Cronaca
12 Dicembre 2014
I revisori dei conti invitano il Comune a limitare gli affidamenti diretti e a ricorrere maggiormente a procedure pubbliche

Appalti Camelot: nessuna irregolarità, ma troppe eccezioni

di Ruggero Veronese | 4 min

unnamedCooperativa Camelot e Comune, affidamenti diretti e proroghe: tutto regolare? Un quesito sollevato quest’estate dall’inchiesta di Estense.com e poi ripreso nei percorsi istituzionali dal consigliere comunale Francesco Rendine, capogruppo della lista Gol, che ha interpellato il collegio dei revisori dei conti degli enti pubblici per chiedere “di essere rassicurato circa la liceità” delle modalità di assegnazione da parte della giunta di Tiziano Tagliani di appalti e prestazioni pubbliche alla cooperativa sociale ferrarese. E, dopo tre mesi di controlli e verifiche da parte dei tre tecnici incaricati dal ministero dell’interno, ecco il verdetto: Comune promosso, ma con riserva. Ovvero con “l’invito” dei revisori a limitare a casi eccezionali le procedure di affidamento diretto dei servizi e a correggere l’attuale regolamento comunale per la disciplina dei contratti.

“Il collegio ritiene che non emergano irregolarità nei rapporti contrattuali tra la Cooperativa Camelot e l’amministrazione comunale”, premettono infatti i revisori dei conti nel verbale dell’ultima seduta, datato 24 novembre, per poi proseguire con le note critiche: “Tuttavia, invita l’amministrazione per il futuro a procedere in via ordinaria all’assegnazione dei rapporti contrattuali tramite procedure a evidenza pubblica, riservando alle assegnazioni in via diretta un ruolo eccezionale e in circostanze da motivare analiticamente. Peraltro, il collegio invita l’amministrazione a rivedere l’articolo 51, comma 3 del “Regolamento per la disciplina dei contratti, dei lavori in economia, dell’approvvigionamento di beni e servizi e di economato”, nella parte in cui consente la proroga contrattuale non già in limitati ed eccezionali casi in cui, per ragioni obiettivamente non dipendenti dal Comune, ci sia l’effettiva necessità di assicurare in via provvisoria e temporanea il servizio […]. Il ricorso alla proroga deve quindi avvenire con estrema cautela, considerando che essa si configura quale affidamenti del contratto in via diretta senza il rispetto delle procedure di evidenza pubblica”.

Il  giudizio dei revisori verso l’operato del Comune è quindi ambivalente: da un lato la regolarità dal punto di vista economico delle spese e delle erogazioni sia per Camelot che per altre voci di spesa (nell’indagine è stata inserita anche una verifica della Cassa Economale da giugno a settembre 2014, una verifica dei bilanci e un controllo dei contratti integrativi del personale comunale), ma i problemi si presentano sul piano procedurale, relativo all’assegnazione dei contratti di servizio. Questo verdetto solleva non poche perplessità da parte del “richiedente”, il consigliere Rendine, che punta il dito soprattutto verso le ‘fonti’ dei tecnici ministeriali: “è evidente – afferma il consigliere – dalle spiegazioni dai revisori circa la regolarità delle procedure adottate nelle gare Camelot che la ricerca è stata condotta ascoltando gli stessi funzionari comunali interessati alla generazione della gara. È ovvio come chiarimenti, richieste di spiegazioni a funzionari comunali e colleghi di funzionari comunali difficilmente possono essere dissonanti da atti adottati dai medesimi. È singolare che i revisori pur “non vedendo” irregolarità nei rapporti contrattuali con Camelot, invitino l’amministrazione a procedere all’assegnazione dei rapporti contrattuali tramite procedure ad evidenza pubblica, ribadendo inoltre la necessità di variare il regolamento per la disciplina dei contratti laddove prevede la proroga dei contratti senza particolari cautele, giacché esso si potrebbe configurare come affidamento di contratto in via diretta, senza il rispetto delle procedure di evidenza pubblica”.

Le conclusioni di Rendine si trasformano quindi in un ulteriore quesito: “La domanda di Gol sorge spontanea – afferma il consigliere -: i revisori dicono che non ci sono irregolarità, ma che bisogna cambiare. Il cambiamento, tramite procedura ad evidenza pubblica, comporta dei costi per l’amministrazione. I casi sono due: o sbagliano i revisori, nel senso che se tutto è regolare non esistono ragioni perchè l’amministrazione spenda in inutili procedure ad evidenza pubblica, oppure l’amministrazione ha sbagliato nel non evidenziare sufficientemente le procedure di assegnazione di gestione di servizi a Camelot”. E il consigliere sottolinea di non aver ancora ricevuto dal sindaco Tagliani, come richiesto in data 8 settembre, la copia delle comunicazioni all’osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di tutti i contratti avente importo superiore a 50.000 euro. “E secondo i regolamenti – afferma Rendine – avrei dovuto ricevere questa documentazione entro 30 giorni”.

Chi non trova nulla da ridire riguardo alle indicazione dei revisori dei conti è invece proprio la stessa Cooperativa Camelot, che commenta positivamente i suggerimenti e le correzioni proposte dai tecnici ministeriali: “Sorpresi del risultato? Non direi, anzi, siamo anche soddisfatti – afferma la presidente Anna Baldoni -. In primo luogo perchè la notizia è che non ci sono irregolarità. Siamo contenti anche riguardo alle sollecitazioni dei revisori, se queste ci renderanno ancora più inattaccabili. Ci fa molto piacere partecipare a gare di appalto, lo facciamo continuamente e con ottimi risultati. Nelle gare si valutano parametri come l’esperienza, la qualità del servizio e del personale, e noi non abbiamo nulla da temere, anzi siamo d’accordo sul fatto che tutto sia messo a gara nella maniera più trasparente possibile”.

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