Bondeno
2 Novembre 2014
Finbieticola fa causa a Enumplan e Thomas Food e cerca altri investitori. Le critiche dell'assessore regionale

Rabboni: ‘Per Fabbri pastificio era alternativa’

di Daniele Oppo | 4 min

bondeno ex zuccherificioBondeno. Lo si sa già da settembre, la riconversione del ex zuccherificio di Bondeno in un nuovo e scintillante pastificio non avverrà più e a mettere una pietra tombale sulla questione è stato l’incontro di qualche giorno fa a Roma tra il segretario del ministro delle politiche agricole Angelo Zucchi (presente anche il capo dipartimento Luca Bianchi), l’assessore regionale Tiberio Rabboni e Finbieticola, proprietarie dell’area.

In particolare, durante l’incontro, il nuovo Ad di Finbieticola Arturo Semerari ha rivelato di aver avviato due cause: una a Parma nei confronti di Thomas Food, l’ultimo dei tanti pseudo-investitori e una a Milano nei confronti della società di progettazione Enumplan per chiedere il risarcimento del danno dovuti alle inadempienze contrattuali. Finbieticola ha inoltre ottenuto dal tribunale di Ferrara lo sfratto della stessa Enumplan dalla palazzina che aveva in gestione nell’area dell’ex zuccherificio. “Fatti che evidentemente suonano la campana a morto sull’ipotesi pastificio”, commenta Rabboni.

Tra le novità c’è che Finbieticola avrebbe già dei contatti avanzati con nuovi possibili investitori, “ma Semerari ha detto che non dirà nulla finché si avranno certezze, però si è impegnato a mettere per iscritto, rispondendo ad un’apposita richiesta del ministero, le cose dette verbalmente, compreso l’impegno per trovare una soluzione per i 14 ex dipendenti che oggi sono in mobilità dato che non è stato possibile rinnovare la cassa integrazione”.

Tiberio Rabboni

Tiberio Rabboni

Una vicenda, quella del pastificio, che nasce nel 2006 con la decisione da Roma di riconvertire tutti i zuccherifici italiani. E proprio ripercorrendo la storia, l’assessore Rabboni, di fatto, attribuisce una larga fetta di colpe in capo ad Alan Fabbri: “C’era un progetto deciso da Roma che era quello di creare a Bondeno una centrale di generazione elettrica da olio di palma più una parte destinata alle costruzioni immobiliari. Le autorizzazioni urbanistiche – ripercorre Rabboni –  andavano acquisite nel territorio ma nel frattempo c’è stato il cambio di amministrazione comunale e il nuovo sindaco Alan Fabbri ci ha detto che aveva un’alternativa alla centrale, il pastificio”. Né la Regione né il ministero hanno obiettato, neppure dopo i tanti problemi sorti in altri punti in Italia, compresa Ostellato e così il piano per la costruzione del pastificio è andati avanti, fino a crollare come un castello di carte: “Io non posso indagare e fare obbiezioni di perplessità, istituzionalmente mi devo fidare – si giustifica Rabboni -. Poi quando è partito il percorso, da Ostellato arrivavano delle voci particolari, qualcuno è andato a controllare chi fossero i soggetti coinvolti e abbiamo avuto anche qualche vicissitudine nel corso delle procedure autorizzative:  c’era una concessione da ritirare – spiega Rabboni – e bisognava pagare oneri di urbanizzazione al Comune Bondeno e qui si è verificato un rimpallo tra Finbieticola e investitori per qualche decina di migliaia di euro, una cosa incredibile visti i costi del nuovo impianto – commenta l’assessore regionale -. Il sospetto è così via via cresciuto, ma l’unica cosa che potevamo fare era esigere il rispetto dei tempi e degli impegni. Quando siamo arrivati alla fine del percorso autorizzativo, nel 2013, abbiamo chiesto di presentare il passaggio di proprietà e l’apertura del cantiere. E da qui nascono le famose quattro riunioni che ho convocato”. Quelle riunioni avrebbero dovuto sancire l’avvio del progetto di riconversione, “ma ogni volta – racconta Rabboni – mancava qualcosa. Così, dopo tre anni di riunioni e autorizzazioni amministrative concesse, alla quarta volta che mi è stato detto che bisognava aspettare il rogito tra Thomas Food e Finbieticola ho detto basta e ho deciso di coinvolgere il ministero chiedendogli di convocare Finbieticola, che è il soggetto a cui chiediamo conto per la riconversione”.

Il resto è storia recente, con un accordo mai raggiunto e l’amaro in bocca per i cittadini di Bondeno che avevano davvero creduto alle roboanti promesse di un pastificio da 400 posti di lavoro. L’unica speranza ora è che i contatti annunciati da Finbieticola si rivelino effettivi per arrivare alla tanto agognata riconversione dell’ex zuccherificio, punto sul quale il Pd di Bondeno, tramite il segretario Massimo Sgarbi, afferma di essere al lavoro bussando alla porta delle istituzioni. Il partito di opposizione non si nega un’aspra critica nei confronti del sindaco: “Organizzeremo diverse serate che coinvolgeranno anche le frazioni, aperte a tutti, perché l’opportunità di un insediamento industriale è un bene di comune e i bondenesi hanno il diritto di essere informati – afferma Sgarbi – . Siamo rimasti sorpresi che, dopo un fallimento di queste proporzioni, la giunta Fabbri e il sindaco stesso non abbiano ancora mosso un dito per correre ai ripari. Nei mesi precedenti alle elezioni amministrative avevano garantito ai cittadini di Bondeno che l’accordo con Thomas Food era cosa fatta. Come opposizione in consiglio comunale – conclude il segretario del Pd – non abbiamo mai intralciato il cammino di questa grande opera di sviluppo industriale che negli anni aveva previsioni di 400 posti di lavoro, ma eravamo consapevoli che il nostro scetticismo era fondato”.

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