Cento
14 Febbraio 2016
Operazione della Guardia di Finanza, sequestrati beni per 650mila euro

False fatture per ottenere più fondi post-sisma, 7 ferraresi nei guai

di Redazione | 2 min

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Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

guardia finanza nuova 2Cento. A conclusione di indagini delegate dalla procura della Repubblica di Ferrara per un caso di truffa sui fondi post-sisma, le Fiamme Gialle estensi hanno denunciato 7 ferraresi – 4 per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e 3 per riciclaggio -, procedendo al sequestro di beni e valori per complessivi 650.000 euro.

L’indagine, avviata dalla Tenenza di Cento, verte sulla regolarità della concessione di contributi pubblici erogati dalla Regione E.R. a favore di una impresa centese che aveva certificato danni subiti dai fabbricati e macchinari aziendali, per oltre 2 milioni di euro.

Per gonfiare l’importo dei lavori e ottenere finanziamenti più cospicui, la società proprietaria dell’immobile, era ricorsa all’utilizzo di false fatture per circa 650.000 euro, emesse per lavori mai eseguiti e documentati da una società del tutto sconosciuta al fisco. Una parte dei contributi, pari a 250.000 euro erano stati già individuati e sottoposti a sequestro dalle Fiamme Gialle nel mese di giugno del 2015, nei confronti della stessa società titolare del fabbricato lesionato, diretta destinataria della prima tranche di finanziamenti pubblici.

Dopo complesse indagini, i finanzieri sono riusciti a rintracciare anche il resto della somma pari a 400.000 euro che il sodalizio era riuscito ad ottenere, quando la Regione Emilia Romagna (parte lesa) aveva liquidato tale tranche a favore della impresa (di fatto inesistente) che aveva falsamente documentato di aver effettuato opere di ripristino sul fabbricato lesionato.

I denari illecitamente ottenuti erano stati subito distratti e fatti confluire nella disponibilità di tre degli indagati, attraverso i conti intestati a società di comodo a loro riconducibili. Per ostacolare il rintraccio del denaro oggetto del provento illecito, gli indagati hanno messo in atto una serie di operazioni fittizie attraverso lo schermo di società create ad hoc: in una prima fase con la stipula di contratti preliminari di compravendita di immobili poi con l’acquisizione di quote societarie e operazioni di finanziamento e, infine, con il pagamento di false fatture emesse anche da società estere.

Tali condotte, inquadrate nel reato di riciclaggio, sono state individuate dai finanzieri centesi che hanno ricostruito tutte le movimentazioni bancarie sottostanti alle artificiose operazioni finanziare e di compravendita.

In esito alle indagini il Gip del Tribunale di Ferrara ha disposto il sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie (saldi attivi di conto corrente, libretti al portatore, gestioni patrimoniali e fondi comuni) per un valore complessivo di circa di 400 mila euro.

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