Economia e Lavoro
3 Aprile 2016
Stamattina corteo e manifestazione in centro. Graziani (Cisl): “Modificare subito la legge Fornero”

Cgil, Cisl e Uil insieme per dare battaglia sulle pensioni

di Redazione | 4 min

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di Marcello Celeghini

“Siamo scesi in piazza per riportare un minimo di giustizia sociale in questo Paese”. È questo il grido lanciato questa mattina nel cuore del centro storico estense, da Cgil, Cisl e Uil e dalle rispettive associazioni di categoria in una manifestazione, preceduta da un corteo per le vie cittadine, per dare battaglia al governo sulle pensioni e per chiedere la modifica della tanto discussa legge Fornero. Alla mobilitazione ha partecipato anche il segretario regionale della Cisl Giorgio Graziani.

Dopo il nutrito corteo, partito da piazza Travaglio e arrivato in piazzetta San Nicolò, è stata la volta degli interventi di alcuni delegati sindacali rappresentanti di diverse categorie sociali. Sul palco si sono avvicendati un giovane precario, una neopensionata, una lavoratrice nell’ambito sanitario e un lavoratore dell’impiantistica meccanica. Età diverse e professioni diverse per ribadire il fatto che il tema delle pensioni riguarda tutti i cittadini lavoratori, sia chi ne ha già maturato i diritti sia chi ancora lavora sia chi si sta affacciando adesso al mondo del lavoro.

“Oggi siamo qui anche per chi, come me, in pensione forse ci andrà tra cinquant’anni- esordisce il giovane Eugenio Benini-. Chi è giovane come me non è schizzinoso e bamboccione come qualche ministro tempo fa ha detto. Noi giovani arriviamo a trent’anni senza ancora avere la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro e questa trovo sia una grande ingiustizia per un paese che fa del lavoro uno dei propri valori fondanti. Il governo oggi vuole uno scontro tra generazioni, tra chi ormai sopra i trent’anni vuole entrare nel mondo del lavoro e chi a settant’anni vorrebbe tanto uscirne ma non lo può ancora fare”.

Uno studio uscito pochi giorni fa, ha evidenziato il fatto che in Italia oltre il 60% delle pensioni non superano i 750 euro al mese, una percentuale che potrebbe verosimilmente alzarsi tenendo conto delle nuove misure governative. “La maggioranza di questi cittadini che prendono pensioni da fame – spiega Aida Ferri- sono donne, come me, che pur avendo lavorato una vita si trovano a dover trascorrere l’ultima fase della loro esistenza in condizioni di povertà. Dov’è finita la giustizia sociale?”.

La stessa domanda se la pone anche Claudia Canella, lavoratrice in ambito sanitario. “Sentire dei ragazzi dire che tanto loro in pensione non ci andranno mai, mi si stringe il cuore. Stiamo annientato l’esistenza e il futuro di milioni di ragazzi. Già adesso abbiamo insegnanti di nido e di scuola materna che hanno oltre 70 anni, tra pochi anni avremo operatrici socio sanitarie di 72 anni, addirittura più vecchie di alcuni pazienti che devono accudire, è questo il paradosso determinato da leggi totalmente sbagliate sulle pensioni, come la legge Fornero che ha rovinato la vita a migliaia di persone”.

C’è poi chi non più giovanissimo è costretto a fare lavori usuranti o molto pericolosi come nei cantieri edili ed impiantistici. “La vita nella cantieristica meccanica è multo dura e senza certezze – spiega Michele Trombini-. Infatti, è davvero facilissimo essere licenziati ogni qual volta la ditta per cui si lavora si aggiudica cantieri fortemente al ribasso. C’è poi il discorso sulla fatica. Credo che chi è impiegato in questo settore non possa continuare a lavorare a 67-70 anni mettendo ogni giorno a repentaglio la propria vita a trenta metri d’altezza”.

La manifestazione è culminata con l’intervento del segretario regionale della Cisl Giorgio Graziani che, pur non risparmiando pesanti critiche all’operato del governo, rivolge a Renzi e ai suoi ministri la richiesta di ascolto delle proposte sindacali. “Questa è una giornata di mobilitazione importantissima e questa piazza così piena lo dimostra – sottolinea Graziani-. Non siamo qui a parlare solo di previdenza, la nostra battaglia è per riportare la giustizia sociale in Italia. Le misure degli ultimi governi sono state messe tutte sulle spalle dei lavoratori in nome del risanamento dei conti pubblici, della recessione e delle imposizioni europee”.

“La legge Fornero è il peggio del peggio, un vero disastro – tuona il segretario regionale Cisl -. Le lacrime della ministra non mi hanno impietosito, erano lacrime di chi sapeva che stava firmando una legge nefasta che noi oggi rifiutiamo e ne chiediamo una modifica. Ora non è più il momento di essere tiepidi, non c’è più la scusa della recessione e del rischio default per l’Italia, e allora perché continuare a mantenere in vigore norme fortemente penalizzanti per lavoratori e pensionati? Renzi- conclude Graziani – deve ascoltare le nostre richieste e non nascondersi dietro il suo solito pensiero che vede noi sindacati come una palla al piede, solo perché abbiamo il coraggio di contestare e presentare proposte alternative”.

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