Economia e Lavoro
13 Febbraio 2016
Presidio dei sindacati davanti alla prefettura contro il nuovo concorso

Scuola, “il governo non ascolta i precari”

di Redazione | 2 min

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23b76cc7-ee48-45c3-94b0-10d649f700b0di Carolina Fiorini

Un corteo dalle idee forti e concise ha organizzato il presidio davanti alla sede della prefettura in corso Ercole I d’Este per manifestare il disappunto nei confronti della “totale assenza di ascolto da parte del governo, che ha annunciato un bando di concorso per il reclutamento del personale docente della scuola ignorandone la realtà di precariato” commenta il sindacato Snals Confsal.

La volontà della delegazione che ha incontrato il viceprefetto è di puntare il faro sulla situazione di “esclusione dei docenti dal piano di assunzione straordinario, che ha considerato solo coloro che hanno partecipato ai concorsi, quindi alle graduatorie di merito e dalle graduatorie di esaurimento”. Nello specifico, i diplomati magistrali hanno avuto un riconoscimento tardivo del titolo abilitante che dava loro accesso alle graduatorie, rimando così esclusi.

Inoltre non vi è il riconoscimento di anzianità lavorativa per la quale “sono necessarie delle corsie preferenziali, ad esempio inserire nelle graduatorie una quarta fascia, come avviene nella provincia di Trento” ed è “inaccettabile continuare a proporre dei tirocini formativi fatti per neolaureati senza esperienza professionale”.

acc4b5e6-85b4-4fa2-b411-5dc5aabb2d4bLa mobilitazione in difesa dei diritti dei precari in servizio da anni verte ancora una volta sulla richiesta di una stabilità lavorativa che viene a mancare quando i docenti sono costretti a trasferirsi in altre province pur di ottenere un contratto di supplenza, quando vengono esclusi dal piano straordinario delle assunzioni o dalle abilitazioni a causa dei tirocini formativi: “Questo concorso non è fatto nell’ottica di eliminare il precariato, ma lo aumenta. È un finto reclutamento, il precariato siamo noi ed è numeroso, questo è un concorso farsa”.

Un ulteriore punto critico è il ritardato pagamento degli stipendi, la cui retribuzione vede un eccessivo dilungamento dei tempi di erogazione, inaccettabile per i manifestanti che dichiarano di non essere pagati da settembre dello scorso anno.

Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams ritengono necessaria quindi l’apertura di un tavolo di trattativa per discutere del reclutamento, del riconoscimento della professionalità e di una stabilità lavorativa economica oltre che regolamentare.

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