Attualità
28 Aprile 2016
I rappresentanti della sezione di Pontelagoscuro: "Una provocazione. Come esporre i vangeli apocrifi a Natale"

Anpi in biblioteca contro i libri di Pansa: “Non chiamateci oscurantisti”

di Ruggero Veronese | 2 min

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514c0503-19a6-4f51-9ab6-60a1619cda3b“Non chiamateci oscurantisti”: ci tengono a chiarire il concetto i militanti della sezione Anpi di Pontelagoscuro che ieri pomeriggio si sono ritrovati di fronte alla biblioteca Giorgio Bassani di Barco per chiedere la rimozione dei libri di Giampaolo Pansa dal banchetto espositivo dedicato alle opere sulla Resistenza. Un caso esploso alla fine della settimana scorsa quando sul sito Change.org è comparsa una petizione “per una biblioteca Bassani antifascista” che criticava i vertici della biblioteca per la scelta di dare visibilità ai testi di Pansa assieme a quelli più ‘tradizionali’ sulle storie e le immagini della Resistenza.

A cosa si deve tale contrarietà? Al fatto che il giornalista piemontese è stato più volte accusato di revisionismo (anche dalla stessa Anpi) per aver scritto delle rappresaglie dei partigiani comunisti verso le famiglie dei fascisti, avvenute in seguito alla fine della guerra, oltre che per aver descritto la Resistenza più come una “guerra civile” in Italia che come un processo di liberazione di una nazione. Critiche a cui Pansa rispose dichiarando che “la Resistenza – è stata monopolio quasi assoluto della storiografia d’impronta comunista e soprattutto del Pci”.

pansa libri biblioteca ariosteaa0dbc651-aac4-41b2-b7f4-14da83bdfeeeTorniamo a Barco: ciò che colpisce nel banchetto espositivo è in effetti il grande risalto dato a due libri (‘La guerra sporca’ e ‘La grande bugia’) di Pansa. Uno campeggia proprio al centro del tavolo, sotto alla scheda informativa della biblioteca sull’anniversario della Liberazione, mentre l’altro è in posizione poco più laterale, ma non certo defilata. Dettagli che, secondo i rappresentanti dell’Anpi, sono tutt’altro che secondari: “La viviamo come una provocazione – affermano gli attivisti -, perchè è difficile pensare che i libri siano finiti in quella collocazione per caso. Tutti hanno diritto di esprimere le proprie opinioni, ma in questo caso è come fare un’esposizione sui vangeli apocrifi il giorno di Natale o sui libri negazionisti nel Giorno della Memoria. Chi fa una mostra è responsabile di quello che espone e in questo caso si è voluta mettere zizzania tra le persone. Il 25 Aprile che ha ridato la democrazia all’Italia non può essere accostato ai libri di Pansa, che parlano di episodi successivi e che non neghiamo, ma che non possono essere confrontati con il movimento della Resistenza, che coinvolse tutta l’Italia”.

E la biblioteca? “Il nostro presidente ha mandato una lettera alla direttrice chiedendo spiegazioni – spiegano i rappresentanti dell’Anpi -, ma nella risposta, in sostanza, ci ha detto che non avrebbe tolto i libri”.

 

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