“Lavoro agli operai, la scuola agli studenti, tutti insieme contro Renzi!”. È uno degli slogan lanciati questa mattina dal corteo studentesco organizzato dall’Unione degli Studenti di Ferrara in occasione dello sciopero sociale che oggi, venerdì 14 novembre, vede scendere nelle piazze di tutta Italia studenti, precari e disoccupati, una mobilitazione generale di chi il diritto di sciopero non può esercitarlo. A questo sciopero studentesco nello sciopero sociale hanno preso parte più di 150 studenti ferraresi provenienti sia dai licei come Ariosto, Roiti, Dosso Dossi sia dagli istituti tecnici quali Itis e Navarra , che sono scesi in strada per manifestare il proprio dissenso contro la Buona Scuola di Renzi e Giannini, contro i nuovi tagli all’istruzione pubblica previsti dalla legge di stabilità, contro il Jobs Act che prepara un futuro precario, ma anche per mantenere viva la memoria di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, per sostenere il movimento No Tav, per chiedere una scuola pubblica, laica e gratuita.
Il corteo, partito alle 9 da piazzale Dante, ha invaso via Pavone, via Arianuova, corso Porta Mare, via Palestro, via della Giovecca, via Ugo Bassi, via Savonarola e via de’ Romei per giungere in piazza, il tutto in maniera pacifica anche se ha creato diversi disagi al traffico. La mobilitazione si è conclusa in municipio con la consegna di una lettera per chiedere al Comune di aprire un tavolo di discussione e di finanziare i trasporti e i libri scolastici. “Ogni anno per andare a scuola devo sostenere spese altissime tra libri di testo, materiale scolastico e trasporti – urla un ragazzo al microfono – e io questa scuola non me la posso permettere!”. Tra musica, cartelli, cori e bandiere, alcuni studenti si sono passati di mano il microfono per ribadire il proprio no alla Buona Scuola di Renzi, dove non è prevista alcuna misura per il diritto allo studio e favorisce soltanto gli interessi dei privati e delle aziende, allo Sblocca Italia in cui si finanziano le grandi opere e si taglia sul diritto allo studio, al Jobs Act che nasconde la definitiva precarizzazione del mercato del lavoro.
“In teoria dovrebbe essere il corteo più importante dell’anno vista la giornata simbolica – commenta la rappresentante dell’Uds Irina Aguiari – ma in pratica è difficile coinvolgere Ferrara che pare una città addormentata. Comunque non è importante la quantità ma la qualità delle persone che oggi sono scese in strada con la consapevolezza politica che tutte le cose per cui manifestiamo sono collegate. Era più semplice manifestare quando la Gelmini ci metteva la faccia nel governo Berlusconi, perché scendevano in piazza tutti gli antiberlusconiani, mentre ora abbiamo di fronte un partito che si proclama di centrosinistra e in realtà è più vicino alla destra”. E così parte il coro “Renzi-Giannini peggio della Gelmini” fin sotto allo scalone del municipio.
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