Incendio nella notte in via Gerusalemme Liberata
Intorno alla mezzanotte un appartamento in via Gerusalemme Liberata è andato a fuoco, non si sono ancora accertate le cause ma l'innesco potrebbe essere dovuto all'esplosione di una bombola del gas
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I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
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Una commissione in cui sono emerse non poche tensioni quella dedicata alla sicurezza nella zona Gad convocata per il pomeriggio di ieri, martedì, in Municipio.
Al centro del dibattito il patto “Ferrara Sicura”, sottoscritto a fine maggio dal sindaco Tiziano Tagliani e dal prefetto Michele Tortora e illustrato in commissione dall’assessore Aldo Modonesi. Il prefetto, invitato a partecipare, ha declinato perché, ha riferito con rammarico per la scelta il presidente della commissione Leonardo Fiorentini, riterrebbe che “le questioni di sicurezza debbano essere affrontate solo all’interno del Comitato per l’ordine e la sicurezza”.
Presenti anche la comandante della Polizia municipale Laura Trentini e i rappresentanti di due associazioni di cittadini – Vissia Zanobi per il Comitato-associazione zona Gad e Giuliano Zanotti dell’Associazione Residenti Gad – e proprio con loro si è sviluppato un discorso che assunto spesso toni polemici fino all’intervento molto duro del presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò.
Proprio quest’ultimo ha attaccato Zanotti e l’associazione Residenti – che da statuto, ma anche nelle dichiarazioni pubbliche si è sempre dichiarato apolitico – per aver in qualche occasione preso delle posizioni “strumentalizzando verso una parte politica“. Il riferimento, probabilmente, è alla partecipazione di Zanotti alla trasmissione di Rete 4 “Dalla vostra Parte” al fianco di esponenti di Fdi. Ma non solo: “Nel 2014 alcuni esponenti big del comitato – attacca Calò – hanno portato delle candidature in liste contro questa amministrazione e per fortuna qualcuno li ha bloccati”. La critica era funzionale a ribattere alcune osservazioni di Zanotti che lamentava di aver notato “da un certo momento in poi un crollo verticale verso le nostre istanze, forse perché qualcuno pensa che stiamo costituendo un partito”.
E ancora, alle denunce di un Zanotti molto critico e a tratti acceso contro l’amministrazione comunale sul degrado – dall’alcool alla prostituzione (le ultime ordinanze in materia non sono state apprezzate moltissimo) – e sulle scene di violenza in zona Gad, Calò ha risposto in modo perentorio e accalorato: “Non si può dire che alla Gad si vuole eliminare al 100% lo spaccio e la prostituzione perché in più di 2mila anni il problema non è mai stato risolto, una proposta seria sarebbe quella di ridurre il danno. Sono d’accordo con lei – continua il presidente del consiglio – quando dice che questa amministrazione è incapace ma lei ha espresso problemi di ordine pubblico e sa bene che quella è una questione che riguarda le forze dell’ordine“.
E proprio sulle forze dell’ordine, forse provocatoriamente, punta il dito Calò: “Anziché dire che sono i nostri migliori amici vogliamo dire che manca la presenza delle forze dell’ordine? Li sproni a intervenire e vedrà che aumenteranno la loro presenza. Perché non chiede al prefetto, quando lo incontrerete, se esiste ancora il coordinamento interforze? Non esiste più da anni per decisione di un questore e da allora ognuno balla con sua nonna, senza coordinamento. La invito – conclude Calò – a smetterla di dire che lo Stato è nostro amico perché nei momenti epocali lo Stato è stato assente“.
Il presidente dell’ Associazione residenti, oltre a lamentare le condizioni di pericolo per le persone, aveva anche avanzato alcune proposte, chiedendo maggiore collaborazione da parte delle istituzioni e, segnatamente, dell’Amministrazione comunale per ripopolare anche a livello di imprese commerciali l’area Gad. Tra le proposte anche una nata dal basso, proprio ad opera dell’associazione: un “bando” per far insediare una piccola impresa nel settore della new economy in una della tante saracinesche abbassate in zona Gad, finanziandogli così “almeno le spese iniziali”.
Tante proposte – undici – sono arrivate dall’associazione zona Gad, molte delle quali di stampo partecipativo (e non prive di critiche anche verso gli stessi residenti più ‘pigri’), in modo da aumentare la presenza dei cittadini nelle varie aree a rischio, ma anche per aumentare la collaborazione degli stessi con le forze dell’ordine.
In particolare la Zanobi ha evidenziato le difficoltà di molte persone nell’interfacciarsi con le istituzioni al momento di fare le denunce, chiedendo che venga istituito un punto di ascolto gestito da volontari che si faccia carico poi di segnalare e denunciare materialmente alle forze dell’ordine i reati, “in modo da agevolare la condivisione del disagio per chi è intimorito dalle divise”. L’associazione ha richiesto anche qualche pattuglia in più a presidiare la zona e interventi per contrastare l’avvicinamento agli stupefacenti da parte dei giovani.
Le opposizioni hanno tutte mostrato molta vicinanza ai problemi dei residenti in zona Gad: “I cittadini oggi ci hanno riportato una situazione gravissima e non certo frutto di percezioni soggettive come qualcuno sosteneva”, ha attaccato Matteo Fornasini (Fi) – che ha però anche subito un piccolo rimprovero dalla Zanobi: “In tutte le iniziative che abbiamo fatto io non l’ho mai vista” – prima di riproporre l’istituzione di una consulta sulla sicurezza che “magari itinerante che ascolti i problemi dei cittadini dei diversi quartieri”.
Per Luigi Vitellio (Pd) “bisogna capire quello che può essere fatto e realizzato, se no si rischia solo di fare una lista dei desideri. Ad esempio – osserva il consigliere di maggioranza – sulla richiesta di avere più pattuglie l’amministrazione può fare ben poco”. Vitellio ha anche invitato le associazioni a non considerare il Patto come riguardante solo la zona Gad: “Se no, come nella trasmissione di Rete 4, sembra che tutti i problemi della città siano lì, e questo non fa bene neppure al comitato”. Infine, l’invito “conoscere quello che fa l’amministrazione e spronarla magari a fare di più: con il lavoro di tutti si riesce a fare meglio”.
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