Bondeno
10 Aprile 2014
Sipro e il sindaco di Ostellato andarono fino a Lugano da Enumplan per chiedere spiegazioni

Ex zuccherificio, c’è chi disse no

di Daniele Oppo | 5 min

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admin-ajax.phpBondeno. Se nell’aprile 2011 la società Progenal allestiva l’area dell’ex zuccherificio di Bondeno con cartelli e bandiere che promettevano l’apertura del nuovo stabilimento per la produzione di prodotti cerealicoli e nuovi posti di lavoro entro il 2014, il quadro odierno è un desolante nulla di fatto. La realizzazione del nuovo impianto pensato dalla società svizzera – e affidato a un’altra società, anch’essa svizzera, la Enumplan – è una storia che da tre anni si compone ormai di promesse, rinvii e di interlocutori che cambiano di volta in volta. Una vicenda che collega Bondeno a Ostellato, ma anche all’Abruzzo e va oltre i confini nazionali, in Germania e Spagna e qui ecco un altro denominatore comune: promesse di grandi investimenti, di posti di lavoro e tutto che sfuma in un nulla di fatto.

Il pastificio di Ostellato. Il 2010 sarebbe dovuto essere l’anno in cui Ostellato avrebbe dovuto veder sorgere un nuovo impianto industriale nei 10 ettari nell’Area Sipro di San Giovanni di Ostellato: a proporlo era la società di progettazione Enumplan per conto di Progenal con l’inserimento nella trattativa del fondo immobiliare chiuso “Leonardo Da Vinci” (di cui non si conoscono gli investitori) che avrebbe dovuto mettere i soldi. Lo stesso anno Gianluca Vitarelli, da aprile nuovo presidente di Sipro, proprietaria dell’area e il sindaco di Ostellato Andrea Marchi fecero firmare una lettera d’intenti impegnativa alla società svizzera, subordinata al rilascio di alcune garanzie fra le quali mettere a disposizione dei fondi. Il motivo di tale richiesta lo spiega oggi lo stesso Vitarelli: “Abbiamo verificato chi erano i nostri interlocutori e abbiamo visto che molti di loro avevano già avuto esperienze simili in Abruzzo, Spagna e Germania dove avevano presentato dei progetti industriali molto simili se non identici a quello di Ostellato nei quali era prevista la costruzione di un pastificio e delle assunzioni ma in nessun paese la cosa si è poi realizzata”. Firmata la lettera d’intenti, la società si impegnava a presentare entro il 30 settembre 2010 il progetto definitivo, ma a quella data nessuno vide nulla.

Così, racconta Vitarelli, lui e il sindaco Marchi andarono fino a Lugano da Enumplan per capire i motivi del ritardo dove appresero che c’erano dei problemi tecnici dovuti alla morfologia del terreno, poco compatibile con il posizionamento di macchinari molto pesanti. Ascoltate le giustificazioni, Vitarelli avanzò una controproposta: “Abbiamo chiesto e fatto sottoscrivere un’altra lettera di impegni – spiega il presidente di Sipro – chiedendo di terminare le verifiche e, nel caso queste fossero risultate negative, di impegnarsi comunque a realizzare un impianto in provincia di Ferrara”. La storia del pastificio di Ostellato finisce con un nulla di fatto: “Abbiamo deciso di abbandonare la trattativa perché avevamo dubbi sul piano industriale, mai visto – spiega il sindaco Marchi – e sul fatto che non ci hanno mai detto chi fossero gli investitori”.

Il valzer degli interlocutori a Bondeno. Progenal cambia così location per il suo progetto e lo trasferisce nella città matildea dove però l’area interessata – quella dell’ex zuccherificio di proprietà di FinBieticola – è quattro volte tanto quella di Ostellato: da 10 ettari si passa a 43. L’idea – spiega ancora Vitarelli – è quella di costruire il pastificio e per il resto dare vita a un’operazione mista immobiliare e commerciale. L’annuncio in pompa magna viene dato dal sindaco Fabbri e dalla stessa Progenal e le istituzioni si affrettano affinché i permessi di costruzione siano pronti per l’inizio dei lavori. Sulla scena, a garantire gli investimenti necessari per realizzare il progetto, iniziano ad apparire come interlocutori alcune società “schermo” che nascondono i veri finanziatori del progetto, ma ogni volta tutto finisce puntualmente nel nulla. Si va dalla Igfp (Industrial Group for Food Production) – società costola della International Food Investments Lid, fondata dal turst maltese “Marcellus” e della quale non è dato conoscere gli investitori. – all’immobiliare Gottardo (GigSa) facente capo a Carlo Kuster, presidente di Enumplan.  Entrambe le società si presentano dicendosi pronte a firmare la compravendita ma il finale è sempre lo stesso: un nulla di fatto. “Fino a qualche settimana fa gli interlocutori sono sempre stati gli stessi – spiega il presidente di Sipro –. Ora Enumplan e Progenal sono completamente sparite. Kuster è una persona che è sempre comparsa come figura di riferimento di Enumplan e accanto a lui c’erano però anche altre figure che hanno avuto dei procedimenti penali”.

L’ultimo di essi è la Thomas Food, una Srl con sede a Parma costituita in tempi record da una società nata poco prima, la International Food Investments (con sede a Miami e che ha un nome identico alla società che aveva dato vita alla Igfp) e con un capitale sociale da ben 100 milioni e 120mila euro. “Non ho ragioni per escludere che Thomas Food non faccia ancora riferimento a Enumplan – spiega Vitarelli che non nasconde i dubbi sulla nuova protagonista della vicenda -. Su di essa ci sono degli elementi da approfondire – spiega – a partire dagli aumenti di capitale sociale: 100 milioni e 120 mila euro sono anomali per una società costituita come Srl e poi ai tavoli non si sono mai capiti bene gli accordi che si andavano a fare. Siamo ancora in una fase molto critica, anche perché Enumplan non ha ancora pagato i suoi fornitori e siamo in presenza di interlocutori – afferma ancora Vitarelli – che non si sono mai presentati in maniera trasparente all’amministrazione pubblica e questo è preoccupante”. Nonostante le promesse fatte in una sorta show pubblico di presentazione alla Pinacoteca di Bondeno nel febbraio scorso (“al quale – afferma Vitarelli – né Sipro né FinBieticola né gli interlocutori istituzionali sono stati invitati ed è una cosa abbastanza sorprendente”) – finora almeno, non è mai stato formalizzato alcun accordo. È infatti saltato anche l’ultimo tavolo nel quale si sarebbe dovuta definire la compravendita in quello che ormai, per i cittadini matildei, è un film già visto ma che questa volta ha registra anche la l‘intervento dell’assessore regionale Tiberio Rabboni (a cui si è unito il sindaco Alan Fabbri): “Credo che la sua presa di posizione la dica lunga – commenta Vitarelli -. Se non verranno offerte le garanzie di trasparenza credo tutto il progetto di Bondeno dovrà essere rielaborato da zero”.

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