Paolo Govoni dalla Camera di Commercio a Sipro
L’attuale vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna è benvoluto sia dalla parte politica (Comune di Ferrara in primis, che detiene il 48% della società) che da quella imprenditoriale
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La giunta comunale prevede di spendere per lavori nel solo anno 2015 oltre 27 milioni di euro: in minima parte si tratta di opere e investimenti nuovi, il grosso (17,4 milioni) per chiudere e pagare i lavori iniziati negli anni precedenti.
Eccolo qui il vero motivo per cui il Comune ha bisogno di aumentare Irpef e Imu ai cittadini ferraresi: non l’innalzamento del Patto di Stabilità (che in realtà, lo ribadiamo, è sceso), ma 27,2 milioni per cantieri e altri investimenti da concludere e pagare in un solo anno.
Una voce che nel nuovo prospetto del patto di stabilità per il 2015 è quasi raddoppiata – proprio per effetto dei 17,4 milioni di residui prima non conteggiati – rispetto alla versione del bilancio di previsione approvata dal Consiglio comunale a dicembre e che fa ‘saltare il banco’. Eppure i ‘nuovi’ numeri non sembrano essere stati del tutto sconosciuti dalla giunta.
Già l’anno scorso nelle slide di presentazione del bilancio_2015 usate dal sindaco Tagliani nel novembre 2014 ce n’era una (la penultima) che prevedeva, seppure in maniera provvisoria, circa 27,6 milioni di “Investimenti per effetto del patto di stabilità” tra nuove opere da iniziare e vecchie da portare a termine quest’anno.
Effetto delle nuove regole contabili per la redazione dei bilanci comunali, spiegano l’assessore Luca Vaccari e la dirigente Piera Pellegrini alla commissione consiliare presieduta da Matteo Fornasini (Fi), riunitasi per iniziare a discutere la manovra fiscale che dovrà essere approvata entro il 31 maggio.
“Il problema è da individuare nella nuova contabilità che ci costringe a stabilire in modo più preciso cosa imputare al 2015”, sostiene ora l’assessore al Bilancio. I residui dunque – “trascinamenti dei lavori degli anni precedenti” per dirla con le parole di Vaccari – di opere che il Comune prevede vengano completati (e pagati) entro quest’anno: significa che per il Comune verranno spesi 17,4 milioni di euro per ‘vecchie’ opere che o sono in scadenza o che l’Amministrazione vuole chiudere nell’anno in corso. Un numero enorme, soprattutto se si considera che, secondo la tabella mostrata da Vaccari ai commissari, nel prospetto approvato a dicembre non c’era neppure mezzo euro di residui da mettere tra le spese.
A questi si aggiungeranno 5,6 milioni di nuove opere pubbliche e 4,1 milioni di altri investimenti (e qui le previsioni sono al ribasso rispetto al vecchio prospetto) che portano il saldo tra entrate (18,9 milioni) e spese in conto capitale a un passivo di 8,3 milioni (era 500mila euro nella versione di dicembre), complici i 2,9 milioni di nuovi tagli dello Stato (di cui 170mila euro per il bonus “Renzi” di 80 euro) e la rinuncia a vendere quasi 6 milioni di azioni Hera, ma con il piccolo salvagente dei 10,3 milioni di residui in entrata (anche questa volta inesistenti nel bilancio di previsione approvato a dicembre).
C’è poi il saldo tra entrate e spese correnti, questa volta positivo (5,6 milioni di euro) ma inferiore di 2,4 milioni rispetto a quanto calcolato secondo le vecchie regole.
Alla fine della giostra il Comune si trova con un saldo complessivo di -2,6 milioni di euro, lontano dall’obiettivo del Patto di Stabilità (anche nell’ipotesi di una soglia pari a zero euro, seguita inizialmente dall’amministrazione) che, secondo lo schema Anci-Ifel usato da Vaccari (fonte che – per la rubrica ‘risate a denti stretti’ – lo stesso assessore aveva contestato a Estense.com), dovrebbe attestarsi sui 3,2 milioni di euro (nel 2014 era 7,6 milioni).
Ecco allora che la Giunta deve trovare 5,8 milioni di euro per pagare il dovuto e rispettare il vincolo del Patto di Stabilità. Lo farà aumentando l’Irpef di quasi 2,5 milioni e l’Imu (mantenendo però le agevolazioni esistenti) di 5,4 milioni per una cifra complessiva vicina ai 7,9 milioni di euro che si aggiungerà ai 770mila euro disponibili dall’avanzo di amministrazione 2014. “Ci serviranno per creare un surplus rispetto al vincolo del Patto di Stabilità, pagare lavori e fare investimenti nelle opere di messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici”, ribadisce ancora una volta Vaccari, che sulla questione Irpef è più chiaro che mai: “Dimentichiamo la riduzione del 2014”.
Durante la discussione in commissione sono intervenuti Francesco Rendine (Gol) e Vittorio Anselmi (Fi) sull’aumento Imu, il primo rilevando che tale misura possa deprimere ancora di più il mercato immobiliare ferrarese, il secondo criticando la scelta di aumentare del 30% l’aliquota per la fascia più bassa. Il presidente Fornasini ha provato a chiedere conto delle reali giustificazioni della manovra ma una mozione d’ordine di Luigi Vitellio (Pd) sul fatto che all’ordine del giorno non fosse prevista tale discussione ha fatto cadere il discorso: se ne riparlerà giovedì prossimo.
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