Politica
14 Novembre 2015
Il consigliere ferrarese rinviato a giudizio con 12 colleghi di partito. Assolto l'ex candidato alle primarie regionali Richetti

‘Spese pazze’ in Regione: Montanari va a processo

di Redazione | 4 min
Roberto Montanari

Roberto Montanari

C’è anche il ferrarese Roberto Montanari tra i 13 consiglieri regionali rinviati a giudizio a Bologna nell’ambito della tristemente nota inchiesta sulle ‘spese pazze’ in Regione, che dovranno rispondere all’accusa di peculato. Un’inchiesta che, come molti ricorderanno, ebbe pesanti ripercussioni politiche già al momento dell’apertura delle indagini, nelle settimane della corsa alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione: l’attuale governatore Stefano Bonaccini, inizialmente indagato, ottenne l’archiviazione dopo essere stato interrogato dalla magistratura bolognese. Diverso il destino per chi si proponeva come il suo principale avversario, il ‘renziano’ Matteo Richetti, che il 9 settembre 2014 si ritirò dalla competizione adducendo ‘motivi personali’. Poche ore dopo arrivò la conferma del suo coinvolgimento nell’indagine delle fiamme gialle.

A poco più di un anno di distanza, Richetti ottiene la piena assoluzione dal gup di Bologna, in quanto “il fatto non sussiste”. L’indagine nei suoi confronti era relativa all’utilizzo delle auto blu della Regione, che secondo l’ex consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi (che consegnò gli atti alla procura dando il via all’inchiesta) tra il 2011 e il 2012 erano state utilizzate in più occasioni da Richetti, nonostante percepisse già un rimborso forfettario da 1.200 euro al mese. Un’accusa particolarmente grave per l’ex presidente del consiglio provinciale, che nel 2011 si era addirittura aggiudicato il premio Forbici d’Oro grazie ai suoi provvedimenti per la trasparenza dell’amministrazione e per la riduzione dei finanziamenti ai partiti. Ma con l’assoluzione odierna Richetti esce definitivamente dalla vicenda ‘spese pazze’.

Diverso il discorso per altri 13 dei 17 consiglieri Pd in carica dal 2010 al 2014, che dal prossimo 17 dicembre dovranno affrontare il processo ordinario. La procura contesta un totale di circa 940mila euro di spese ‘sospette’ per gli eletti del Partito Democratico, tra cui il ferrarese Montanari e il suo collega Marco Monari, che proprio in quei giorni attirarono l’attenzione delle cronache anche per un viaggio in da Napoli ad Amalfi, dove a fine luglio 2011 si stava tenendo un seminario del Pd, a bordo di un’automobile privata e con autista (una spesa, almeno per quanto riguarda il consigliere ferrarese, che non viene contestata nell’indagine). Contattato da Estense.com, Montanari si dichiara ottimista in vista del processo a Bologna: “Ho fiducia – afferma l’ex consigliere regionale – di poter provare nella sede dibattimentale, che è pubblica, la mia onestà e la mia correttezza”.

Le udienze preliminari sull’inchiesta continueranno ora prendendo in esame anche gli altri gruppi consiliari, nessuno dei quali è rimasto estraneo all’indagine. I 940mila euro contestati al gruppo Pd sono la somma più rilevante, seguita dai 423mila euro e due consiglieri indagati per l’Italia dei Valori, 205mila euro e 11 indagati per l’ex Pdl, 151mila euro e un indagato per la Federazione della Sinistra, 135mila euro e tre indagati per la Lega Nord, 98mila euro e  due indagati per il Movimento 5 Stelle, 77mila euro e due indagati per Sel-Verdi, 31mila euro e un indagato per l’Udc e 27mila euro e un indagato per il gruppo Misto.

Il segretario regionale del Pd Paolo Calvano ha commentato positivamente la notizia dell’assoluzione di Richetti e dei suoi due colleghi di partito Anna Pariani e Marco Barbieri, dichiarandosi fiducioso di una conclusione positiva anche per i 13 ex consiglieri rinviati a giudizio. “Ho appreso con grande soddisfazione la notizia dell’assoluzione di Anna Pariani, Matteo Richetti e Marco Barbieri – afferma Calvano -. Ho telefonato a tutti e tre questa mattina e mi sono congratulato con loro per la bella notizia di oggi che dimostra la correttezza del loro operato sul quale abbiamo dichiarato sempre fiducia al pari di quella espressa nei confronti della giustizia. L’assoluzione perché il fatto non sussiste dimostra che anche quando si è davanti ad un giudizio, l’opzione dell’innocenza è sempre da tenere in considerazione al pari delle altre. Con la stessa tranquillità con cui abbiamo atteso il giudizio di questa mattina e con la stessa fiducia nelle persone coinvolte e nella magistratura, aspetteremo ora quello che riguarda gli ex consiglieri PD che hanno optato per il rito ordinario. Credo sia il modo migliore per affrontare queste situazioni, cosi da lasciare alla magistratura la possibilità di lavorare con attenzione e concentrazione e alle persone coinvolte le giuste garanzie per sostenere il processo”.

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