Rifiuti di ogni genere e origine, umana e industriale. Uno scenario indecoroso ha accolto “I Pirati del Po” nella loro prima attività di controllo di canali e fiumi, lungo le sponde del Boicelli, uno dei canali più caratteristici della città privo di ogni tutela.
I Pirati del Po non sono altro che un gruppo di pescatori che pratica rigorosamente il “catch and release” (una pratica di pesca con la quale non si uccide il pescato ma lo si rilascia) in acque interne libere, che hanno particolarmente a cuore il territorio e si sono organizzati con l’intento, come si legge nella pagina ufficiale Facebook del gruppo, di creare un’associazione “che permetta ai diversi pescatori del ferrarese, che condividono la stessa passione e gli stessi principi del gruppo, di instaurare una rete di rapporti tra i singoli, in modo da poter costituire un fronte unito e compatto per contrastare i fenomeni che stanno, ormai da troppo tempo, distruggendo i nostri fiumi e i nostri laghi”.
Nell’attesa di costituire l’associazione vera e propria, i “Pirati del Po” hanno comunque iniziato la loro attività partendo dal monitoraggio delle sponde del canale Boicelli e scattando foto del degrado che vi hanno trovato, a partire da numerosi rifiuti di origine umana rinvenuti in un’area di poche centinaia di metri e lasciati da altre persone che praticano la pesca. “Birre, sportine, biciclette, immondizia di ogni genere si trovano con facilità in ogni metro quadro dell’argine”, riferiscono i Pirati del Po sulla loro pagina Facebook mostrando le foto del loro breve reportage.
Proseguendo lungo le sponde del Boicelli sono stati trovati rifiuti industriali di ogni forma e colore, un’auto abbandonata, diverse batterie ormai corrose dall’acido contenuto al loro interno, un fusto di prodotti chimici abbandonato (sodio bisolfito) “e altri – spiegano – che già hanno riversato al suolo il loro contenuto”. “Sotto al ponte di via Marchetti – aggiungono – è presente, oltre alla sporcizia, una sorta di bivacco e un memoriale che ricorda che li sotto è avvenuto un delitto (in realtà si trattò di un incidente occorso a Sergiu Putin nel 2004, schiacciato dal suo furgone mentre cercava di cambiare una gomma, ndr). Pur di non fare controlli, la zona era stata resa inaccessibile a “chiunque” per mezzo di una sbarra, ovviamente divelta e resa inservibile da coloro che il luogo lo frequentano e lo martoriano senza rispetto”.
I Pirati del Po riferiscono di aver inviato le dovute segnalazioni di quanto riscontrato alla polizia municipale, aggiungendo la richiesta di intensificare i controlli e far fioccare qualche multa ai responsabili. Entro una settmana i membri del gruppo promettono di tornare a verificare il loro operato e, nel caso gli agenti della municipale non si fossero attivati, verrà nuovamente immortalato il degrado e inviato il materiale al Comune e alla stampa. “Affinché – concludono i Pirati del Po – le nostre acque vengano riqualificate e tornino a essere un bene comune usufruibile da tutti, e non un angolo nascosto dove i soliti pochi possono fare ciò che gli pare, noi Pirati del Po diciamo basta a tutto questo schifo”.