Economia e Lavoro
17 Dicembre 2015
Delegazione ferrarese a San Donato Milanese per protestare contro la decisione del gruppo

In mille da Eni per dire no alla cessione Versalis

di Redazione | 3 min

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20151217_112626_resizedSan Donato Milanese. Circa mille lavoratori Eni hanno partecipato al presidio sotto la sede del gruppo a San Donato Milanese, dove si sta svolgendo il cda dell’azienda.

L’iniziativa, annunciata i giorni scorsi, e che ha visto il coinvolgimento anche di lavoratori e sindacalisti provenienti da Ferrara, è volta ad impedire la vendita di Versalis al piccolo fondo investimento americano SK Capital. “A rischio – specifica Fausto Chiarioni della Filctem-Cgil di Ferrara – il futuro dell’industria chimica e manifatturiera italiana”.

“La chimica è un settore strategico per il futuro del nostro paese insieme alla siderurgia, alle telecomunicazioni, all’alimentare” afferma Giordano Giovannini, segretario generale Filctem Cgil dell’Emilia-Romagna.

Per mantenere la sostenibilità del sistema “Quadrilatero padano” e dell’intero comparto manifatturiero “è indispensabile – prosegue Giovannini – avere la garanzia dell’arrivo delle materie prime dal cracking di Porto Marghera (ciclo dell’etilene e conseguenti polimeri, che sono utilizzati nelle filiere della gomma plastica, tessile, automotiv ecc.). Bisogna garantire le estrazioni in sicurezza nell’alto Adriatico, la ricerca per l’innovazione e la transizione alla chimica verde. Oltre a investimenti nelle nuove produzioni di gomme e sostegno alla riqualificazione, reinsediamenti e bonifiche nei due petrolchimici emiliano romagnoli di Ferrara e Ravenna”.

Trasformare l’Eni in una semplice Oil Company significherebbe per la Filctem “abbandonare la chimica tradizionale, rinunciare al futuro della chimica verde e ridurre il paese ad una succursale nel manifatturiero. Serve una politica del Governo. Serve una grande azienda nazionale”.

“Il management dell’Eni sta cercando di vendere Versalis, una delle più importanti società della chimica europea, a un fondino da quattro soldi, inconsistente finanziariamente, che non ha alcuna capacità finanziaria di assumere dentro di sé una grande azienda come Versalis. E il Governo che fa? Nessuno offre uno spunto, imbarazzante il suo silenzio!”. lo ha detto Emilio Miceli, parlando all’affollatissimo presidio dei lavoratori.

“Allora la prima cosa da dire al Governo – incalza Miceli – è che non possiamo immaginare che ci sia tanta leggerezza e tanta irresponsabilità nel decretare la fine della chimica italiana’. Peraltro lo stesso Renzi si è presentato a Parigi sventolando i grandi progetti di green economy di Eni e Enel, pur sapendo che Eni stava vendendo a SK Capital e che stava già mollando tutta la chimica verde”.

“Ma quello che più ci sconcerta, che ha dell’incredibile, è che l’amministratore delegato di Eni ci venga a dire che lui sta trattando duramente, che le condizioni che imporrà al fondo saranno durissime, che alla fine ci sarà un piano industriale vincolato per 5 anni… Ma i piani industriali – sbotta Miceli – durano 6 mesi e nessuno può imporre ad un soggetto che rileva il 70% cosa deve fare nei prossimi 5 anni, non è possibile. E allora ci dica che sta trattando la cessione di Versalis al peggio, non al meglio. L’Eni dovrà spiegare al Governo, non solo a noi – l’incontro con il Governo è previsto il 12 gennaio, n.d.r. – che vendere a un fondo inconsistente porterà la chimica italiana ad un salto nel buio”.

La mobilitazione proseguirà con lo sciopero di otto ore dei dipendenti del gruppo il 20 gennaio 2016.

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