Economia e Lavoro
13 Febbraio 2016
Lettera aperta al presidente: ""La proposta di usare parte dei compensi degli organi di amministrazione per ristorare i bondisti non era una provocazione"

I sindacati Carife: “Andremo a Roma da Nicastro”

di Redazione | 3 min

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SEDE CARIFELe organizzazioni sindacali che rappresentano i dipendenti della Nuova Carife intervengono nuovamente dopo le dure accuse affidate alla stampa solo alcuni giorni fa. E lo fanno per ribadire l’assenza di alcun intendo provocatorio nelle loro proposte: soprattutto quella di destinare parte dei compensi degli organi di amministrazione al ristoro degli obbligazionisti subordinati.

L’intervento questa volta arriva tramite una lettera aperta, firmata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito e Uilca. “La proposta che abbiamo formulato, di destinare parte dei compensi degli organi commissariali, amministratori e consulenti di Vecchia e Nuova Carife a parziale ristoro degli obbligazionisti ed a riduzione dei sacrifici dei dipendenti – si legge nella missiva – non va intesa come una provocazione. Essa risponde ad una logica di correlazione tra misura dei compensi e risultati di gestione, che da tre anni a questa parte sono ascrivibili alla vostra responsabilità istituzionale. Del resto – scrivono i sindacati – i lavoratori di Nuova Carife sostengono da anni sacrifici economici importanti per contenere i costi aziendali, pur non portando responsabilità per le cattive gestioni passate che hanno pregiudicato i risultati dell’istituto. Equità impone, a nostro avviso, che il peso dei sacrifici venga distribuito e condiviso con chi ha gestito la banca negli ultimi trentatre mesi; a maggior ragione se si considera il tradimento delle aspettative comuni ai vari stakeholders, realizzato dagli eventi occorsi dopo il 30 luglio 2015 e culminati nel decreto del 22 novembre 2015”.

Secondo le organizzazioni sindacali “ciò appare tanto più necessario in considerazione del fatto che, da un lato, i risparmiatori vedono tardare l’adozione delle regole di ristoro dei danni subiti; d’altro lato, ai lavoratori viene preclusa ogni occasione di negoziare una rimodulazione delle ore non lavorate, con rilevanti ricadute organizzative che ostacolano un pieno ed efficace rilancio di Nuova Carife”.

I lavoratori, non avendo avuto alcun contatto dopo la prima scesa in campo, confermano la volontà di incontrare direttamente Nicastro e si auto-fissano un appuntamento con lui giovedì 18 febbraio dalle 11.30: “Saremo a Roma, intenzionati ad incontrare il presidente Nicastro. Confidiamo che l’incontro inaugurerà quelle proficue relazioni industriali che lo stesso presidente aveva garantito nell’incontro del 12 gennaio alla presenza delle segreterie nazionali e di tutti gli amministratori delegati”.

Infine, i sindacati toccano la questione legata all’Open Day del 13 febbraio: “La nostra diffida non intendeva stigmatizzare l’iniziativa, che anzi ci auguriamo risulti utile ed efficace, ma rilevare che la stessa è stata organizzata senza una preventiva condivisione formale e sostanziale, a conferma della assenza di corrette relazioni sindacali. In una banca nella quale il personale sta sostenendo il peso organizzativo ed economico equivalente ad un mese lavorativo di Cassa Integrazione a zero ore, non è accettabile che una dinamica di aperture straordinarie possa essere gestita in maniera completamente unilaterale”.

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