Cronaca
2 Marzo 2015
Escrementi e rifiuti di ogni genere. Protestano residenti e commercianti

Il degrado di piazza del Carbone

di Redazione | 3 min

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Certi abitanti di Ferrara devono aver preso alla lettera la famosa opera d’arte di Piero Manzoni. Erano gli anni del boom, quando l’autore lombardo sigillò le proprie feci in ben 90 barattoli di latta, numerati e autografati, applicandovi sopra l’etichetta “Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30, conservata al naturale, prodotta ed inscatolata nel maggio 1961”. L’Italia era nel pieno della società dei consumi e con quest’opera l’autore voleva ironizzare provocatoriamente sulla figura dell’artista e sui meccanismi dell’arte contemporanea di allora.

Nonostante la presenza di un cinema e di una galleria d’arte, non credo siano però intenti artistici o poetici quelli lasciati sui ciottoli di piazza del Carbone. L’ultimo reperto ritrovato sulla piazzetta ferrarese, infatti, è un assorbente femminile, usato e lasciato sotto il sole (e alla luce del sole) dopo un’evacuazione tra i cassonetti e l’abside della chiesa sconsacrata, ora sala 4 del cinema Apollo.

Questa situazione non è una novità per i gestori e gli abitanti della zona: feci, urine, sporcizia sono ormai tristemente all’ordine del giorno.

“Sono cinque anni che mettiamo foto online per denunciare la situazione”, spiega Luca Bolognesi, titolare del locale Clandestino di via Ragno, che tra pochi mesi si sposterà in un locale vicino, affacciandosi direttamente su piazza del Carbone. Insieme a lui, infatti, si sono accodati Paolo Volta della Galleria del Carbone e la titolare di Cinepark Simona Salustro, che due mesi fa si sono rivolti all’amministrazione comunale per presente la situazione, documentando ciò che succede, giorno e notte, sulla piazzetta. “Per cercare di rivitalizzare la zona, ne abbiamo parlato con gli assessori Modonesi, Serra e Fusari – spiega Bolognesi -, portando oltre 300 foto, raccolte da noi e dagli abitanti, a testimonianza della sporcizia: c’è gente fotografata che fa i suoi bisogni in mezzo alla piazza anche alle quattro del pomeriggio. Si è dunque creata una situazione di degrado, di spaccio e di bivacco, che nuoce anche al turismo”. La piazzetta, infatti, è anche luogo di passaggio nel percorso turistico tra la zona del quartiere ebraico e il futuro Meis.

“I tre assessori – spiega Simona Salustro – dopo una settimana dall’incontro, hanno reagito in modo tempestivo e sono venuti a fare un sopralluogo. Per quanto riguarda la sicurezza, c’è già stato spiegato che non ci sono risorse da dedicare. Sulla maggiore pulizia e sull’ordine generale, al di là della pulizia tempestiva dei lampioni per illuminare maggiormente la zona e che comunque rimane buia, altri provvedimenti non ci sono stati. La piazzetta è un angolo bellissimo di Ferrara, e se fosse battuta di più dai controlli, verrebbe anche utilizzata meno come zona per appartarsi. Siamo fiduciosi nei confronti dell’amministrazione comunale e in attesa di soluzioni, credendo sia il caso di intervenire per razionalizzare gli spazi e dare nuova vita alla piazzetta”.

Meno interessata alla questione è invece Maria Cristina Borgazzi, titolare della Trattoria da Noemi, anche perché non direttamente collegata alla piazza del Carbone, che ricorda scherzando come il degrado di oggi è nulla in confronto a quello di via delle Volte ai tempi della prostituzione, sottolineando comunque una possibilità di miglioramento delle condizioni attuali. Che non sia una critica, ma un contributo è concorde anche Paolo Volta, che sottolinea come questa parte della città “non è visto come un punto di forza, ma il retro di qualcos’altro, mentre potrebbe diventare anche la sede di festival e spettacoli”.

“Vorremmo avere la possibilità di riqualificare la zona – conclude Luca Bolognesi -, magari utilizzando il parcheggio solo per le macchine con permesso per disabili e per il carico e scarico merci, evitando così l’accumulo di auto, oltre a un’isola ecologica più organizzata. Ora la piazza del Carbone è diventata una terra di nessuno, una zona di serie B. Se solo ci mettessero nelle condizioni di fare e organizzare qualcosa, questa zona potrebbe diventare un punto di aggregazione. Vogliamo trovare insieme al Comune una soluzione”.

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