Fermato con oltre 55 grammi di droga in casa. Arrestato
Durante il ponte festivo, i carabinieri di Comacchio hanno pattugliato le strade durante i servizi di controllo del territorio nei luoghi della movida
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Una scelta necessaria o un ‘regalino’ (neanche troppo piccolo) alle aziende private? I dipendenti Tper e i sindacati dei trasportatori hanno ben pochi dubbi nel propendere per la seconda ipotesi, mentre annunciano lo stato di agitazione contro la scelta dell’azienda per il trasporto pubblico di tagliare un milione di chilometri di servizio in provincia. Una scelta annunciata da Tper proprio a sindacati e rappresentanti dei lavoratori durante l’incontro di giovedì scorso, quando l’azienda ha confermato le voci che giravano ormai da qualche mese tra gli autisti degli autobus di Ferrara e provincia: 40 dipendenti saranno trasferiti nel bolognese per creare – almeno secondo le dichiarazioni di Tper – le condizioni per una proroga del contratto di servizio a Ferrara con Ami.
Un’ipotesi che solleva l’ira di sindacati e dipendenti non solo per le sue possibili conseguenze sul trasporto pubblico ferrarese o per i disagi a cui potrebbero essere costretti i 40 autisti verso il trasferimento, ma anche per i tempi e le modalità con cui i vertici dell’azienda hanno dato l’annuncio. Manca infatti solo un mese (fine 2014) al termine dell’incarico affidato da Ami, ente appaltante dei servizi di trasporto pubblico, a Tper, affidataria del trasporto pubblico ferrarese, e il rischio è che diverse frazioni e porzioni di territorio rimangano sguarnite da un momento all’altro del servizio autobus.
“Una cosa è certa: nessuno voleva parlare di questi argomenti prima delle elezioni”: suonano come ben più di semplici sospetti i discorsi dei dipendenti riuniti nella saletta riunioni dell’ex Mof, dove i sindacati stanno per illustrare le proprie prossime mosse. Discorsi che tirano in ballo anche la politica, a partire dalla discussa scelta del 2009 di fondere le due Tper di Bologna e Ferrara in un’unica azienda con sede nel capoluogo. “Mettiamo in ordine tutte le responsabilità – scandisce Gianluca Neri della Uil Trasporti -: tutto questo è la conseguenza di scelte fatte su input politico, e non per scelta strategica. La fusione tra le due aziende fu voluta dall’allora sindaco di Bologna Cofferati, ma servì solo ad aggregare i costi: la struttura si è ingrandita, e dove prima c’era un dirigente adesso ce ne sono tre. L’unica cosa a essere attaccata è stato il costo del lavoro per i dipendenti”.
Il concetto portante insomma sta nel fatto che una gestione non ottimale dell’azienda, soprattutto ai livelli più alti della piramide, avrebbe creato quel ‘buco’ da un milione di euro per il bacino di Ferrara nei bilanci Tper, che ora renderebbe necessario il taglio di un milione di chilometri di servizio. Ma secondo gli autisti degli autobus ferraresi le alternative per recuperare quelle risorse non mancavano. A partire dal rispetto degli accordi sottoscritti dagli enti pubblici. Ne è convinto Sandro Scodeggio della Cgil – Filt, che spiega come “secondo l’accordo di programma regionale, ogni Comune dovrebbe versare a Tper 20 centesimi all’anno per ogni chilometro di servizio sul suo territorio. Nella nostra provincia solo il Comune di Ferrara rispetta questo accordo, versando 450mila euro all’anno, mentre tutti gli altri pagano solo 5 centesimi. Ma versassero quanto dovuto per i 9 milioni di chilometri di servizio, questo buco nel bilancio non esisterebbe”.
Un’altra strada verso il risparmio è quella di migliorare la ‘velocità commerciale’ degli autobus ferraresi, ovvero la loro velocità media, portandola da 15,4 a 16,4 km/h. Un cambio apparentemente insignificante, ma che secondo Giuseppe Iovino della Faival – Cisal consentirebbe soprattutto nei tratti urbani di aumentare l’utenza, riducendo così il traffico delle automobili, i tempi di fermata dei mezzi pubblici e i costi del servizio. Risparmio previsto: un milione di euro, ma per renderlo possibile sarebbero necessari investimenti sulla viabilità da parte di Comuni e Provincia, come le corsie preferenziali per autobus o i semafori sincronizzati.
Proposte che i sindacati spiegheranno anche all’amministrazione ferrararese, durante l’incontro richiesto al sindaco Tagliani. ” È già da una settimana che abbiamo chiesto un appuntamento e siamo disponibili anche a un incontro congiunto con Tper- afferma Maurizio Astolfi della Fit – Cisl -, ma non ci hanno ancora convocati. Ma non accetteremo mai questo accordo tra Ami e Tper, che scarica tutti i costi dell’azienda solo sui lavoratori anche se l’azienda ha chiuso il bilancio in pareggio e non è in difficoltà economica”. “Negli anni scorsi abbiamo visto operazioni incredibili – afferma Scodeggio -, come gli autobus Tper dati in comodato d’uso gratuito alle aziende private, o nostri ex colleghi in pensione lavorare sui loro mezzi per cifre ridicole…”.
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