C’è anche una ferrarese fra le dieci persone arrestate ieri mattina con l’accusa di maltrattamenti ai pazienti di una struttura sanitaria per malati psichici di Ficarolo (Ro). Si tratta di Candida Visentini, 47enne originaria di Ferrara e residente a Fiesso Umbertiano, finita in carcere assieme ad altri nove operatori sanitari e medici, mentre altre quindici persone sono sottoposte a indagini.
Il blitz, condotto dai carabinieri del Nas e dalla squadra mobile di Rovigo, è partito ieri mattina dalla struttura sanitaria assistenziale “Istituti Polesani” di Ficarolo, dove due persone sono state fermate, mentre gli altri otto arrestati sono stati prelevati dalle rispettive abitazioni. Oltre che per la Visentini, le misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Rovigo sono scattate per Lisa Simonetti, 32 anni, di Badia Polesine; Lorena Cannizzaro, 25 anni, di Messina; Elena Chieregato, 34 anni, di Lendinara; Marisa Visentin, 55 anni, di Megliadino San Vitale; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, di Modica; Monica Soriani, 47 anni, di Trecenta; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, di Trecenta; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo.
L’operazione, denominata “San Luigi”, ha preso il via dopo la denuncia presentata lo scorso anno da alcuni familiari delle vittime, che avevano notatolividi ed ecchimosi sul corpo dei loro parenti ospiti nella struttura. Alle richieste dei familiari delle vittime di avere chiarimenti circa le lesioni riscontrate ai propri cari ricoverati, il personale dell’istituto si giustificava, ogni volta, sostenendo che gli ospiti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche, derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche.
I successivi accertamenti hanno fatto emergere, già dai primi elementi acquisiti, una situazione estremamente preoccupante e ben presto i sospetti hanno preso forma e realtà: i maltrattamenti, consistenti in schiaffi, pugni, spintoni, tirate di capelli, umiliazioni e vessazioni, secondo le risultanze delle indagini erano all’ordine del giorno. La svolta alle indagini – che sono tutt’ora in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone, anche esterne alla struttura, grazie a quqanto raccolto nelle perquisizioni effettuate presso gli uffici degli “Istituti Polesani” – sono state le intercettazioni ambientali, che hanno fatto emergere una sorta di “clinica degli orrori”, dove la violenza e la brutalità nei confronti di pazienti inermi sarebbero state elevate a sistema.
La struttura sanitaria, in apparenza modello di funzionalità, avrebbe in realtà nascosto dietro le finestre chiuse un vero e proprio lager, in cui erano costretti coloro che avevano maggior bisogno di cure e affetto. Un’accusa, quest’ultima, che viene respinta dalla direzione degli Istituti Polesani che, attraverso il proprio legale, l’avvocato Marco Linguerri, oltre a esprimere stupore e sgomento per i fatti che hanno portato all’arresto di alcuni dipendenti, vuole che sia “assolutamente chiaro che si tratta di episodi isolati, addebitabili esclusivamente ai singoli che li hanno posti in essere”. “Chi conosce da vicino gli Istituti Polesani – spiega la direzione – sa bene che la realtà quotidiana in cui vivono i nostri ospiti è ben diversa da quella diffusa dalle notizie di questa mattina. Pertanto, cosi come è giusto e doveroso perseguire chi ha commesso certi, inqualificabili, fatti, riteniamo sia altrettanto ingiusto equiparare a questi ultimi chi (e sono la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti), con passione e professionalità, ha dedicato la propria vita ad aiutare le persone più deboli. Da parte nostra, pertanto, c’è e ci sarà sempre tutta la collaborazione necessaria per consentire all’Autorità Giudiziaria di chiarire fino in fondo ciò che realmente è successo e individuarne i responsabili; nei confronti di questi ultimi saremo noi i primi ad adottare drastici provvedimenti e ad assicurarci che vengano adeguatamente risarciti tutti i danni, eventualmente, cagionati. Nel frattempo chiediamo l’aiuto di tutti affinché il necessario diritto all’informazione sia garantito in forma trasparente ma equilibrata; ciò anche per non creare falsi allarmismi che finirebbero solo per turbare ulteriormente la serenità degli ospiti e creare ulteriori disagi che andrebbero a sommarsi a quelli, purtroppo, già accaduti”.