Cronaca
29 Luglio 2015
I suoi interventi spesso aspri non risparmiavano critiche alla classe dirigente

Paolo Bonora, l’ultimo ‘Savonarola’

di Redazione | 4 min

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76243_1668626406397_3386748_nSono state tante, tantissime, le manifestazioni di cordoglio ricevute nei commenti di Estense.com per la tragica scomparsa di Paolo Bonora. Negli ultimi tempi l’ex dirigente Carife era riuscito a farsi apprezzare per la schiettezza e onestà di ragionamento nei suoi interventi relativi alla vita pubblica ferrarese.

Interventi spesso aspri che non risparmiavano critiche alla classe dirigente che aveva ridotto la città a quella che definiva la “povra Ferrara”, tanto da ricordare un “Savonarola” d’altri tempi. Nei suoi tanti commenti su Estense.com se la prese con la politica sanitaria locale (“trasferire a Cona il Pellegrino vuol dire distruggere una delle pochissime strutture sanitarie di cui Ferrara può vantarsi. Io l’ho sperimentato e parlo per esperienza. In quel casino di Cona…..? Ma fatemi il piacere! Pensate ad altro invece di buttare via i soldi dei cittadini”), con il progetto Idrovia (“che l’idrovia servisse lo credeva solo la Zappaterra: è un’opera inutile e costosa e, per giunta, fatta male visti i danni che sta provocando la bocca di porto”), con il sindaco Tagliani (“con mossa magistrale Taglianino si è liberato del problema Marattin. Altro colpo da maestro sarebbe liberarsi del sommo architetto Modonesi che non è nemmeno capace di rendere gradevole quel cesso della fontana di Piazza della Repubblica dopo il monumentale intervento in Galleria Matteotti. Povra Frara! Sic transit gloria mundi!”).

Bonora non dimenticò nemmeno il mondo cooperativo (“Poletti e tutte le cariche della Lega non potevano non sapere dello stato di difficoltà della Cooperativa che Donigaglia cercava disperatamente di portare avanti disputando una battaglia ormai persa. Bastava vedere gli ultimi bilanci con le cosiddette “riserve” per cifre iperboliche e che tutti sapevano che non sarebbero state incassate se non in minima parte. Il Donez si è battuto fino all’ultimo rassicurato dai politici i quali quando hanno visto la mala parata se la sono date a gambe levate. Per concludere, Donigaglia ha le sue responsabilità gestionali ma se lo rovesciate a testa in giù credo che dalle tasche non uscirebbero che gli euro della magra pensione. Date piuttosto un’occhiata ai tassi bancari che pagava la Coop. Ne resterete stupefatti”) né l’Asp (“Viviamo veramente in una città surreale, amministrata alla “carlona”. Che cosa si aspetta a dare un segnale togliendoci dai piedi almeno la Sapigni o chi ha amministrato (si fa per dire) l’ASP”).

In sostanza, secondo l’ex dirigente “è un pezzo che la città è in crisi profonda grazie alla cattiva amministrazione. Derivati suicidi frutto di ignoranza colpevole, cooperative come Camelot che assorbono milioni, Ricovero Ripagrande in precipizio, milioni spesi per distruggere il Teatro Verdi per far contento Abbado e suo genero, extracomunitari voluti dalla Sapigni senza badare a spese. Potrei continuare all’infinito citando anche la Galleria Matteotti, il listone ecc. e, dulcis in fundo, non riescono a trovare quattro denari per sistemare la ex fontana di fronte all’ex hotel Ferrara, ormai cesso pubblico. Signore, fai che questa gente ci liberi presto della loro presenza! Anche i turisti non sento più nemmeno il richiamo del museo ebraico e della fiera del libro ebraico, spese inutili visto che esiste una sinagoga e una fiera del libro può essere ospitata in castello. Maisto, meno 13,5% turisti a Ferrara. Faccia le valigie”.

Ma le maggiori critiche Bonora le aveva dispensate sul triste presente della Carife: “Credo fosse superflua l’elezione di nuovi membri del comitato di indirizzo visto che il loro impegno nei confronti della Cassa si è perso nel vuoto assoluto. Bravi, avete confermato la vostra ferraresità. Mi compiaccio invece, con l’ing. Maiarelli che ce l’ha messa tutta sempre in prima linea. Il mio, seppur da modesto pensionato, BRAVO! Almeno un ferrarese si salva nella città del silenzio. Riguardo al futuro mi astengo. Non tanto per aver ricevuto una diffida dai commissari in barba alla libertà di espressione, bensì perché aspetto i risultati di questi studi laboriosissimi e segretissimi che, in definitiva, hanno portato alla vendita della Cassa al Fondo interbancario di garanzia ed alla consegna, prima del traguardo (!) di tutti i dati sensibili dell’Istituto alla concorrenza che ne sta facendo buon uso, immagino. Alla prossima, quando l’oracolo avrà divulgato la sentenza. Buona Cassa a tutti”.

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