Economia e Lavoro
3 Ottobre 2015
Preoccupazione a Ferrara per il futuro dell'impianto di Marghera su cui si basa il quadrilatero

L’industria chimica cerca riparo

di Elisa Fornasini | 4 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERADove sta andando l’industria chimica in Europa? Sta andando a cercare un riparo per salvarsi dalla concorrenza sempre più pressante di Cina e Stati Uniti. A rispondere alla domanda lanciata dalla Filctem Cgil Emilia Romagna e dalla Camera del Lavoro di Ferrara è il convegno sul futuro del settore chimico tenutosi sabato mattina in Castello e inserito nel programma partecipato del Festival di Internazionale. L’incontro, definito dal segretario generale Cgil Ferrara Raffaele Atti “strategico per evitare che il patrimonio industriale venga disperso”, è stato aperto dal sindaco Tiziano Tagliani.

“Se facessimo un quadro sulla chimica locale del nostro storico petrolchimico ci troveremmo a fare un’analisi di una certa serenità, ma se la collochiamo in ambito internazionale siamo decisamente più preoccupati” annuncia Tagliani, secondo cui Versalis e Yara stanno facendo un investimento importante per rendere gli impianti competitivi a livello europeo. “La Regione ha attivato un tavolo di confronto che non è più di emergenza come quando si prospettava di dismettere l’impianto cracking di Porto Marghera – ricorda il primo cittadino – ma che non scioglie la preoccupazione per il futuro, che muta di anno in anno, dell’impianto da cui dipende il quadrilatero petrolchimico (Ravenna, Ferrara, Mantova e Marghera). Attorno a quel tavolo si parlerà anche degli scenari futuri su come creare una situazione di carattere logistico e normativo atto al mantenimento della chimica in Italia e al suo sviluppo. La Regione sta appunto partendo con il primo finanziamento sul Green Lab, un progetto su cui bisogna continuare a fare passi in avanti”.

Una riflessione che diventa ancora più urgente se le voci che danno per prossima la cessione delle attività chimiche di Eni ad attività straniere fossero vere. “Se questa notizia fosse fondata saremmo di fronte a un fatto gravissimo in cui manca un dibattito politico e pubblico sulle conseguenze e sulle condizioni di questa possibile cessione” commenta Fausto Chiaroni, segretario generale Filctem Cgil Ferrara, che chiede “di fare chiarezza sull’intera vicenda”, oltre che di “completare gli investimenti promessi da Versalis e garantire il lavoro e l’occupazione del Paese”. A Chiaroni spetta il compito di rispondere a due domande centrali dell’incontro: ha ancora senso produrre chimica in Europa e in Italia, e quali interventi sono necessari per garantire la continuità della filiera? La risposta alla prima domanda è assolutamente affermativa secondo il segretario generale, che introduce la sua relazione presentando lo stato di salute della chimica.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“La chimica rappresenta uno dei comparti fondanti dell’economia e sta reggendo bene la crisi per agganciare la ripartenza” spiega Chiaroni prima di snocciolare una serie di dati: “Il 2014 ha visto una crescita mondiale di questo comparto del 3,6% e il 2015 sembra replicare questa direzione. La maggior produzione è in Cina con una forte crescita del paese leader asiatico (+10%), seguito da Stati Uniti (+2,7%) mentre stenta la ripartenza del continente europeo (+0,7%). L’Europa sta perdendo il suo primato in questo settore ma rimane leader negli investimenti”. Lo stesso non si potrebbe dire per l’Italia “dove mancano gli investimenti da oltre 20 anni” e dove “negli ultimi sette anni sono stati chiusi una decina di impianti importanti”. Un processo di smantellamento definito “lento ma deciso” che va bloccato con “un’immediata inversione di tendenza” e con “una riflessione sulla possibilità di ricollocazione delle produzione”, attivando “politiche industriali per garantire un futuro alla chimica italiana di cui il Paese ha bisogno”.

Anche perché l’Italia è, per produzione nel comparto chimico, il terzo paese europeo e decimo a livello mondiale, che nel 2014 ha prodotto un volume di 52miliardi di euro con un incremento del 0,7%. In questo contesto il polo ferrarese rappresenta un crocevia fondamentale ma in forte preoccupazione per il futuro dell’impianto cracking di Porto Marghera. “L’impianto rimarrà in marcia per motivi economici fino al 2016 – assicura Chiaroni – ma tenere vivo questo impianto anche in futuro è una necessità per garantire un futuro al quadrilatero padano”. Questo quadrilatero “conta 5400 addetti con un indotto per 16mila addetti e rappresenta il 5% di occupazione del settore chimico in Italia” afferma Riccardo Galletti, ricercatore socio-economico collaboratore Filctem Cgil Ferrara, mentre “nel petrolchimico ferrarese gli addetti diretti sono 1750 per un indotto di 5mila addetti”.

L’incontro – dopo gli interventi riassuntivi sull’importanza della chimica di base di Emilio Miceli, segretario generale Filctem Cgil nazionale; Tomas Nieber, responsabile politiche economiche Igbce e presidente del comitato politiche industriali di IndustriAll European Trade Union; Vittorio Maglia, direttore centrale analisi economiche e internazionalizzazione Federchimica – si è concluso con l’intervento dell’assessore regionale Patrizio Bianchi. “Ieri ho scritto all’amministrazione di Versalis per sapere cosa vogliono fare – rivela l’assessore –, la società ha il dovere di essere presente nel Paese per garantire la presenza di tutti gli altri. Il quadrilatero è infatti fortemente legato alla capacità di Versalis di garantire l’apertura dell’impianto di Marghera: bisogna quindi stabilire una riflessione strategica di lungo periodo su comparti rilevanti per lo sviluppo del comparto chimico del sud Europa”.

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