Politica
21 Agosto 2015
L'Anac contesta l'affidamento diretto del progetto su richiedenti asilo. La Giunta lo revoca e indice una gara

L’Anticorruzione sbugiarda il Comune su Camelot

di Daniele Oppo | 4 min

unnamedL’Autorità nazionale Anticorruzione ha sostanzialmente imposto al Comune di Ferrara di revocare dalle mani di Camelot l’affidamento diretto del progetto Sprar per l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo e rifugiati per il triennio 2014-2016. L’ente pubblico dovrà ora  indire una regolare gara per l’individuazione di un nuovo soggetto gestore.

Nel mirino dell’Anac il progetto Sprar 2014-2016tra le materie oggetto lo scorso anno, proprio di questi tempi, di un’inchiesta di Estense.com – che prevede complessivamente l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati per 80 posti (categoria ordinari di cui 5 donne) e 8 posti aggiuntivi (categoria disagio mentale, ospitati nei Comuni di Ferrara, Argenta, Tresigallo, Cento, Jolanda di Savoia, Comacchio, Masi Torello, Fiscaglia e Migliaro) per il quale il Comune di Ferrara aveva presentato domanda di ammissione al Ministero dell’Interno, accettata nel febbraio nel 2014 (inizialmente i posti previsti erano 64 “ordinari” e 8 “disagio mentale”).

Per tale operazione il costo complessivo – in gran parte finanziato dallo Stato – era stato stimato in  904.412 mila euro all’anno per 64 migranti ordinari, più un centinaio di migliaia di euro per gli ordinari “aggiuntivi” e oltre 260mila euro per gli 8 rientranti nella categoria “disagio mentale”. La spesa complessiva prevista per il 2016 (ovvero per l’unico anno rimanete) è di 1.093.261 euro così suddivisa: 723.287 euro per i migranti “ordinari), altri 109.550 euro per l’ampliamento (da 64 a 80) e, infine 260.424 euro per la categoria “disagio mentale”.

Raffaele Cantone. Foto di veDro - L"Italia del futuro". CC BY 2.0

Raffaele Cantone. Foto di veDro – L”Italia del futuro”. CC BY 2.0

Secondo quanto riportato nella delibera di giunta del 7 agosto scorso, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, con nota assunta agli atti dal Comune il 24 aprile, ha chiesto chiarimenti in ordine alla procedura adottata per affidare il Progetto ministeriale di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati appartenenti alla categoria “Disagio mentale”, a seguito di un’indagine campionaria operata sulla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici.

A tale richiesta il Comune ha dato riscontro con nota trasmessa trasmessa il 5 maggio, “fornendo le motivazioni che avevano determinato l’individuazione del soggetto gestore e richiamando, fra le altre argomentazioni, la Deliberazione n. 25 dell’8 marzo 2012 della stessa Anac, che riconosceva all’Ente pubblico la facoltà di affidare direttamente la gestione dei servizi a rilevanza sociale ‘quando il servizio è offerto per fini di mutualità con il solo ripianamento dei costi’ e quindi non sia prevista la remunerazione dell’opera prestata: infatti le convenzioni sottoscritte con il gestore Coop. Soc. Camelot – si legge ancora nella delibera – prevedono esplicitamente il solo ripianamento dei costi sostenuti, sulla base dei rendiconti mensili presentati al Comune, tramite fattura, delle spese effettivamente affrontate, restando pertanto esclusa la remunerazione del rischio d’impresa”.

La giunta parla di “mutato contesto interpretativo” della normativa, ma le giustificazioni non reggono, compresa quella di non aver potuto, al tempo dell’affidamento diretto avvenuto nel 2013, conoscere la successiva delibera 7/2014 dall’Anticorruzione richiamata dall’Anac.  Infatti l’autorità già nella determinazione 2012 (quella su cui poggiava l’operato dell’amministrazione) sosteneva che “in caso di utilizzo di risorse pubbliche, nell’ambito di un progetto di cooprogettazione, l’individuazione di un soggetto privato cui affidare lo svolgimento di servizi debba essere effettuata mediante il ricorso ad un confronto concorrenziale nel rispetto dei principi generali della trasparenza e della par condicio”.

E infatti la giustificazione non è bastata all’Autorità anticorruzione che, con una nota del 24 giugno scorso ha replicato ribadendo che “l’individuazione del soggetto privato cui affidare lo svolgimento dei servizi in discussione, laddove sia previsto l’utilizzo di risorse pubbliche, debba essere effettuato, anche nell’ambito dei progetti Sprar, mediante ricorso a un confronto concorrenziale nel rispetto dei principi generali” del codice dei contratti pubblici, datato 12 aprile 2006.

Cadono così, a distanza di oltre un anno, anche tutte le giustificazioni che il sindaco Tagliani e l’assessore Sapigni avevano dato per l’affidamento diretto a Camelot del progetto Sprar.

Nel dicembre dello scorso anno il collegio dei Revisori dei conti, interpellato da Francesco Rendine (Gol), pur non avendo riscontrato irregolarità, aveva d’altronde invitato l’amministrazione “per il futuro a procedere in via ordinaria all’assegnazione dei rapporti contrattuali tramite procedure a evidenza pubblica, riservando alle assegnazioni in via diretta un ruolo eccezionale e in circostanze da motivare analiticamente”.

Il risultato è che la Giunta comunale è costretta a riconoscere che “allo stato attuale risulti meglio corrispondere all’interesse pubblico attivare una procedura di gara che porti ad individuare, con modalità comparative, un soggetto del Terzo Settore in possesso dei necessari requisiti di professionalità ed esperienza, cui affidare la gestione dei Progetti del Comune di Ferrara ammessi al finanziamento ministeriale, così da riconfermare, coerentemente alle recenti indicazioni di Anac e degli orientamenti legislativi, la trasparenza e la legittimità delle scelte di questa Amministrazione”. Il via a tale procedura è stato dato ufficialmente con delibera del 20 agosto.

Camelot continuerà però a gestire il progetto fino alla fine dell’anno per garantire la continuità dei servizi: secondo la Giunta, infatti, “i tempi necessari all’espletamento delle procedure di gara non consentiranno di pervenire ad un’aggiudicazione definitiva, in caso di pluralità di offerte, prima di almeno 90 giorni dalla pubblicazione del bando e che quindi non è possibile ipotizzare di giungere ad un nuovo affidamento prima del gennaio 2016”.

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