario di chiusura. Inoltre, se uno dei problemi è il consumo di alcol oltre certi orari, risulta poco chiaro perché tutte le imprese artigiane – anche quelle che non vendono alcolici – debbano vedere una limitazione oraria.

Limite che non scontenta Giuseppe Vancini, segretario generale di Confartigianato – “La chiusura all’1 va bene” dice a Estense.com -, ma che secca parecchio un operatore di via Carlo Mayr, il gestore de Los Cornetteros, attività artigianale che non vende alcolici: “Non c’è alcuna associazione che rappresenti il settore pubblici esercizi a Ferrara – il commento -. Alcune sono impegnate a organizzare eventi con ambulanti fuori territorio più che occuparsi di pianificare una strategia politica/commerciale e soprattutto turistica di lungo periodo per la città. Qualcuno alla storia che Ferrara è come New York ci crede davvero, ma una città che chiude esercizi di somministrazione in centro, dal lunedì alla domenica a mezzanotte/l’una, d’estate, è un dormitorio, non una città turistica. Invita a chiudere a disinvestire nel settore“.

Ci saranno però delle deroghe al ‘coprifuoco’: “L’elenco – spiega l’assessore al Commercio Roberto Serra – non è ancora disponibile ma posso anticipare che saranno legate alle manifestazioni e a breve lo renderemo noto. Ce ne saranno anche per la zona Gad, come per il “Mercato europeo”, ma saranno molto poche”.

Interpellato sui limiti imposti soprattutto agli artigiani o ai bar che non hanno una distesa, l’assessore non si scompone troppo: “Per i pubblici esercizi rimangono in vigore gli orari di sempre, che variano da zona a zona. Chi ha le modifiche più significative per i mesi estivi saranno le attività di vicinato e l’artigianato che normalmente non ha limiti di orari. In questo caso abbiamo cercato un equilibrio tra le esigenze di quiete pubblica dei residenti e quelle delle imprese, chiaro che ci sono dei limiti”. Sul divieto di consumo di alcolici in strada dopo le 24 Serra spiega l’origine: “Ci sono stati dei raggruppamenti di giovani negli anni scorsi che hanno creato alcune discussioni con i residenti e si è pensato così di porre un punto di equilibrio”.

Soddisfatto per il provvedimento il segretario provinciale del Pd di Ferrara Luigi Vitellio: “Avevano detto che erano solo slogan, avevano definito il Pd un partito senza iniziativa sui temi della sicurezza: la migliore risposta è un ottimo gioco di squadra tra partito e le amministrazioni che abbiamo l’onore di guidare con azioni concrete e serie per le nostre Comunità”.

Tutto questo fino a tarda serata, quando Serra scrive una nota in cui, in seguito alla richiesta di Ascom-Fipe e Cna, annuncia che incontrerà nuovamente la prossima settimana le associazioni che ne hanno fatto domanda. “Si approfondirà ulteriormente con le stesse associazioni – nella logica di un franco confronto al quale amministrazione e tutte le associazioni non si sono mai sottratte nell’intento di perseguire l’interesse della collettività  – il dispositivo riguardante il perimetro entro mura. Non sarà all’ordine del giorno invece alcuna trattazione circa la bozza-ordinanza avente oggetto l’area Gad”.

Poco prima, sempre Musacci, aveva specificato su twitter, che le associazioni di categoria erano presenti alla conferenza stampa di presentazione dell’ordinanza, “ma nessuno aveva capito e non è stato volutamente rilasciato materiale da studiare”.

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