Politica
18 Settembre 2015
Riforma della scuola. Coro di fischi contro il titolare della Pubblica istruzione

Il ministro Giannini contestata abbandona il palco

di Redazione | 3 min

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“Vergogna! Venduti! La scuola è pubblica e non si tocca”. È stata l’accoglienza per l’arrivo a Ferrara del ministro Stefania Giannini, il cui intervento era previsto in apertura di “Scuola In Festa”, festival nazionale de L’Unità dedicato al mondo della scuola.

In piazzetta San Nicolò, a Ferrara, tuttavia, non appena il ministro ha messo piede sul palco è scattata una contestazione serrata e decisa, che ha impedito di fatto l’avvio della discussione. Paolo Calvano, segretario regionale Pd Emilia-Romagna, tra gli invitati alla discussione “Scuola e Università: riparte il futuro”, ha invano cercato una mediazione con i circa cinquanta contestatori mescolati ai circa trecento presenti, e dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto ha dichiarato al microfono “Ferrara non è rappresentata da voi, questa città ha voglia di ascoltare”. Gli animi si sono scaldati tanto che poco dopo l’esposizione di uno striscione recante scritto “Partigiani della scuola pubblica” e l’avvio del coro “dimissioni, dimissioni” si è arrivati ad una scaramuccia tra il pubblico, fortunatamente risoltasi senza conseguenze.

Il ministro Giannini ha dunque deciso di abbandonare il palco, stante l’impossibilità anche solo di incominciare il dibattito (al quale doveva partecipare anche Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del Pd). Anche l’iniziativa di una giovane ragazza, figlia di precari della scuola, che aveva intenzione di fare qualche domanda al ministro della Pubblica Istruzione, è stato ridotto al silenzio dalla perdurante protesta. Dopo aver abbandonato il palco il ministro si è voluto intrattenere in separata sede con alcuni precari della scuola che avevano comunque chiesto di poterle porre alcuni quesiti. La portabandiera de “La buona scuola” ha sostenuto che “anche chi oggi dimostra il proprio dissenso capirà gli elementi prioritari di questa riforma, forse non l’unica possibile, ma che ha il merito di aver messo mano ad una situazione anomala tutta italiana”.

Amareggiato il sindaco Tiziano Tagliani, presente all’incontro come gran parte dei consiglieri comunali di maggioranza. “Questo boicottaggio azzera il dibattito – ha dichiarato a caldo – chi non ha argomenti non lascia parlare gli altri e non ascolta, rendendosi anche impossibile da ascoltare”. Alle parole del primo cittadino ha fatto eco Luigi Vitellio, segretario provinciale Pd, che si è detto “amareggiato, da chi domanda ascolto e non ha intenzione di ascoltare”.

Vitellio ha ribadito poi che “il Pd non ha paura a presentare le riforme messe in campo, nonostante le proteste di questi professionisti del dissenso”. Deciso il commento a caldo anche di Calvano secondo cui gli intenti della manifestazione erano “esclusivamente di impedire il confronto propositivo che il comportamento di una minoranza rumorosa e maleducata non ha impedito in ogni caso”. Dalla folla rumorosa invece si è sentito dire che durante la serata “si è dato un segnale forte”, e che stavolta “ci hanno dovuto ascoltare”.

“Non è più il tempo del dialogo – attacca invece l’Unione Sindacale di Base -. Ferrara unita oggi reagisce e con una libera espressione di democrazia manda a casa, tra fischi dei genitori e le contestazioni di studenti e docenti e Ata, due onorevoli parlamentari mai elette: Giannini e Puglisi. Cittadini e lavoratori uniti contro una riforma violenta che, in sfregio della Costituzione, saccheggia diritto allo studio e diritto al lavoro. Ci troveranno in ogni piazza a difendere la scuola statale dalla loro arroganza e dai loro interessi aziendalistici”.
La contestazione al ministro Giannini

I cori e i cartelli dei manifestanti

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