Cronaca
21 Agosto 2014
Aperto un fascicolo bis con altri 8 indagati per i maltrattamenti ai pazienti degli Istituti Polesani

Clinica degli orrori, l’inchiesta si allarga

di Redazione | 2 min

clinica-orrori-ficarolo-660x382Non si ferma l’inchiesta sui dipendenti degli Istituti Polesani di Ficarolo dopo il blitz che il 19 giugno ha portato all’arresto di 10 persone, fra le quali un’operatrice sanitaria ferrarese, con l’accusa di maltrattamenti ai pazienti della struttura psichiatrica. In questi giorni, infatti, è stato aperto un secondo fascicolo a carico degli altri 5 indagati a piede libero, ai quali si sono aggiunti altri 3 nuovi nomi, due operatori e un infermiere, che avrebbero avuto un ruolo nelle violenze messe in atto nei confronti di alcuni pazienti ricoverati.

Secondo quanto riporta il Carlino di Rovigo sarebbe questa l’ultima novità nell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Monica Bombana, oltre al fatto che tra i 10 finiti agli arresti domiciliari ci sarebbe chi attraverso i propri legali ha fatto richieste alquanto singolari, come quella di poter lavorare in campagna nel periodo estivo o di poter usifruire di qualche giorno di vacanza, richiesta quest’ultima respinta dal gip Alessandra Martinelli.

Le misure cautelari erano scattate per Candida Visentini, 47 anni, di Ferrara; Elena Chieregato, 34 anni di Lendinara; Monica Soriani, 47 anni, di Trecenta (difese d’ufficio dall’avvocato Barbara Destro), Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo (difeso dagli avvocati Barbara Destro e Marco Petternella); Gianni Balzan, 41 anni, di Salara (difeso dall’avvocato Canzio Bonazzi), Lisa Simonetti, 32 anni, di Ficarolo (difesa dall’avvocato Ivan Agnesini); Lorena Cannizzaro, 25 anni, di Ficarolo (difesa da Orazio Di Stefano); Marisa Visentin, 55 anni, di Megliadino San Vitale (difesa da Monica Malagutti) e Orazio Tiberio Muriana, 30 anni, di Ficarolo.

Intanto i 15 dipendenti finiti al centro dell’inchiesta nei giorni scorsi, come annunciato dall’azienda il cui titolare è un ferrarese, sono stati licenziati. I vertici dell’azienda hanno inoltre promosso un incontro con i familiari delle persone ricoverate, con l’obiettivo di recuperare il rapporto di fiducia che la vicenda, e la diffusione del video sui maltrattementi, ha inevitabilmente affievolito.

 

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