Masi Torello
4 Settembre 2015
Pronto anche il ricorso al Tar, Bizzarri: “La normativa nazionale è a nostro favore”

Chiusura uffici postali, il sindaco di Masi scrive a Mattarella

di Redazione | 4 min

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Masi San Giacomo. “Sappiamo di essere Davide contro Golia, ma nessuno fermerà la nostra protesta”. È forte e chiaro il messaggio del sindaco di Masi Torello verso i vertici provinciali e nazionali di Poste Italiane contro la chiusura dell’ufficio postale di Masi San Giacomo che rappresenta, per i circa mille abitanti della frazione, un punto riferimento insostituibile, oltre che un servizio essenziale data l’alta percentuale di popolazione anziana. In mattinata oltre centocinquanta persone si sono date appuntamento davanti alla posta lungo la via principale del paese per un presidio di protesta durante il quale cui il sindaco Riccardo Bizzarri ha riferito le ultime mosse dell’amministrazione masese per impedire la chiusura dell’ufficio.

L’atto forse più simbolico è l’accorata lettera scritta da Bizzarri al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Renzi (lettera che riportiamo integralmente di seguito all’articolo) che spiega le ragioni della protesta. L’atto, invece, che potrebbe portare i maggiori risultati a favore della protesta è la decisione del Comune di Masi Torello di ricorrere al Tar per impedire la chiusura dell’ufficio postale. “Il costo per ricorrere al Tar è di 2.500 euro, cifra affrontabile anche da un piccolo comune come il nostro con le poche risorse a disposizione- spiega Riccardo Bizzarri-. Se il ricorso dovesse andare a buon fine, non solo otterremmo la riapertura dell’ufficio ma saremmo anche risarciti per ogni giorno di chiusura ingiustificata. La normativa nazionale è a nostro favore poiché Masi Torello è un comune rurale con una popolazione inferiore ai 150 abitanti per chilometro quadrato”.

Chiusura uguale disagi. Il problema più sentito dalla popolazione, specialmente quella più anziana, in caso di chiusura è quello legato alla distanza geografica di Masi San Giacomo dagli altri uffici postali della zona: Masi Torello è a 5 km e Gambulaga a 7 km di distanza. Per la popolazione anziana, senza patente o non più in grado di spostarsi in automobile questo rappresenta un problema non da poco. Masi Torello e Masi san Giacomo sono divisi anche dalla Superstrada Ferrara-Mare e solo un cavalcavia pericoloso e molto trafficato unisce i due centri del masese. “Anche volendo per gli anziani di Masi San Giacomo sarebbe molto pericoloso andare a Masi Torello in bicicletta- sottolinea Bizzarri- sia per il traffico intenso con camion e mezzi agricoli sia per il fatto che molti anziani vanno a riscuotere la pensione in contanti e, durante il lungo tragitto verso casa, possono diventare una facile preda per i malviventi. Non parliamo poi dei disagi che si creeranno durante i mesi invernali. Ho chiesto- continua il sindaco masese-, presso la direzione di Ferrara di Poste Italiane, di poter vedere i bilanci dell’ufficio postale di Masi san Giacomo, ma mi è stato risposto che non era possibile per via della concorrenza con le banche. Ma che trasparenza è questa per un istituto che percepisce dallo stato ogni anno quasi trecento milioni di euro dei contribuenti”

Le testimonianze di alcuni degli anziani presenti in mattinata al presidio sono molto eloquenti al proposito. “Se chiude la posta non so come fare ad andare a prendere la pensione- spiega allargando le braccia la signora Vanda- abito da sola, senza patente e, purtroppo, non riesco ad andare in bicicletta da qualche anno per via dell’età, lo Stato se ne frega di noi anziani”. Dello stesso avviso anche il signor Alberto che consta come “con la scusa di risparmiare accorpano tutto, ma in realtà pian piano ci tolgono tutti i servizi”. Ancora più determinata è Pasquina Strozzi. “A parte il fatto che l’ufficio di Masi S. Giacomo è stato completamente ristrutturato da poco ed è pure bello spazioso a confronto con quelli vicini. Se lo chiuderanno noi siamo già pronti a spostare altrove i nostri libretti in segno di protesta”.

Una situazione, insomma, che anima parecchio gli animi nella frazione masese ma che è comune anche ad altri centri della provincia come la vicina Montesanto. “Oggi sono qui a protestare anche a nome degli altri cinque sindaci dei comuni ferraresi interessati dalle chiusure- spiega il sindaco di Masi Torello-. Noi sindaci di piccoli comuni dobbiamo difenderci da soli, visto che chi ci dovrebbe rappresentare presso il governo centrale ci snobba totalmente. L’Anci, ad esempio, avrebbe questo compito ma dei piccoli comuni non gliene frega più di tanto. Il nostro comune, invece, seppur piccolo, è un patrimonio da salvaguardare poiché abbiamo una comunità solida, si vive bene e alla sera si può uscire tranquilli, non come nelle grandi città, come Ferrara, dove far uscire dei ragazzini di sera può essere motivo di apprensione. Un’altra cosa che mi lascia amareggiato- rivela Bizzarri- è l’atteggiamento di totale indifferenza di alcuni politici ferraresi e emiliano romagnoli, che avrebbero la voce abbastanza grossa per protestare contro i vertici di Poste Italiane ma che invece se ne stanno zitti e lasciano che dall’alto vengano prese decisioni che danneggiano i cittadini”.

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