Economia e Lavoro
5 Agosto 2014
Fabi e Fisac Cgil attaccano le sigle proclamanti: "Usano i dipendenti della banca"

Carife, sindacati spaccati sullo stato di agitazione

di Redazione | 5 min

carifeI sindacati Carife si spaccano e, dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte delle Rsa di DirCredito, Fibacisl e Ugl Credito, tale iniziativa viene fortemente criticata dalla Fabi/Fisac Cgil che accusano i primi di usare i dipendenti Carife. Vanno giù dure le Rsa di Fabi/Fisac Cgil, con un comunicato inoltrato alla stampa proprio alla vigilia dell’assemblea convocata per domani 5 agosto alla Sala Estense e aperta a tutto il personale Carife, durante la quale verranno decise eventuali iniziative di protesta dopo l’illustrazione della situazione da parte di DirCredito, Fibacisl e Ugl, che lamentano la carenza di informazioni fornite dai commissari in merito ai risparmi ottenuti dalle misure attuate finora sugli esuberi, senza le quali non risulta possibile una verifica degli accordi del 2013.

Per la Fabi e per il sindacato di categoria dei bancari della Cigl la situazione non sarebbe invece tale da giustificare lo stato di agitazione del personale. E attaccano: “Ci troviamo in una situazione di carenza informativa tale da impedire la valutazione dell’ impatto avuto dall’accordo di novembre 2013? Tale da dichiarare lo “stato di agitazione del personale? A nostro avviso non sussistono, oggi, reali motivi per prendere una decisione di tale genere”. E spiegano che dopo il deludente incontro di fine maggio con i commissari, le Rsa unite hanno rappresentato una situazione di carenza di informazioni “tale da rendere difficile capire se i sacrifici dei lavoratori erano utili al rilancio della Banca, e a quanto ammontava il risparmio sui costi del personale”. Poi, anche in seguito all’incontro del 23 luglio, i commissari hanno trasmesso dati e informazioni che Fabi e Fisac Cgil ritengono, anche se non assolutamente esaustivi, già più che sufficienti per “dire che le finalità dell’accordo sugli “esodi” sono state rispettate, e quindi per discutere il prossimo rinnovo del Cia (Contratto integrativo aziendale, ndr) da una posizione seria ed autorevole: quella di chi ha fatto la sua parte”.

Tra le informazioni in possesso dei sindacati figurano i dati su esodi incentivati, prestazioni straordinarie Fondo di solidarietà, giornate di solidarietà 2014, contenimento costi per straordinario e minore accantonamento ferie, distacchi e mobilità territoriali, mansioni in deroga, minor costo dei dirigenti. “Per ogni voce – aggiungono Fabi e Fisac Cgil – è stato affiancato il relativo risparmio o incremento di costo. Ciò vale anche per i costi complessivi del personale: il raffronto trimestrale puntuale evidenzia un costo del personale post operazioni straordinarie, a vario titolo (comprese le cessioni di filiali e gli “esodati”), diminuito su base trimestrale di 4,2 milioni di euro. Non sono calcoli “approssimativi”: sono dati ufficiali. Naturalmente in questo momento la Banca sostiene il costo degli assegni al Fondo per finanziare gli esodati, ma si tratta di un costo che progressivamente diminuisce”. Vi sono poi i costi del personale messi a raffronto (prima e dopo la cessazione del personale) ad oggi in Commercio e Finanza, oltre a tutta una serie di dati che compongono un lungo elenco, sul quale Fabi e Fisac hanno fatto delle valutazioni: “Stiamo lavorando ad una proposta sugli inquadramenti, che sono uno dei punti dell’attuale Cia maggiormente sottoposti ad attacco da parte della gestione commissariale”. Quell’elenco viene considerato un “significativo passo in avanti nella strategia informativa dei commissari”, anche se si attendono ancora dati “che potrebbero essere di notevole interesse, sull’ evoluzione dei costi amministrativi”.

Ma l’attacco ai sindacati “ribelli” non finisce qui. “Lo stato di agitazione – prosegue la nota di Fabi e Fisac – viene definito dalle Rsa proclamanti “propedeutico alle iniziative di protesta che porremo in essere nelle prossime settimane”. Curiosi di capire in cosa potrebbero consistere tali iniziative, scorriamo il comunicato e leggiamo: “…pur riconoscendo la validità generale dello sciopero come strumento di pressione, riteniamo che la situazione attuale di Carife non si presti all’ utilizzo di tale forma di protesta. Valuteremo quindi lo sciopero, ma in forma più che altro simbolica”. Lo “sciopero in forma simbolica” è un concetto singolare: da esso trapela la sensazione della non opportunità di azioni di lotta volte ad aggravare ulteriormente i sacrifici che stanno compiendo i colleghi. Nonostante questo, qualcuno ritiene che creare uno stato di “agitazione” sia proficuo in ogni caso; non importa se il beneficio per i colleghi non sia percepibile.La trattativa sul rinnovo del Contratto Integrativo rischia di essere delimitata ai soli demandi nazionali, se affrontata partendo da questi presupposti; mentre la storia di Carife ci lascia un integrativo corposo ed ancora ricco di situazioni degne di essere difese e migliorate”.

La proclamazione dello stato di agitazione viene infine ulteriormente criticata in quanto mancherebbero obiettivi chiari e facilmente comprensibili della protesta, nonché un obiettivo che punti a migliorare il lavoro o lo stipendio dei colleghi: “L’obiettivo cui si punta è, per esempio, fare qualche giornata di solidarietà in meno? No. Si punta a ripristinare gli inquadramenti “congelati” dal commissariamento? Nemmeno. Il comunicato che indice lo stato di agitazione dice altro: “La verifica dell’accordo è principalmente un problema legale-contrattuale tra le Organizzazioni Sindacali e i Commissari…noi riteniamo che, nell’interesse dei nostri iscritti, sia opportuno demandare alle valutazioni di un giudice la decisione sulla questione”. I rappresentanti di Dircredito, Fiba e Ugl sono galvanizzati dalla causa vittoriosa che ha obbligato la Cassa a pubblicare un volantino di Dircredito. Gli avvocati sperano di lucrare qualche altra parcella, a spese della Cassa; i dipendenti invece sono preoccupati e si chiedono a chi giova tutto questo. Fabi e Fisac-Cgil agiscono per difendere gli interessi dei dipendenti, non degli avvocati di qualcuno. Se qualcuno crede di essere diventato Perry Mason si accomodi, ma non usi i dipendenti Carife”.

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