Eventi e cultura
3 Maggio 2015
Con la Benedizione dei Palii parte il mese paliesco, accantonando censure e scandali

Negri: “Palio come cultura e civiltà”

di Elisa Fornasini | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

Rulli di tamburi, squilli di chiarine e volteggi di bandiere sul sagrato del duomo cedono il passo a un silenzio regale all’interno della cattedrale, spezzato solo dalle voci del coro di Santo Spirito che accolgono contradaioli, istituzioni, appassionati e semplici curiosi alla Benedizione dei Palii e all’Offerta dei Ceri.

Una suggestiva cerimonia, celebrata dall’arcivescovo Luigi Negri che festeggia anche i suoi dieci anni di vescovato, con cui sabato sera si è aperto ufficialmente il mese del Palio di Ferrara. Senza nessuno scandalo o polemica. Il Palio entra nel vivo, infatti, senza dover censurare il San Giorgio nudo raffigurato nel drappo che andrà al vincitore della gara dei cavalli. Il fondoschiena senza veli del santo è stato esposto senza nessuna ‘copertura’, mettendo la parola fine alla notizia, poi smentita, di una richiesta di censura del patrono.

Senza censure e polemiche, al centro della scena ritornano così i figuranti delle otto Contrade e della Corte Ducale, che per l’occasione hanno indossato i costumi rinascimentali più belli a ricordare il legame storico indissolubile fra la chiesa e la città estense, rievocando l’antica cerimonia con la quale i borghi e rioni tributavano alla chiesa la cera necessaria ad un anno di “luce”.

“È con amicizia profonda che vivo questo momento con voi – annuncia monsignor Negri -, un’amicizia cresciuta con le visite pastorali che ho condotto presso ogni contrada in questi ultimi mesi. Una serie di incontri che mi ha fatto capire che la vostra è una realtà di cultura e civiltà, due espressioni autentiche dello spirito umano. Fa cultura e civiltà colui che vive oltre sé, per una realtà più grande di sé come Gesù Cristo, perché se uno vive per se stesso e basta, solo in nome dei propri desideri che ormai si chiamano diritti, non produce cultura e civiltà ma ripete solamente schemi che gli vengono imposti da un potere più grande di sé”.

“Sappiate vivere oltre voi stessi – incita l’arcivescovo -, nella capacità di assumervi le responsabilità e le difficoltà che segnano il vostro cammino verso la maturità. Riconosco in voi, fratelli ed amici, una grande possibilità per me e per la vita della chiesa, dove siete adeguatamente accolti ed ospitati, per far nascere un flusso di umanità vera che attraversi tutto il mondo del palio, così variegato nei costumi e nelle esperienze di vita. Le esperienze della contrada – sottolinea Negri – sono una grande possibilità di aiutare i nostri fratelli a non accettare come verità la paralizzazione della vita, che ci è data come una grande possibilità di cammino e non come banalità”.

La cerimonia è proseguita poi con la benedizione dei Palii, l’offerta dei ceri e l’iscrizione delle contrade alle gare che partiranno già questa mattina con i Giochi Giovanili delle Bandiere in piazza Municipale. “Benediciamo i ragazzi che si accingono a compiere le gare – chiosa Negri – per imparare a gioire delle vittorie e far tesoro delle sconfitte”. Perché, in un mondo culturale e civile come si propone di essere quello paliesco, a vincere è tutta la città che partecipa sempre numerosa alle tante iniziative in calendario fino al 31 maggio, quando i campioni delle contrade si confronteranno in piazza Ariostea nelle tradizionali corse di putti, putte, asine e cavalli, che tornano a pagamento dopo 12 anni.

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