Cronaca
25 Luglio 2015
Sono 378 i migranti a Ferrara. Accettato solo il 5% dei richiedenti asilo, al 95% concessa protezione umanitaria

Sapigni: “Non c’è un’emergenza migratoria”

di Redazione | 3 min

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“Vanno prima di tutto ricalibrati i termini” ha esordito l’assessore Chiara Sapigni chiamata a relazionare a proposito dell’emergenza migratoria nel Comune, durante la seduta della Commissione Consiliare di venerdì 24 luglio. Assente per motivi di protocollo istituzionale il prefetto, che ha preferito rendersi disponibile al confronto e a chiarimenti con i singoli consiglieri.

Innanzitutto “bisogna ridimensionare l’uso del termine ‘emergenza’ sui dati oggettivi” ha esordito l’assessore, che ha poi ricordato come il numero di sbarchi per il primo semestre del 2015 non superi quello del 2014, “numeri che non fanno pensare ad un’emergenza”. Merito anche del primo accordo Stato-Regioni del luglio 2014 che hanno permesso di affrontare il fenomeno migratorio “non come un’emergenza ma con metodo e struttura”, una diversa organizzazione che ha comportato un incremento dei posti disponibili nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), passato sul territorio nazionale da circa 3 mila a oltre 30 mila.

Per quanto riguarda la regione Emilia Romagna il ripristino del tavolo regionale di coordinamento cui hanno partecipato 38 comuni in rappresentanza dei vari distretti socio sanitari, ha consentito la creazione del primo Hub regionale in via Mattei. Al centro di Bologna, ristrutturato e messo a norma grazie ad investimenti ministeriali è destinata l’intera quota dei migranti assegnati alla Regione e successivamente assegnati ai diversi territori, dopo aver ricevuto le cure sanitarie primarie ed essere stati identificati. L’atteggiamento nella provincia di Ferrara, ha sottolineato l’assessore Sapigni “ha privilegiato un approccio unitario ed integrato, che ha dato la precedenza ai piccoli centri di accoglienza, pur lasciando alla città capoluogo il ruolo di capofila”.

Nel territorio del Comune e della Provincia di Ferrara sono presenti, secondo dati distribuiti dall’assessore Sapigni, aggiornati al 23 luglio 2015, 378 migranti (227 nel territorio del Comune, gli altri distribuiti tra i comuni della Provincia), 324 dei quali giunti grazie all’operazione Mare Nostrum, a questi si sommano 84 richiedenti asilo per un totale di 462 “ospiti” delle strutture di accoglienza. “Va ricordato che dei richiedenti asilo solo il 5% ottiene l’accettazione della richiesta, al 95% che ottiene un diniego, viene solitamente concessa la protezione umanitaria” ha ricordato l’assessore Sapigni. La collaborazione del Comune con la Prefettura ha portato a Ferrara alla definizione di una strategia logistica, è stata infatti data una concessione di servizio ad Asp per il servizio di accoglienza, in “modalità di affido diretto”.

Da un punto di vista pratico, Asp gestisce direttamente solo l’Hub provinciale di Pontelagoscuro, dove sono alloggiati 59 richiedenti asilo, e affida ad altre associazioni e cooperative l’assistenza e la cura dei rimanenti 319 ad altre associazioni e cooperative, per un totale di 378 migranti ora presenti nel territorio della provincia. I costi di questa gestione “sono tutti a carico del Ministero dell’Interno” che invia i fondi necessari alla Prefettura che provvede “con un procedimento reso più rapido” ha aggiunto la Sapigni, a rimborsare le singole associazioni.

Una relazione, quella dell’assessore Sapigni che ha lasciato perplesso qualche consigliere di opposizione, tra cui Francesco Rendine (Gol), secondo cui “una politica indiscriminata di immigrazione può comportare problemi all’ordine pubblico come a Treviso e a Roma”. Anche Vittorio Anselmi (Fi) ha preso posizione, sostenendo che “non si può negare l’emergenza, portatrice di tanti problemi, criminalità e convivenza su tutti”. Per Spath, la questione è invece “un’emergenza vera e propria, un fenomeno in continua evoluzione che va gestito diversamente, rispetto al quale il Comune dovrebbe far la voce grossa ad ogni livello affinché non vengano superate le quote fissate per l’accoglienza”.

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