Cronaca
10 Settembre 2014
Scoperto e arrestato dai carabinieri. Deve scontare 34 anni di carcere

Killer colombiano viveva a Ferrara come fornaio

di Redazione | 2 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

ramirezLavorava come fornaio a Ferrara. Ma era una copertura per cercare di rifarsi un’altra vita dopo al fuga dalla Colombia, dove aveva assassinato un uomo sparandogli a bruciapelo alla testa.

Era il 5 aprile del 2007, quando a Medellin Antioquia, verso le 12.45, nel parcheggio della propria abitazione, Wilson Echeverry Ramirez, 36 anni, ebbe una discussione con un operaio incaricato di effettuare taluni lavori in casa, Jorge Torres. A un certo punto, a causa di un banale litigio, Ramirez estrasse una pistola e gli sparò alla testa per poi darsi alla fuga. Trasportato in ospedale, Torres morì il giorno seguente.

Dopo esser fuggito dal suo paese, l’assassino aveva trovato rifugio proprio a Ferrara, dove viveva in via Bellini. Qui era riuscito a nascondersi e aveva trovato anche un’occupazione che gli permetteva di vivere lontano dall’attenzione delle autorità che nel frattempo lo stavano cercando in tutto il mondo.

Su di lui infatti pendeva un mandato di cattura internazionale per omicidio. La “seconda vita” è stata scoperta dai carabinieri di Ferrara, che lo hanno individuato e fermato questa mattina a Porotto, dopo alcuni accertamenti effettuati in seguito alla segnalazione dell’Interpol di Roma.

I militari, dopo averlo individuato, lo hanno bloccato e condotto in caserma. Da qui è stato portato nel carcere dell’Arginone e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria di Bologna presso la Corte d’Appello per le operazioni di estradizione.

Ramirez era riuscito a farsi conoscere anche in Italia dalle forze dell’ordine. A suo carico figurano infatti precedenti per oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, ed altro. Nulla a che vedere comunque con i suoi conti con la giustizia colombiana, che lo ha condannato in contumacia a 34 anni e 5 mesi di reclusione per omicidio aggravato e detenzione illegale di arma da fuoco.

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