L’assessore Annalisa Felletti
“Nei nidi d’infanzia, servizi integrativi e nelle scuole dell’infanzia dell’Istituzione dei Servizi educativi scolastici e per le famiglie, non sono presenti progetti specifici di educazione all’affettività e sessualità”. Così l’assessore all’istruzione Annalisa Felletti risponde all’interrogazione del consigliere Pd di area cattolica Alessandro Talmelli, che pur non citando espressamente i famigerati ‘corsi gender’ in voga sulle cronache mostrava preoccupazione per eventuali piani di insegnamento, all’insaputa dei genitori dei bambini, che “tendono a una sessualizzazione precoce e a un’informazione poco scientifica, e tutto questo fin dalle scuole d’infanzia e primarie”.
E la risposta della Felletti è netta: per quanto riguarda la sfera di competenza del Comune (le scuole per l’infanzia), ogni genitore è informato dei piani didattici e non esistono corsi che corrispondano ai timori di Talmelli. Anzi, “le insegnanti stanno frequentando – spiega l’assessore – un percorso formativo “Alla pari si impara” centrato sul tema della promozione delle pari opportunità e della valorizzazione delle differenze, prima fra tutte quella di genere. Educare alle differenze non significa, come sovente si sente affermare da chi si limita a fornire un giudizio superficiale ed approssimativo, educare per livellare le differenze fra femmine e maschi in nome di un generico e moderno relativismo: niente di più sbagliato e fuorviante. L’educazione alle differenze mira alla valorizzazione delle differenze, sottolineandone l’importanza e promuovendone il rispetto in ogni contesto”.
Alessandro Talmelli
In questo contesto “i genitori – continua la Felletti – delle scuole comunali vengono coinvolti attraverso incontri assembleari e all’interno dei consigli di partecipazione, al fine di condividere i contenuti del progetto educativo annuale rivolto ai bambini di ogni servizio educativo”. E per quanto riguarda le scuole che escono dalla sua sfera di competenze, l’assessore afferma di essere “certa che altrettanto venga effettuato anche nelle scuole dell’obbligo, in quanto condivido pienamente il principio, a mio avviso fondante per l’alleanza educativa famiglie e istituzioni scolastiche, dell’informazione partecipata e consapevole”.
Al termine della risposta, la Felletti non risparmia una piccola stoccata a Talmelli, dal momento che “risulta quindi impropria la domanda posta dall’interrogante, che testimonia in tal modo di non avere ben chiari gli ambiti di competenza e di intervento dell’assessorato alla pubblica istruzione e quelli delle singole dirigenze scolastiche, nonchè più complessivamente dell’ufficio scolastico provinciale che le rappresenta, al quale invito il consigliere eventualmente a rivolgersi, per vedere fugate le questioni che pone, augurandogli di trovare ulteriori risposte alle domande che pone”.
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